Afleveringen

  • Con la prof.ssa Silvia Laura Toffolatti dell'Università di Milano, ospite di questa Conversazione viticola, abbiamo parlato della maturazione delle oospore della peronospora della vite. Cercheremo di approffondire le seguenti domande:1. le infezioni primarie di peronospora da dove si originano? 2. perché è importante conoscere il grado la maturazione delle oospore? 3. quali sono ulteriori caratteristiche utili da conoscere delle oospore e delle infezioni primarie?4. fino a quando sono possibili le infezioni primarie? Tematiche importanti per affrontare l'inizio di questa stagione 2024.

    Buon ascolto,

    Giovanni Bigot

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • La fase vegetativa iniziale del vigneto richiede un monitoraggio attento per comprendere le diversità delle varietà e pianificare le attività future. Nella diretta di domani, ospiteremo l'Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte. Insieme esploreremo quattro tipologie di rilievi fondamentali:1. Fenologia della pianta2. Insetti gemmivoli3. Oidio4. Descrizione del suoloPer ciascuna di queste tecniche di monitoraggio, esamineremo:- come decido in quali vigneti entrare?- come faccio il rilievo?- come utilizzo i dati che ho ottenuto dal rilievo nella pratica?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Zijn er afleveringen die ontbreken?

    Klik hier om de feed te vernieuwen.

  • La distribuzione dei prodotti fitosanitari (PF) in vigneto è una materia molto articolata che vede nel viticoltore il principale protagonista nel corretto utilizzo delle irroratrici e, quindi, dei PF che devono raggiungere il giusto bersaglio da proteggere.Ne ho parlato in questo appuntamento con il dott. Mario Tamagnone, dell’Università di Torino, professore di Meccanica agraria presso il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (DISAFA). Abbiamo affrontato le seguenti tematiche:1. regolazioni possibili delle irroratrici 4.02. quali regolazioni impostare per trattare la mia superficie vitata in un giorno3. Trattori 4.0Giovanni Bigot

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Con il Prof. Paolo Marucco dell'Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. abbiamo approfondito diverse tematiche riguardanti l'ottimizzazione dell'uso delle irroratrici nei vigneti, tra cui l'impostazione ottimale per garantire una copertura della pagina inferiore del 35%, le regolazioni essenziali come volume e velocità dell'aria, tipologia di ugelli e dimensione delle gocce, la valutazione dell'irrorazione durante l'operatività e le differenze tra irroratrici pneumatiche tradizionali.

    Buon ascolto,

    Giovanni Bigot

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Dopo l'interesse riscontrato nella passata edizione, la nuova stagione si apre con la rubrica Clima e Vite, in collaborazione con l'enologo Ramon Persello, che analizza l'impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura. Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti climatici, ha esaminato alcuni fenomeni basandosi sui dati raccolti da diversi centri di ricerca e osservatori specializzati, illustrando gli effetti delle mutazioni del clima dagli anni '50 ad oggi, con un particolare focus sugli ultimi tre anni. Durante la puntata si è discusso dell'innalzamento delle temperature medie annue, dell'influsso dell'alta pressione di matrice nord-africana permanente, della difficoltà di raffreddamento invernale del mare Adriatico settentrionale e della conseguente mitigazione delle pianure prossime alla costa.Giovanni Bigot, invece, ha approfondito le conseguenze del cambiamento climatico sull'ecosistema del vigneto, come l'aumento di virulenza dei patogeni nelle diverse fasi fenologiche. La peronospora, così come l'oidio, si sviluppa sulla base della disponibilità termica e idrica (quantità di pioggia, bagnatura fogliare, umidità relativa dell'aria). È stato osservato come l'innalzamento delle temperature abbia moltiplicato la virulenza del patogeno soprattutto nei momenti in cui le condizioni all'inizio (aprile-maggio) e alla fine (settembre-ottobre) della stagione non sono ottimali, determinando un aumento della gravità delle infezioni.Confrontarsi e adattarsi al clima che cambia è possibile e necessario. Se rimaniamo ancorati alle pratiche agronomiche di sempre, i costi della difesa aumenteranno così come il rischio di non ottenere uva sana, mettendo in crisi le strategie di protezione biologica, ultimamente additate come insufficienti e inefficaci solo perché non adattate al cambiamento climatico.

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Buongiorno a tutti voi Ampelonauti e aspiranti tali,con la diretta di mercoledì 06 settembre siamo giunti al sesto incontro con l’enologo Ramon Persello, esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. In questa diretta approfondiremo anche delle tematiche enologiche che sono fortemente correlate tra loro: l’evoluzione dell’uva durante la maturazione (i composti aromatici), l’andamento climatico e la data di vendemmia.Di seguito, in estrema sintesi, le tematiche in discussione:1 Clima e dintorni: cosa è successo negli ultimi 30 giorni in Italia?Come consuetudine, analizzeremo l’andamento meteo-climatico del mese di agosto riscontrato nelle principali zone viticole d’Italia. Grazie all’elaborazione dei dati raccolti da Perleuve - 4Grapes®, confronteremo i dati 2023 con lo storico di precipitazioni e temperature massime.2 Il meteo e l’evoluzione della maturazione delle uveCercheremo di capire come questo andamento meteorologico ha influito/sta influendo sulla maturazione delle uve e a che punto è la maturità tecnologica e cellulare, in modo da prevedere l’approssimarsi della chiusura del floema - sugar loading.3 Come stanno evolvendo i componenti aromatici? Quali scelte enologiche?Approfondiremo questa tematica di grande impatto sulle prossime scelte enologiche (data di vendemmia), nello specifico analizzeremo l’evoluzione dei diversi precursori aromatici componenti delle uve/vitigni a bacca bianca e dei polifenoli totali nelle uve/vitigni a bacca nera.4 I modelli cosa prevedono per il meteo di settembre?Sulla base del nuovo modello meteorologico GSF, NAO + e NAO - vedremo quali sono le previsioni per il mese di settembre, periodo chiave per la vendemmia, in tutta l‘Italia.Previsioni che analizzeremo, anche grazie ai vari modelli previsionali, con l’aiuto di Ramon, che cercherà di ipotizzare che cosa ci riservano (almeno) i prossimi trenta giorni.Allora… vi aspetto numerosi, come sempre, alle

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Il pensiero, il sentire comune, è che contro la peronospora non ci si poteva fare nulla e che si tratta di fenomeni legati al ciclo naturale climatico (grande piovositàa maggio-giugno).

    Io sono convinto che il metodo Lean Six Sigma, che applico da anni con il mio gruppo di lavoro Perleuve, avrebbe potuto essere utile (se applicato) per limitare i danni di questa Crittogama che sta creando un danno eccezionale in tutto ilbacino del Mediterraneo.

    Si tratta, di primo acchito, di un tema difficile da affrontare ma con l’aiuto del prof. Pietro Romano dell'Università degli Studi di Udine, docente al Master del CUOA (Vicenza) e del prof. Roberto Zironi e Alessandro Zironi, Università degli Studi di Udine, siamo riusciti a renderlo agibile e fruibile ai neofiti; è mia ferma intenzione, affrontare e approfondire questi argomenti in altre dirette future.

    Il costante monitoraggio della fenologia e dell’evoluzione delle varie ampelopatie, infatti, avrebbe permesso a viticoltori e tecnici di accorgersi che la stagione 2023 era eccezionale per lo sviluppo della peronospora (a fine aprile c'eranogià segnali evidenti) e si sarebbero potute attivare azioni correttive per limitare il problema, ad esempio, usando il metodo delle 5M per trovare le cause alla radice del problema e proporre delle soluzioni:

    Materiali; Macchinari; Metodi; Manodopera; Misure e, infine, la A di Ambiente.

    Ecco un sintetico elenco delle domande che ci permetteranno di sviluppare le tematiche di oggi:

    Cos’è il metodo Lean e il Six Sigma?

    Possono essere utili per affrontare il problema peronospora?

    Come il Six Sigma e la Lean potrebbero supportare la competitività delle nostre aziende?

    Certi problemi, quest’anno la peronospora e l’anno prossimo l’oidio…, non sono senzasoluzione ma come farsi aiutare?

    L’imprenditore vitivinicolo è un "artista", non un super-eroe, che deve relazionarecon persone in grado di aiutarlo nelle scelte, quali persone/tecnici?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • La stagione vitivinicola 2023, con un decorso quasi opposto al 2022, ci conferma che il cambiamento climatico, fenomeno che abbiamo recepito chiaramente nell’ultimo decennio, ha un impatto sulle produzioni viti-vinicole.Si è assistito ad un forte incremento delle temperature medie con bilancio termico spesso troppo elevato causa, tra l’altro, di maturazioni sbilanciate, con uve ricche in zuccheri (elevata potenzialità di alcol), ma con polifenoli immaturi e carenti in aromi. Inoltre, la vendemmia avviene sempre più frequentemente ad alte temperature che favoriscono fenomeni di ossidazione polifenolica e ulteriori perdite di aromaticità.Ricordo in estrema sintesi i fattori in gioco:- il vitigno e il terroir (temperatura durante la maturazione e stato idrico della vite);- la forma di allevamento e l’esposizione delle uve;- la gestione del vigneto nella sua interezza (approccio olistico).Spiegare con certezza quanto sta accadendo, soprattutto a carico delle uve, è particolarmente complesso e richiede un approccio multidisciplinare, che spazia dalla climatologia, alla pedologia, all’eco-fisiologia della vite, alla patologia vegetale e, infine, all’enologia.Di certo, a causa del cambiamento climatico di ogni singola annata, dobbiamo essere pronti a adattare la viticoltura, in particolare le tecniche di gestione del vigneto, e l’enologia in base ai mutevoli scenari con i quali ci confronteremo nei prossimi anni.Sulla base delle conoscenze acquisite a livello internazionale, dai vari gruppi di ricerca, sui meccanismi fisiologici che presiedono la maturazione delle uve, spicca la figura del Professor Alain Deloire, formatosi alla prestigiosa Scuola di Viticoltura di Montpellier (Francia) e docente presso l’attuale 'Institut Agro-Montpellier (France) “UMR UMR-LEPSE-ETAP 1083 Sciences pour l’Oenologie et la Viticulture”, ricercatore e docente con vaste esperienze internazionali quale, ad esempio, professore di viticoltura all’Università di Stellenbosch, Sud Africa.Le tematiche da affrontare, che ho proposto e condiviso con il prof. Deloire, ci permetteranno di acquisire nuove conoscenze su alcuni, ma fondamentali, aspetti di fisiologia della vite; eccole in estrema sintesi:1. il trasporto degli zuccheri verso gli acini, attraverso il floema (sugar loading), come si calcola? perché è importante? che informazioni ne possiamo trarre?2. la chiusura del floema, a livello delle bacche, potrebbe essere codificata come nuova fase fenologica?3. i giorni che intercorrono tra la chiusura del floema e la vendemmia influenzano significativamente il futuro bouquet aromatico dei vini bianchi e rossi; come stabilire la data di vendemmia? È sufficiente la degustazione (analisi sensoriale) delle bacche?4. sono state messe a punto delle tecniche di analisi che ci possono aiutare a seguire l’evoluzione della maturazione; in base alla sua esperienza quali consigli è in grado di fornire ai nostri Ampelonauti?5. la variazione del colore della buccia, nei vitigni a bacca bianca, ci fornisce indicazioni in merito all’evoluzione delle uve e qualche correlazione con le famiglie aromatiche presenti?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • “Resistenza” è una parola molto comune, e un concetto fondamentale. La sua origine ci parla di un fermare respingendo, di un non cedere ad una forza, ad una spinta, e questo concetto può essere declinato in decine di modi diversi; noi ci soffermeremo sulla resistenza degli organismi viventi a sostanze che l’uomo utilizza per combatterli.Dal vocabolario Treccani rileviamo che “resistenza” è la capacità di determinati organismi di resistere all’azione di sostanze tossiche e velenose, di microrganismi patogeni, ecc.Affrontiamo questo argomento perché, negli ultimi anni, si è assistito all’introduzione di nuove sostanze attive (Prodotti Fitosanitari, PF) dotate spesso di elevata specificità, spiccata efficacia e attività sistemica. Ciò ha permesso di ampliare la gamma dei prodotti disponibili, ma l’uso ripetuto di questi PF ha portato, in tempi brevi, ad effetti collaterali negativi.Fra questi, il più pericoloso e il più difficile da “gestire” è quello della resistenza, cioè una sensibilità ridotta da parte di un parassita animale o vegetale nei confronti di un certo PF; questo fenomeno può essere il risultato di un cambiamento genetico.La Peronospora della vite, alga primitiva, microrganismo appartenente al Regno Chromista, ne è un ottimo esempio, in quanto ha manifestato negli ultimi trent’anni, e anche recentemente, fenomeni di resistenza a varie sostanze attive.In questo appuntamento ho avuto al mio fianco una collega molto esperta, la dott.ssa Marina Collina, professoressa associata e docente di Patologia Vegetale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Nella sua attività di ricerca si è dedicata, tra l’altro, all’approfondimento dei meccanismi di resistenza dei patogeni fungini (anche Peronospora) alle diverse sostanze attive con approcci biologici e molecolari.Nella diretta abbiamo affrontato quelli che ritengo essere i punti critici della difesa della vite (in particolare di quella antiperonosporica) e, con l’aiuto della dott.ssa Collina, cercheremo la migliore risposta alle seguenti domande e a quelle che arriveranno da voi partecipanti:1. Cosa si intende per resistenza ad una sostanza attiva?2. Cosa significa sostanza attiva (s.a.) multi-sito e s.a. mono-sito?3. Le caratteristiche delle diverse s.a. come sono correlate all'insorgenza delle resistenze?4. Quali sono le strategie anti-resistenza più efficaci?5. In questo periodo di forte presenza di infezioni di peronospora e oidio, quali sono le indicazioni generali per non aumentare le popolazioni di Crittogame resistenti?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • In questa conversazione itorniamo con l'incontro mensile con l’enologo Ramon Persello, con lui affronteremo e approfondiremo le seguenti tematiche:1 Cosa è successo nel mese di giugno in Italia?Un confronto analitico tra il mese di giugno 2023 e gli ultimi 5-15 e 30 anni, in diversi areali viticoli d’Italia; scopriremo così dove è piovuto di più o di meno evidenziando anche le ore di bagnatura fogliare. Faremo un bilancio di come è andata dal punto di vista idrico (precipitazioni utili) e da quello termico (temperature e giorni di caldo).2 Previsioni per l’estate secondo il modello meteorologico CFS, e gli indici AO per il mese di agosto Secondo l’indice NAO luglio e agosto con incursioni artiche in tutta la penisola: ci teniamo a precisare che di proiezioni3 L’andamento meteoclimatico come ha influito sulla fenologia della vite?Analizzeremo l’eventuale anticipo o ritardo di Vitis vinifera nei diversi areali, stimandolo in giorni dalla possibile data di invaiatura (o vendemmia) delle uve.4 Arriva lo stress idrico, cosa fare?La vite inizia ad andare in stress idrico ed è fondamentale un’attenta analisi dei diversi terroir che caratterizzano la vitivinicoltura italiana, valutando i vari tipi di suoli e la loro capacità di ritenzione idrica e progressiva cessione alle radici della vite. Irrigare o non irrigare questo è il dilemma!In alcune Regioni, si è già iniziato ad irrigare ma vedremo come operare nella gestione del vigneto dove non è possibile irrigare (mancata disponibilità della risorsa idrica).

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Le tignole della vite, Lepidotteri che allo stadio larvale sono antofagi e carpofagi, rappresentano da sempre gli ampelofagi chiave nel definire le strategie di difesa/lotta.Il controllo di questi insetti, che svolgono 3-4 generazioni all’anno, richiede, in quasi tutti gli areali viticoli, almeno un intervento insetticida o altre tecniche quali disorientamento e confusione sessuale.Proprio queste caratteristiche biologiche, che vedono le tignole presenti durante tutta la stagione vegetativa, richiedono il loro costante monitoraggio nel vigneto per seguire l’evolversi delle varie generazioni (volo dei maschi adulti, ovideposizione, larve, … nidi larvali, crisalidi, …) e individuare la necessità e momenti di intervento per ridurre i pesticidi.Nella banca dati 4Grapes di Perleuve, sono archiviati e disponibili 24 anni di dati sul monitoraggio dei voli di tignola e tignoletta della vite e, da 3 anni, in collaborazione con FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), grazie al Progetto “Come ridurre l'utilizzo dei prodotti fitosanitari in viticoltura entro il 2030?”, il monitoraggio si è ampliato coinvolgendo i Soci FIVI.Con il prof. Francesco Pavan, Entomologo e Ricercatore, dell’Università degli Studi di Udine, che conosco da molti anni e considero l’Indiana Jones dell’entomo e acarofauna del vigneto, abbiamo affrontato la tematica tignole alla ricerca della strada per migliorare la lotta a questi insetti e la sostenibilità della viticoltura da vino. Di seguito le domande alle quali cercheremo di dare risposta:1 Ruolo del clima sull’accoppiamento e sulla parassitizzazione di uova e larveCome si è evoluto il ciclo biologico negli ultimi vent’anni (adulti 3 e 4 volo in aumento costante)2 Intervenire contro la II o la III generazione?La lotta contro la II generazione permette di abbattere la popolazione o è necessario un ulteriore trattamento?3 Differenze di lotta contro le tignole in vitigni precoci e in vitigni tardiviIl peso di tignola e tignoletta e di eventuali altri Lepidotteri carpofagi4 Applicare la confusione o il disorientamento sessuale necessita comunque di monitoraggio?La risposta è ovvia ma come deve comportarsi, in questo caso, l’Ampelonauta?5 Confusione e il disorientamento danno buoni risultati se applicati in grandi comprensori ma si segnalano danni da fitofagi minori, come agire?In base all’esperienza del prof. Pavan cosa fare?6 Posso controllare altri fitofagi assieme alla lotta alle tignole?Quali sostanze attive, loro pro e contro in termini di efficacia e conseguenze su entomo e acarofauna utile?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Le ampelopatie arrivate dal Nuovo Mondo, che hanno devastato l’Europa a partire dalla metà dell’Ottocento, sono state nell’ordine Oidio, Fillossera e Peronospora. Si tratta di un fungo (Oidio), di un insetto (Rincote, la Fillossera) e di 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐠𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚 , appartenente al Regno Chromista (per altri al Regno Straminipila) secondo la nuova classificazione della Peronospora. Ampelopatie ben note ai viticoltori, ma quest’anno, in particolare in alcune Regioni del Centro e Sud Italia (es. Abruzzo e Puglia), la Peronospora ha fatto ingenti danni e, nella diretta del 21 giugno, cercheremo di capire quali possono essere le (vere) cause di queste infezioni. Ospite in questo appuntamento il prof. 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐚𝐳𝐳𝐢, docente di Patologia Vegetale all’Università Politecnica delle Marche e Presidente dell’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, che è un profondo conoscitore della Peronospora e mi aiuterà a proporre delle linee operative per affrontare al meglio questo microrganismo. Sulla stampa si legge che le responsabilità degli attacchi 2023 sono da attribuire alle elevate piovosità primaverili, ma vi proporrò dei dati meteoclimatici che non danno forza a questa tesi. Nelle Regioni del Nord Italia piove molto di più, ma i viticoltori “conoscono” la pericolosità della Peronospora così come i viticoltori del Centro e Sud, storicamente, temono l’Oidio. Sarebbe interessante proporre un confronto tra Viticoltori e Tecnici per uno scambio di esperienze almeno su queste due ampelopatie. Il cambiamento climatico ci impone però di aggiornare le nostre conoscenze e accettare i nuovi paradigmi… la Peronospora può fare grossi danni in tutta Italia; dobbiamo essere preparati! Nella diretta del 21 giugno evidenzierò quelli che ritengo essere i punti critici della difesa antiperonosporica e, con l’aiuto del prof. Romanazzi, cercheremo la migliore risposta alle mie domande e a quelli che arriveranno da voi partecipanti alla diretta. 1. 𝘘𝑢𝘢𝑙𝘪 𝘴𝑜𝘯𝑜 𝑔𝘭𝑖 𝑒𝘳𝑟𝘰𝑟𝘪 𝘱𝑖𝘶̀ 𝘧𝑟𝘦𝑞𝘶𝑒𝘯𝑡𝘪 𝘤𝑜𝘮𝑚𝘦𝑠𝘴𝑖 𝑛𝘦𝑙 𝑐𝘰𝑛𝘵𝑟𝘰𝑙𝘭𝑜 𝑑𝘪 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑜 𝑝𝘢𝑡𝘰𝑔𝘦𝑛𝘰? 2. 𝘘𝑢𝘢𝑙 𝑒̀ 𝑙’𝑖𝘮𝑝𝘰𝑟𝘵𝑎𝘯𝑧𝘢 𝘥𝑒𝘨𝑙𝘪 𝘪𝑛𝘵𝑒𝘳𝑣𝘦𝑛𝘵𝑖 𝑝𝘳𝑒𝘷𝑒𝘯𝑡𝘪𝑣𝘪 𝘦 𝘵𝑒𝘮𝑝𝘦𝑠𝘵𝑖𝘷𝑖 𝑛𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑙𝘰𝑡𝘵𝑎 𝑎𝘭𝑙𝘢 𝘱𝑒𝘳𝑜𝘯𝑜𝘴𝑝𝘰𝑟𝘢? 3. 𝘓𝑎 𝑔𝘦𝑠𝘵𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘥𝑒𝘭 𝘴𝑢𝘰𝑙𝘰, 𝑛𝘦𝑙𝘭𝑒 𝑅𝘦𝑔𝘪𝑜𝘯𝑖 𝑑𝘦𝑙 𝐶𝘦𝑛𝘵𝑟𝘰 𝘦 𝘚𝑢𝘥 (𝑙𝘢𝑣𝘰𝑟𝘢𝑧𝘪𝑜𝘯𝑒 𝑜 𝑎𝘴𝑠𝘦𝑛𝘻𝑎 𝑑𝘪 𝘪𝑛𝘦𝑟𝘣𝑖𝘮𝑒𝘯𝑡𝘰 𝘦 𝘲𝑢𝘪𝑛𝘥𝑖 𝑑𝘪 𝘱𝑜𝘳𝑡𝘢𝑛𝘻𝑎 𝑑𝘦𝑙 𝑠𝘶𝑜𝘭𝑜), 𝑟𝘦𝑛𝘥𝑒 𝑑𝘪𝑓𝘧𝑖𝘤𝑖𝘭𝑒 𝑒𝘯𝑡𝘳𝑎𝘳𝑒 𝑛𝘦𝑖 𝑣𝘪𝑔𝘯𝑒𝘵𝑖… 𝘲𝑢𝘢𝑙𝘦 𝘪𝑚𝘱𝑜𝘳𝑡𝘢𝑛𝘻𝑎 ℎ𝘢 𝘲𝑢𝘦𝑠𝘵𝑜 𝑎𝘴𝑝𝘦𝑡𝘵𝑜? 4. 𝐴 𝑐𝘪𝑜̀ 𝑠𝘪 𝘢𝑔𝘨𝑖𝘶𝑛𝘨𝑒 𝑙’𝑖𝘮𝑝𝘰𝑟𝘵𝑎𝘯𝑧𝘢 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘤𝑜𝘮𝑝𝘭𝑒𝘵𝑎 𝑒 𝑎𝘤𝑐𝘶𝑟𝘢𝑡𝘢 𝘣𝑎𝘨𝑛𝘢𝑡𝘶𝑟𝘢 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘷𝑒𝘨𝑒𝘵𝑎𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦? 𝑆𝘪̀, 𝑚𝘢 𝘭𝑒 𝑖𝘳𝑟𝘰𝑟𝘢𝑡𝘳𝑖𝘤𝑖? 𝘜𝑛 𝑑𝘦𝑐𝘪𝑠𝘰 𝘯𝑜! 𝘢𝑑 𝑖𝘯𝑡𝘦𝑟𝘷𝑒𝘯𝑡𝘪 𝘤𝑢𝘳𝑎𝘵𝑖𝘷𝑖, 𝘣𝑖𝘴𝑜𝘨𝑛𝘢 𝘭𝑎𝘷𝑜𝘳𝑎𝘳𝑒 𝑖𝘯 𝘱𝑟𝘦𝑣𝘦𝑛𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 (𝑎𝘵𝑡𝘦𝑛𝘻𝑖𝘰𝑛𝘦 𝘢𝑖 𝑓𝘦𝑛𝘰𝑚𝘦𝑛𝘪 𝘥𝑖 𝑟𝘦𝑠𝘪𝑠𝘵𝑒𝘯𝑧𝘢 𝘢𝑖 𝑃𝘍), 𝘙𝑜𝘮𝑎𝘯𝑎𝘻𝑧𝘪 𝘤𝑜𝘴𝑎 𝑛𝘦 𝘱𝑒𝘯𝑠𝘢? 5. 𝘘𝑢𝘢𝑙 𝑒̀ 𝑙𝘢 𝘳𝑒𝘴𝑝𝘰𝑛𝘴𝑎𝘣𝑖𝘭𝑖𝘵𝑎̀ 𝑑𝘦𝑙 𝑐𝘢𝑚𝘣𝑖𝘢𝑚𝘦𝑛𝘵𝑜 𝑐𝘭𝑖𝘮𝑎𝘵𝑖𝘤𝑜 𝑛𝘦𝑙𝘭’𝘢𝑢𝘮𝑒𝘯𝑡𝘢𝑡𝘢 𝘤𝑜𝘮𝑝𝘭𝑒𝘴𝑠𝘪𝑡𝘢̀ 𝘥𝑒𝘭𝑙𝘢 𝘥𝑖𝘧𝑒𝘴𝑎 𝑑𝘦𝑙𝘭𝑎 𝑣𝘪𝑡𝘦 𝘥𝑎 𝑣𝘦𝑐𝘤ℎ𝘪𝑒 𝑒 𝑛𝘶𝑜𝘷𝑒 𝑎𝘮𝑝𝘦𝑙𝘰𝑝𝘢𝑡𝘪𝑒?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • In questo Conversazione viticola abbiamo evidenziato l’importanza del monitoraggio di tutti i dati rilevabili nel vigneto per quantificare la variabilità intra-parcellare (il sub-vigneto) ed effettuare la vendemmia selettiva per valorizzare il potenziale enologico delle uve.Tutti pensiamo che la viticoltura di precisione sia interessante, ma ci stiamo interrogando sulle sue applicazioni e sulle azioni da intraprendere una volta caratterizzata la variabilità intra-parcellare.Le tecnologie a rateo variabile, che permettono di adattare la gestione del vigneto (delle sub-unità) in base alla variabilità osservata modulando gli interventi, rivoluzioneranno presto la viticoltura in ambiti diversi come l'irrigazione, la concimazione, l'irrorazione e la vendemmia.Nella diretta con il dott. Matteo Gatti, professore associato, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affronteremo la tematica della “Vendemmia selettiva: come valorizzare il potenziale enologico delle uve in vigneti eterogenei” che lo ha visto tra i protagonisti dell’esperienza pilota, realizzata in Piemonte, per valorizzare la variabilità del vigneto. L'eterogeneità intra-parcellare (sub-vigneto) è un ambito ancora poco studiato ma, per valorizzare al meglio le vostre uve e ottimizzare i processi enologici in funzione della loro qualità, vanno sviluppate strategie di selezione intra-parcellare per guidare le uve verso l'itinerario tecnico più adatto al potenziale qualitativo (es. aromi) della materia prima.Questa mattinata sarà l'occasione per fare il punto sulle tecnologie disponibili e far tesoro dell’esperienza del dott. Gatti con il quale affronterò I seguenti aspetti:- come rilevare la variabilità del vigneto e interpretare i dati così acquisiti (variabilità media);- qual è la vigoria ottimale (equilibrio vegetativo) per raggiungere l’obiettivo enologico prefissato?Tutte queste conoscenze sono la base per programmare/attuare una vendemmia selettiva vincolata anche al cambiamento climatico della singola annata;- vendemmia selettiva manuale o meccanica? Sincrona o asincrona? in questa scelta imprenditoriale, cioè costi e benefici, entrano in gioco le dimensioni aziendali e la volontà di aggiungere valore ai vini ottenuti da vendemmia selettiva.È mia opinione che la vendemmia selettiva sia possibile, e con costi limitati, in quanto le uve sono valorizzate al meglio del loro potenziale qualitativo.

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • In questa diretta abbiamo approfondito varie tematiche che, di seguito, vi sintetizzo:1. Quante infezioni di peronospora sono state previste nel mese di maggio dai modelli previsionali?2. Come si sono distribuite le precipitazione in Italia nel mese di maggio e perché in Emilia Romagna sono scesi 300mm e in Sardegna 20 mm?3. Abbiamo reintegrato il deficit idrico nel diversi areali italiani?Analizzeremo l’andamento termo pluviometrico, con particolare attenzione alle ultime tre decadi, di alcune Regioni (tra queste anche l’Emilia-Romagna, devastata da alluvioni e frane) e lo confronteremo con lo scorso anno e con gli anni precedenti.Ci soffermeremo su alcuni parametri fondamentali per le loro implicazioni sulla fisiologia della vite e sul rischio ampelopatie:a. Somma delle precipitazioni e giorni di pioggia --acqua utile, acqua non assorbita e stato idrico suolib. T °C media e sommatoria termica -- andamento fenologia e sviluppo germoglic. UR e bagnatura fogliare -- malattie: giorni/momenti (ore) infettanti per peronospora e oidio𝐈 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐭𝐞𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • In questo incontro abbiamo affrontato la tematica del monitoraggio della peronospora, che è fondamentale per rilevare i primi attacchi che si originano dalle oospore, svernate nel terreno. Germinando, esse liberano le zoospore che sono in grado di avviare le infezioni primarie.L’obiettivo principale è quello di identificare il rischio di infezione in ogni singolo vigneto (o sub vigneto) per impostare le migliori strategie atte ad impedire e/o limitare le conseguenze degli attacchi di questa pericolosa crittogama (si tratta di un’alga primitiva, un Oomicete appartenente al regno Chromista).Negli ultimi anni, il clima caldo e asciutto non ha favorito lo sviluppo di questo microrganismo, ma la sua capacità di conservazione pluriennale sui residui vegetali presenti nel terreno è tale da poter aggredire la vite, in condizioni umide e piovose, con gravi danni fino alla perdita totale della produzione.In alcune Regioni d’Italia questa ampelopatia è già stata segnalata, con presenza di macchie esito di infezioni primarie, ma il perdurare di tempo piovoso fa prevedere il proseguire degli attacchi e l’aumento della sua pericolosità.L’importanza del corretto monitoraggio di questa ampelopatia, che può essere rilevata durante tutta la stagione vegetativa, ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antiperonosporici nell’annata in corso.Per enfatizzare il lato pratico di questa Conversazione viticola ho invitato nuovamente l’Ampelonauta senior, la dott.ssa Alessandra Di Gregorio, collaboratrice di Perleuve in Piemonte, che mi aiuterà a guidarvi nel monitoraggio della Peronospora. Insieme esamineremo gli aspetti salienti qui elencati:· Interpretare i dati meteo per prevedere i periodi di infezione· Affidabilità dei modelli previsionali· Quando e dove effettuare il monitoraggio della peronospora· Il monitoraggio “scientifico”· La visione di insieme del vigneto· Alcuni concetti chiave della difesa

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • Negli ultimi dieci anni Flavescenza Dorata è di nuovo in espansione in tutto il Nord Italia e si è manifestata, con danni di varia intensità in tutt’Italia. Per un aggiornamento sulle conoscenze di questa ampelopatia ho con piacere invitato in questa diretta il 𝐝𝐨𝐭𝐭. 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐌𝐨𝐫𝐢 professore associato e docente di Entomologia all’Università degli Studi di Verona, che 𝐝𝐚 𝟑𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐢𝐭𝐨𝐩𝐥𝐚𝐬𝐦𝐚/𝐯𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞. Le tematiche che intendo affrontare, grazie alla sua esperienza, riguardano: 1. come monitorare lo sviluppo dell’insetto e stimare l’entità della popolazione presente nei vari stadi? con quali metodi e mezzi? 2. come contenere le popolazioni della cicalina in viticoltura biologica e convenzionale e con quali prodotti fitosanitari? 3. come monitorare e valutare l’efficacia degli interventi insetticidi per il controllo di St? 4. tra gli agenti di biocontrollo ci sono prodotti in grado contenere le popolazioni di St? 5. quale ruolo gioca la qualità dell’irrorazione e l’eliminazione di polloni e succhioni presenti lungo il tronco? 6.si ipotizza l’uso di droni per rilevare FD nei vigneti? In conclusione, sono fermamente convinto che il monitoraggio del vettore St e della FD, con l’identificazione ed estirpazione dei ceppi contaminati, devono essere effettuati collettivamente sotto il controllo di tecnici preparati (organizzazioni tecniche e professionali con la supervisione dei Servizi Fitosanitari regionali). Questa sorveglianza collettiva e la condivisione delle conoscenze e dei riscontri provenienti dai vigneti locali o regionali interessati a FD permette di trasmettere ai viticoltori le esperienze positive, con un linguaggio comune e un consenso sulle misure di gestione della lotta insetticida. Il monitoraggio della malattia, svolto in altre nazioni (es. Francia), indica che la possibilità di eradicazione si affievolisce nel tempo mentre si costruisce, in modo esperienziale, una sorta di "convivenza" con FD.

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • ’𝐎𝐢𝐝𝐢𝐨, una delle malattie più importanti per la difesa della vite, è oggetto di particolare attenzione da parte del viticoltore nella fase finale della stagione (eventuale lotta ai casmoteci) e, alla ripresa vegetativa, per il ruolo determinante delle infezioni precoci. In questo appuntamento con la 𝐝𝐨𝐭𝐭.𝐬𝐬𝐚 𝐈𝐥𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐏𝐞𝐫𝐭𝐨𝐭, Professore all’Università degli Studi di Trento, abbiamo esaminato alcuni aspetti di 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐨𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐢𝐞𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐢 𝐟𝐢𝐭𝐨𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 (e non classificati tali) di 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 che, inseriti in una corretta strategia, 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐫𝐞, almeno in parte, 𝐢 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬𝐢𝐜𝐢 𝐟𝐮𝐧𝐠𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢 𝐞 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞/𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐳𝐨𝐥𝐟𝐨. Negli ultimi anni il settore della viticoltura ha dato un importante impulso ai biopesticidi, più comunemente denominati BCA (Bio Control Agents, agenti di biocontrollo), settore in forte crescita non solo nella difesa biologica ma anche, e soprattutto, in quella integrata. La dott.ssa Pertot vanta una conoscenza e attività sperimentale più che ventennale sui BCA e per questo, forte della sua esperienza, esamineremo insiemi alcuni aspetti salienti: Qual è il principio del biocontrollo e quali sono i suoi benefici/vantaggi? Come si attua il biocontrollo? Quali sono i prodotti di biocontrollo omologati per l'uso in viticoltura e in quale misura vengono utilizzati? Quali sono le confusioni da evitare? Dove posso trovare l'elenco ufficiale dei prodotti di biocontrollo? Dove trovare l'elenco dei prodotti di biocontrollo per la viticoltura? Il biocontrollo è efficace? Qual è il costo del biocontrollo?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • In questo appuntamento Giovanni Bigot insieme all'Ampelonauta senior di Perleuve, Alessandra Di Gregorio, ha affrontato la tematica del monitoraggio dell’Oidio fondamentale per impostare l’eventuale inizio dei trattamenti contro questa pericolosa crittogama della vite.

    Negli ultimi anni nei vigneti, a causa del cambiamento climatico, è stato favorito lo sviluppo dell’Oidio (soprattutto da settembre in poi, in caso di mancata protezione, ad esempio con Ampelomyces) grazie ad una maggiore produzione di forme svernanti (sessuate) del fungo, i casmoteci.
    Come vedremo, la sopravvivenza del fungo può avvenire anche all’interno delle gemme ibernanti che, in primavera, danno origine ai “germogli bandiera”; la vegetazione è completamente infettata dal patogeno.
    In primavera i casmoteci maturi, di colore scuro (nero), aggrappati con i loro uncini al tronco e sul cordone permanente della vite, germinano liberando le ascospore dell’Oidio; queste sono veicolate sulla nuova vegetazione dalle piogge e schizzi d’acqua.
    Quando si verificano le condizioni meteoclimatiche necessarie al rilascio delle ascospore, cioè in presenza di temperature medie sopra gli 8 °C e una pioggia di almeno 2,5 mm, prendono avvio le prime infezioni ascosporiche.
    Le tematiche che abbiamo affrontato riguardano l’importanza del corretto monitoraggio di questo fungo che si svolge durante tutta la stagione vegetativa e, anche, nel corso del riposo invernale (sintomi sui tralci).
    Vi dimostrerò che aver monitorato, nel 2022, l’Oidio e il suo potenziale di inoculo ci permette di gestire, in maniera sostenibile, gli interventi antioidici nell’annata in corso.
    Insieme ad Alessandra abbiamo esaminato alcuni aspetti salienti che qui elenco sinteticamente:
    • Dove cercare (monitorare) l'oidio nel vigneto?
    • Come riconoscere i germogli bandiera?
    • Come identificare le infezioni ascosporiche?
    • Utilizzo strategico (nella difesa) delle Mappe di rischio elaborate in 4GrapesR
    • Approfondire le conoscenze consultando le GAM (Guide Al Monitoraggio) dell’Oidio
    • Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale grazie a 4GrapesR
    • Una panoramica della diffusione e gravità dell’Oidio in Italia (anni 2010-2023)
    • L’importanza di trattamenti precoci nel prevenire le infezioni ascosporiche dell’oidio.

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • La viticoltura sta affrontando numerose sfide a causa del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla resa e sulla composizione delle uve, ma anche per la forte richiesta sociale di una gestione vitivinicola e agricola rispettosa dell'ambiente. La capacità di adattarsi a queste sfide è fondamentale per garantire la sostenibilità (anche economica) della viticoltura. Nella diretta con il prof. Vitale Nuzzo, dell’Università degli Studi della Basilicata - Potenza, cercheremo di delineare, anche grazie alle ricerche da lui condotte sul vitigno Aglianico mediante l’uso di nuovi portinnesti, quali sono le possibilità di adattamento della parte della vite (bimembre) nascosta nel suolo e spesso trascurata, le radici. La complessità delle interazioni tra suolo e radice rende necessario un approccio globale che coinvolge fisiologia, patologia e genetica, al fine di individuare le strategie per migliorare l'adattamento della viticoltura alle minacce attuali e future. Il portinnesto è il collegamento, “il grande mediatore”, tra il suolo e la marza (Vitis vinifera) e ha svolto un ruolo essenziale per combattere (biologicamente) la fillossera in Europa dalla fine del XIX secolo. I portinnesti, nel caso di nuove piantagioni, insieme alla gestione del suolo, possono essere uno strumento essenziale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e dei parassiti e patogeni emergenti presenti nel suolo. Ecco alcuni aspetti che intendo approfondire, mercoledì 29 marzo, con il prof. Vitale Nuzzo: 1. conosciamo e abbiamo sperimentato sufficientemente il patrimonio dei vecchi portinnesti? 2. il vivaismo ha cercato, spesso, di semplificare le cose puntando su pochi portinnesti? 3. quanto tempo richiede la valutazione agronomica, e di adattamento ad un dato vitigno di V. vinifera, di un portinnesto di “vecchia conoscenza” (es. Rupestris du Lot) anche rispetto ai nuovi portinnesti (es. Serie M e STAR)? 4. i portinnesti della serie M sembrano interessanti, sono da proporre su larga scala o è meglio prima effettuare delle prove con piantagioni nelle diverse realtà? … non c’è la fillossera ma il cambiamento climatico… imprevedibile! 5. nei vigneti già in coltivazione ci sono (hai) esperienze solide sul come gestire il vigneto e il suolo per renderlo resiliente ai cambiamenti climatici?

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message
  • I cambiamenti climatici che si stanno manifestando influiscono sulle stagioni (temperatura, piovosità, innevamento, scorte idriche, ecc.) e, nell’emisfero boreale (il nostro) condizionano l’attività vegetativa delle piante. Nel 2022 Vitis vinifera, ha sofferto per gli eccessi termici, le alte radiazioni UV e le carenze idriche. Nello specifico le conseguenze sulla fisiologia della vite sono: anticipo delle fasi fenologiche, riduzione dell’attività fotosintetica, alterazione e deviazione della sintesi di composti secondari dell’uva che sono alla base della qualità del vino. In questa diretta cercheremo di capire il perché dei cambiamenti climatici in atto, grazie all’intervento dell’enologo Ramon Persello, laureato in Viticoltura ed Enologia con una tesi sugli indici bioclimatici ed esperto di agrometeorologia e cambiamenti del clima. L’appuntamento con l’enologo Persello diverrà mensile per permetterci di valutare l’andamento meteoclimatico dei mesi che verranno. È d’obbligo una premessa, i pareri sulle responsabilità dell’uomo per quanto si sta verificando, negli ultimi decenni a livello mondiale, sono contrastanti e anche opposti, la comunità scientifica è divisa dal carattere catastrofico o meno dell’Anthropogenic Global Warming (AGW): il catastrofismo alimentato dalle teorie dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change); il pragmatismo del NIPCC (Nongovernmental International Panel on Climate Change) che ha scritto “La Natura, non l’attività dell’uomo governa il clima”; il negazionismo come sostenuto dal premio Nobel per la fisica nel 1973, Ivar Giaever che è il primo firmatario di una petizione di oltre 1200 scienziati (preminentemente fisici, geofisici, astrofisici e geologi) che avvertono l’universo mondo che non v’è alcuna emergenza climatica. Insomma, un bel guazzabuglio medievale nel quale cercheremo di districarci con l’aiuto di Persello. Per il viticoltore e l’enologo il paradigma, nelle sue linnee generali è conoscere il cambiamento climatico per valutare le azioni da svolgere in vigneto; i dati agronomici acquisiti nelle aziende in cui siamo presenti, anche grazie a 4GrapesR, nelle più importanti zone viticole mondiali ci permettono di comprendere il futuro, intravederne gli scenari e anticipare le scelte agronomiche”.

    --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/4grapes/message