Afleveringen
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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Gli Stati Uniti potrebbero presto voltare le spalle all’Ucraina. È l’allarme lanciato venerdì dal segretario di Stato Marco Rubio, che da Parigi ha dichiarato: “Se non è possibile porre fine alla guerra in Ucraina, dobbiamo lasciar perdere”. Un’affermazione che segna un cambio di passo nella politica estera americana sotto la guida di Donald Trump.
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Mentre l’amministrazione americana sfida l’autoreferenzialità delle università d’élite come Harvard e Columbia, imponendo condizioni chiare a chi riceve miliardi in fondi pubblici, in Italia si continua a ignorare un problema simile: l’ideologizzazione crescente del mondo accademico. Questo editoriale riflette su cosa significhi davvero autonomia universitaria, su dove finisce la libertà di insegnamento e dove inizia l’attivismo politicizzato. E su perché anche nel nostro Paese è urgente un dibattito serio su responsabilità, trasparenza e pluralismo nel mondo della formazione.
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Il 17 aprile a Washington la premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente Usa Donald Trump. Al centro del colloquio l’intenzione di siglare un nuovo accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea. Annunciato l’impegno dell’Italia a raggiungere il 2% del Pil per le spese della difesa al prossimo vertice Nato.
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Nel pieno dell’escalation commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’Unione Europea prova a mediare ma si prepara anche a reagire. Parallelamente al vertice dei ministri del Commercio tenutosi oggi a Lussemburgo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen - nel corso di una conferenza stampa seguita all'incontro con il Primo Ministro norvegese - ha offerto a Washington un accordo per l’azzeramento dei dazi sui beni industriali, sottolineando che le tariffe imposte dagli Stati Uniti stanno causando “immensi costi per consumatori e imprese americane” e hanno un impatto devastante sull’economia globale.
La proposta europea è accompagnata dalla creazione di una “Import Surveillance Task Force” per monitorare gli effetti indiretti delle misure USA attraverso il dirottamento degli scambi commerciali. Von der Leyen ha ribadito la disponibilità al dialogo, ma ha avvertito: “Siamo pronti anche a rispondere con contromisure e difendere i nostri interessi”.
Nel frattempo, gli Stati Uniti minacciano un ulteriore inasprimento dei dazi nei confronti della Cina. Dal volo presidenziale Air Force One, Donald Trump ha dichiarato che “tutti i colloqui con la Cina saranno interrotti subito” e ha annunciato l’intenzione di aumentare del 50% i dazi a partire dal 9 aprile, se Pechino manterrà le sue misure ritorsive. La Cina, infatti, ha già risposto imponendo dazi del 34% su tutte le importazioni americane a partire dal 10 aprile, annunciando anche restrizioni all’export di sette elementi chimici strategici e un ricorso al WTO.
Dalla stessa conferenza di Lussemburgo, il commissario europeo per il Commercio e la Sicurezza economica, Maroš Šefčovič, ha definito “critico” il momento, sottolineando che oltre il 70% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti è colpito da dazi che arrivano fino al 27,5%. “Abbiamo offerto tariffe zero su automobili e beni industriali, ma la strada negoziale sarà lunga e complessa”, ha affermato Šefčovič. La Commissione ha già predisposto una lista di contromisure che sarà votata il 9 aprile ed entrerà in vigore il 15 aprile.
Šefčovič ha anche illustrato tre linee strategiche dell’UE: difesa degli interessi comunitari tramite contromisure, diversificazione degli accordi commerciali con Paesi terzi e contrasto al dirottamento commerciale. Quanto alla Cina, il commissario ha riferito di un recente incontro a Pechino per affrontare problemi strutturali come la sovracapacità produttiva e le barriere di accesso al mercato, annunciando inoltre l’intenzione di rafforzare la cooperazione doganale.
Sul fronte italiano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione del governo, sottolineando all’uscita dal vertice l’importanza di mantenere l’unità europea e proteggere le imprese italiane dalle ricadute della crisi commerciale globale.
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L’Europa reagisce con preoccupazione ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha parlato di “grave colpo all’economia globale”, mentre il governo italiano, con Giorgia Meloni in prima linea, ha espresso contrarietà alla misura. La premier ha annullato i suoi impegni per affrontare la questione.
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Donald Trump si prepara a rilanciare la sua politica dei dazi, sostenendo che nel suo primo mandato abbiano rafforzato l’economia americana. La Casa Bianca ribadisce che le tariffe commerciali “funzionano” e cita diversi studi per dimostrare gli effetti positivi delle misure imposte tra il 2017 e il 2020.
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