Afleveringen
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«Egli, (il Figlio dell’uomo), deve andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani e dei sacerdoti ed essere ucciso, ma il terzo giorno sarà risuscitato». Così Gesù preannuncia per la prima volta la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione. Sappiamo però che i discepoli non comprendono e non accettano questo messaggio. Pietro in particolare, che ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, prende in disparte Gesù e lo rimprovera. “Ma Gesù si voltò, guardò i discepoli e rimproverò Pietro: “Va' via, lontano da me, Satana! Perché tu ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio”. Ecco perché Gesù ne sceglie tre e li porta sul monte: là si trasfigura davanti a loro. Essi lassù sentono la voce del Padre che dice: «Questo è il Figlio mio... Ascoltatelo». L’imperativo della Voce “ascoltatelo” vuole dire che quanto Gesù ha detto e quanto sta per fare è la verità, è il piano divino condiviso con il Padre, della nostra salvezza. Egli dovrà scalare un altro monte, essere affisso alla croce ed essere immolato come vittima di espiazione per i nostri peccati. Non dobbiamo ragionare come gli uomini, ma pensare come Dio. La risurrezione e ancor più lo Spirito Santo farà chiarezza nei discepoli e il ricordo fugace del Tabor apparirà come un momentaneo bagliore che diventerà pienezza nel Risorto e fede viva nella nostra personale risurrezione: San Paolo così la descrive: “La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose”. È il nostro Tabor eterno in Dio, con il Primo dei risorti.
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In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. -
Zijn er afleveringen die ontbreken?
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“Se la lampada della fede in Dio arde in te, se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e se ascolterai la sua voce, sicuramente sentirai il Signore dichiarare che egli sarà Dio per noi e tu sarai un popolo consacrato al Signore”. Il Deuteronomio annuncia così l’alleanza, la fedeltà di Dio e preannuncia il nuovo patto che si compie in Cristo. A mo’ di conclusione il Signore dice: "Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo". E oggi Gesù: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Questo ci aiuta a comprendere il comando del Vangelo di oggi: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Perché abbiamo Dio con noi, perché da Lui e a Lui consacrati possiamo e dobbiamo aspirare alla santità. San Paolo afferma: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? e “Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana”. La grazia è il presupposto della nostra fedeltà, la grazia rende possibile quello che la nostra natura non sarebbe capace di comprendere e di osservare. Amare i nemici e pregare per i nostri persecutori richiede una interiore energia che non possediamo se non l’abbiamo chiesta al Signore e non la viviamo con fedeltà. Abbiamo la testimonianza di una schiera innumerevole di eroi, umanamente deboli e inermi, che hanno amato eroicamente fino al martirio; hanno ripetuto con Cristo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Questa è la vera vittoria degli innamorati di Cristo!
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». -
In questo nostro mondo tutti desidererebbero godere della giustizia, pochi sono i veramente giusti. Per noi credenti la giustizia si identifica con la libera adesione alla volontà di Dio, vissuta con costanza. È come guardarsi nello specchio limpido di Dio, vederne l’intima bellezza e cercare di imitarlo. Gesù ci avverte: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». Di loro dice, l'abbiamo sentito qualche giorno fa: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine”. La vera giustizia è virtù che rifulge nella mente, nel cuore e nelle opere; è un riflesso delle perfezioni divine. È testimonianza di fedeltà a Dio e di vero amore al nostro prossimo. Non è mai parziale e approssimativa; deve quindi crescere ed essere ben alimentata. L’avevamo in principio come dote dal Creatore per la somiglianza creaturale; l’abbiamo persa a causa del peccato, possiamo recuperarla con il dono dello Spirito, per l’efficacia della Grazia. Ecco perché il divino Redentore ci smuove ad una giustizia perfetta e corregge gli errori dei capi religiosi del suo tempo e le superficiali e parziali interpretazioni. “Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Cosi comprendiamo che praticare la vera giustizia è una esperienza di amore, spesso di amore misericordioso, di amore che perdona, che ci consente di assaporare al meglio la paternità di Dio e la nostra fraternità. È però indispensabile liberarsi i da tutte le iniquità commesse e formarsi un cuore nuovo e uno spirito nuovo; è la conversione dalla malvagità alla rettitudine e alla giustizia: è l’allontanarsi da tutte le colpe commesse: è il ritorno dal peccato alla grazia. La Pasqua ci conduce allo splendore della giustizia!
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». -
La divina lezione che Gesù ci ha dato insegnandoci a pregare con il Padre Nostro deve restare il modello di ogni preghiera. Il vangelo di oggi, con l’evangelista Matteo, calandosi nelle nostre quotidiane e più immediate urgenze, avendo quasi scrutato benevolmente le nostre fragilità e le nostre necessità che premono, ci esorta: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto”. Gesù così fuga il dubbio che le nostre invocazioni si sperdano nell’etere, non siano ascoltate, non abbiano né interlocutore né risposte. Ecco la garanzia: “Il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!”. Questa affermazione racchiude una grande promessa e una consolante verità: Il buon Dio, come un Padre ascolta e dà cose buone a coloro che gliele chiedono. Il cuore del nostro Padre celeste è un cuore sempre aperto, traboccante di amore. Dobbiamo però con umiltà fare sempre riferimento a quanto è essenziale della nostra preghiera: “Sia fatta la tua volontà”. È il Padre celeste che con il suo amore e la sua divina sapienza sempre ci dà le “cose buone”. Queste però non sempre corrispondono alle nostre richieste, non sempre quello che chiediamo è il vero bene per noi, non tutto si avvera con la celerità da noi desiderata, non sempre siamo capaci di discernere e valutare le “cose buone” che riceviamo, non sempre la nostra preghiera è perseverante e adorna di certezza, non sempre il nostro spirito è libero, mosso dalla fede fino a potersi librare verso l’Altissimo. Ecco che la regina Ester nella sua ferventissima preghiera chiede: “poni sulle mie labbra una parola opportuna!”. Prima di ogni nostra preghiera dovremmo invocare lo Spirito di Verità perché è sempre vero che nella Luce vediamo e troviamo la Luce.
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».