Afleveringen
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Esistono due tipologie di tempo: un tempo fuori ed un tempo dentro. Quando uno viene coltivato più dell’altro, perdiamo il nostro equilibrio. Ultimo episodio del podcast Mondo Genitori.
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Che processo si nasconde dietro all’acquisizione delle regole? Siamo sicuri che riguardi solo i bambini piccoli? La necessità di infrangerle appartiene proprio ad un meccanismo innato a cui non ci si può opporre, a qualunque età!
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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“Mamma cosa significa…?” “Papà, perché…?” “Maestra, come si fa?” Queste sono solo alcune delle domande che i bambini pongono agli adulti più e più volte al giorno. Spesso ci prodighiamo a dare risposte dettagliate, esaustive, quasi scientifiche! Ma fornire nozioni è davvero la soluzione migliore per la loro crescita?
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Se nella tua vita hai a che fare con un bambino, allora sicuramente sai di cosa sto parlando! Ma sai perché i bambini ci chiamano mille volte al giorno? Soprattutto quando siamo impegnati a fare altro? In realtà il motivo è molto importante, direi vitale…
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Hai mai sentito parlare della sindrome di Burn-out lavorativo o genitoriale? Le due cose possono vivere indistintamente l’una dall’altra (posso avere un crollo a lavoro ma non nella gestione dei figli e viceversa). La definizione fornita dall’OMS è la seguente: “Il burn-out è una sindrome concettualizzata come risultante dallo stress cronico [sul posto di lavoro] che non è stato gestito con successo”. Considerando la condizione sfavorevole in cui moltissime donne vivono ancora oggi, immerse tra lavoro (anche a tempo pieno), gestione dei figli quasi dell’80% a loro carico e gestione della casa con altrettanta percentuale, sfido chiunque a non prendere fuoco. Ma abbiamo le capacità di renderci conto delle cause e delle conseguenze di questa sindrome? Sappiamo reagire?
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“Dai fai sentire ai nostri amici cosa sai suonare” / “Guardate quanto balla bene! Dai ballaci qualcosa” / “Mostra alla maestra il tuo disegno! Falle vedere che bravo che sei stato!”. Dentro a queste richieste si annidano sentimenti e aspettative che appartengono all’adulto che inconsapevolmente è in cerca di rassicurazione sul suo ruolo di genitore. Vantarsi attraverso i figli, però, è una mossa non solo scorretta nei loro confronti, ma che denota anche superficialità ed insicurezza, sebbene, di fondo, tutto viene fatto in nome di un profondo amore.
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Avete presente l’espressione “dormire come un bambino”? Ecco, in realtà vi auguro di no! Contrariamente a quel che si pensa, attorno al tema del sonno dei bambino persistono convinzioni che spesso condizionano la vita dei neo-genitori o di chi si trova alle prime armi con l’addormentamento dei bambini. Se convinti di certi miti, il rischio è di imporre aspettative irreali a sé stessi ed al bambino, danneggiando la salute di entrambi e la qualità della relazione precoce che si instaura alla nascita e nei mesi avvenire. Il momento del sonno è qualcosa di delicato per adulti e bambini, che se mal gestito può condurre a situazioni molto disagevoli.
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È sempre più evidente che certe modalità educative che abbiamo subìto noi producono in realtà gli effetti contrari con conseguenze a volte molto pericolose su* bambin* e l’adult* che sarà. Ma adottare una genitorialità positiva è molto più dura di quel che sembri, soprattutto per chi arriva da un‘educazione di urla e punizioni fisiche e mentali. A volte ci si sente incapaci di essere genitori, perché utilizzare certe strategie così lontane da ciò che abbiamo ricevuto, è frustrante. Ma in realtà, sei molto più vicin* ad uno stile educativo positivo di quel che pensi…
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Succede spesso di voler confortare i nostr* bambin* nei momenti difficili, ma in certe situazioni, invece di utilizzare parole rassicuranti e concentrarci sui loro sentimenti, ci lasciamo sopraffare dai nostri e nel tentativo di spronarli a far bene, li paragoniamo agli altri: “Guarda lui che non piange mai…” / “Sei l’unico che ha paura di…., gli altri bambini non fanno così!” / “I bravi bambini non fanno come te” /…
Ma siamo davvero sicuri del suo dubbio principio educativo?
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Cominciare o ricominciare è un sentimento vissuto da grandi e piccini in modi a volte molto opposti. Ma come essere davvero di supporto ai nostri bambini (e ragazzi?). Ecco degli spunti per affrontare insieme i nuovi inizi!
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Funziona all’incirca così: se io (genitore/insegnante/allenatore/…) ritengo che un bambino sia meno o più datato di altri, inconsciamente lo tratterò diversamente, trasmettendogli la mia convinzione, sulla base della quale lui modificherà il suo agire solo per sentirsi accettato da me. È possibile spezzare questo circolo?
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Bambini che mangiano poco o che improvvisamente smettono di mangiare? Probabilmente è solo una fase, ma forse seguendo questi accorgimenti possiamo vivere meglio certe situazioni per noi preoccupanti.
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Uno dei miti pedagogici più diffuso in assoluto, il capriccio. Ma esiste davvero o è solo una falsa leggenda creata per giustificare la propria incapacità di saper gestire la situazione? Scegliete voi cosa volere essere.
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Questo disturbo è tra i peggiori con cui averci a che fare, ma esistono delle strategie che se applicate da tutti possono avere dei risvolti davvero positivi! E non solo con bambini con disturbo oppositivo provocatorio…
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Si svegliano e la prima cosa che fanno è litigare. Escono da scuola e litigano perfino l’aria che respirano. Si mettono il pigiama e litigano pure per quello. Dormono e quasi sicuramente stanno litigando anche nel sogno! Non temere, c’è un metodo per gestire tutto questo. E soprattutto, c’è una grande motivazione di fondo che forse ancora non conosci.
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Quante volte lo diciamo, o ce lo siamo sentiti dire? Una frase che si nasconde dietro la convinzione di essere educativa, pedagogica. Giustificata dalla futura visione che “in questo mondo nessuno ti regala niente”. Ma forse è più il contrario. Quanto senti di meritare ciò che hai? O semplicemente, è un tuo diritto?
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Tra i vari retaggi che persistono nella nostra cultura, c’è ancora la convinzione che esistano le emozioni negative, che vadano eliminate appena affiorano e soprattutto, è il bambino che deve sbrigarsi a farle smettere, perché l’adulto non ne sopporta la visione. Sono tipiche le frasi “se piangi diventi brutta” oppure “non devi arrabbiarti per queste cose!” e mille altre ancora, che più di aiutare, abbandonano il bambino a sé stesso.
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Ancora oggi ci sentiamo spesso rispondere con frasi decisamente fuori luogo come “te l’avevo detto” oppure “ti sta bene!”, date dalla nostra parte ferita per cercare un’amara consolazione. Ma perché la diciamo sebbene sappiamo il dolore che provoca? E soprattutto, quanto è grave per un bambino riceverla? Quanto lo è stato per te?
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L’abilità sociale è quel filo trasparente che tesse insieme ciò che ci rende capaci di vivere in una società. Inizialmente è importante tessere con cura e pazienza, ma è fondamentale continuare a tenere il filo teso, altrimenti con il tempo il filo si allenta, si sfibra, si spezza. E il tuo filo com’è?
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Linguaggio duro, inflessibilità, regole rigide, gerarchia nelle relazioni, atteggiamento controllante. Queste sono solo alcune caratteristiche per riconoscere l’educazione autoritaria. Quanti danni a lungo termine. Sei sicuro di non farne parte, in un modo o nell’altro?
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