Afleveringen
-
Roma, 1° giugno 1983: in viale Spartaco, nel quartiere Tuscolano, una donna di 67 anni viene sfregiata da uno sconosciuto che le procura una ferita sul volto e scappa. Poco dopo l’uomo colpisce ancora, stavolta la vittima è un settantenne. Polizia e giornali cominciano a interessarsi al caso, l’aggressore viene soprannominato “Jack Lametta“. Dopo altri colpi e altre vittime, si costituiscono le ronde per controllare il territorio. A indagare viene chiamato il magistrato Luciano Infelisi.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Roma è sotto scacco del maniaco, nelle famiglie si consiglia di non uscire di casa. Il quotidiano “Paese sera“ chiede a Massimo Lugli di dare vita a una recita, attirando su di sé i sospetti di essere Jack per studiare le reazioni della gente. Il maniaco continua a colpire, manda rivendicazioni. Poi, improvvisamente, le sue azioni si interrompono. Dodici anni dopo, sempre a Roma, avverranno altri episodi che ricorderanno quelli del 1983: semplice emulazione oppure Jack è tornato?
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Zijn er afleveringen die ontbreken?
-
Barbara Schiavulli è una giornalista freelance. I primi di febbraio del 2005, insieme all’amica e collega del Manifesto, Giuliana Sgrena, raggiunge Bagdad per seguire le elezioni dell’Assemblea che dovrà scrivere la nuova costituzione irachena dopo la caduta di Saddam Hussein. Il mattino del 5 febbraio le due reporter dovrebbero andare insieme alla Moschea Al Moustaph, dove hanno trovato rifugio diversi profughi. Barbara però resta in albergo. In quell’occasione Giuliana Sgrena viene rapita da un gruppo islamista. Nicola Calipari sta andando in settimana bianca con la famiglia, quando viene a sapere del sequestro. Sa che è lui, per il Sismi, i servizi segreti militari, che dovrà occuparsene, così come si è occupato delle quattro guardie di sicurezza sequestrate l’anno precedente - tra cui Fabrizio Quattrocchi che verrà ucciso - e di Simona Pari e Simona Torretta, due operatrici umanitarie. Ma chi è Nicola Calipari? Massimo Lugli, amico sin dai tempi in cui l’agente era in servizio alla Questura di Roma, ce lo racconta.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Nicola Calipari, insieme al collega Andrea Carpani, vola a Bagdad. La trattativa per la liberazione di Giuliana Sgrena è andata a buon fine. Su una Toyota Corolla i due seguono le indicazioni dei rapitori e in una strada isolata trovano la giornalista del Manifesto: è stata lasciata in una macchina. L’obiettivo adesso è mettere in salvo l’ostaggio. L’auto percorre le vie di Bagdad, deve raggiungere l’aeroporto. Ma a un passo dalla meta, sulla pericolosissima Route Irish, si imbatte nei soldati americani che presidiano un posto di blocco in attesa dell’arrivo dell’ambasciatore Usa, John Negroponte. Mario Lozano, un soldato di 35 anni, spara e colpisce Calipari che muore poco dopo. La doppia notizia dell liberazione di Sgrena e morte di Calipari viene data agli italiani da Paolo Bonolis nel corso della penultima serata del Festival di Sanremo.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Com’è morto, Nicola Calipari? Per capirlo nascono commissioni e inchieste: i magistrati americani difendono l’operato dei soldati statunitensi, i periti della procura di Roma hanno un’idea diversa. Nicola Firrao, uno degli esperti nominati dai magistrati italiani, racconta la dinamica dell’attacco evidenziando le responsabilità americane. Ma le domande non finiscono qui, ce n’è un’altra. Fondamentale. La Toyota Corolla non era scortata, come da prassi. Perché ha raggiunto l’aeroporto di Bagdad senza fare sosta all’ambasciata italiana, da dove Calipari, Sgrena e Carpani sarebbero potuti ripartire scortati dai carabinieri del Tuscania?
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Sono le 11 del mattino del 10 luglio 1991. La contessa Alberica Filo della Torre non è ancora uscita dalla sua stanza, chiusa a chiave, in una villa del quartiere residenziale dell’Olgiata, a Nord di Roma. Eppure, ha da organizzare la festa per i dieci anni di matrimonio con suo marito, Pietro Mattei. Preoccupati, i figli della coppia - i piccoli Manfredi e Domitilla - e i domesticibussano alla porta, ma Alberica non risponde. A quel punto, aprono con un passepartout. La contessa è stata uccisa. Ma chi è stato? Massimo Lugli è sul posto insieme agli inquirenti.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Partono le indagini, ci sono i primi sospettati, con uno di loro Massimo Lugli ha un alterco, arriva quasi alle mani. Ma in questa storia finisce di tutto: i servizi segreti, il Pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, sedicenti amanti. Gli inquirenti vorrebbero chiudere le indagini ma il marito di Alberica, Pietro Mattei, si oppone con tutta l’ostinazione possibile.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
È il 29 marzo 2011 quando i carabinieri si presentano alla porta di un uomo di 41 anni: “E’ solo una normale notifica“, gli dicono. L’uomo non sembra preoccupato. Ma una volta in caserma, gli dicono che devono prelevare il suo Dna. E l’uomo comincia a capire. Il colpevole finalmente ha un volto e un nome. Eppure le prove sono sempre rimaste lì, sotto gli occhi di tutti, per vent’anni.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
È l’11 aprile 1994. Antonella Di Veroli è una commercialista che abita da sola in un appartamento del quartiere Talenti, a Roma. Quella mattina ha appuntamento di lavoro in ufficio, deve incontrare una cliente. Ma Antonella non si presenta. Sua madre è preoccupata, perché la figlia non risponde al telefono già da un po’. La sorella Carla, il marito e altre persone, tra cui un collega più anziano di lei, Umberto Nardinocchi, la cercano nel suo appartamento. Ma Antonella non c’è. Poi, all’ennesimo sopralluogo, avviene il ritrovamento. Ed è uno shock.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Antonella è stata trovata morta, uccisa con un colpo di pistola. Massimo Lugli arriva sul posto in cerca di informazioni e viene a sapere che i in un armadio dela stanza da letto, poi sigillato con del mastice. I sospettati sono due: Umberto Nardinocchi e il fotografo Vittorio Biffani: con entrambi la vittima ha avuto una relazione. Vengono sottoposti alla prova della polvere da sparo, e il risultato è sconcertante.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Umberto Nardinocchi esce presto dall’elenco dei sospettati. I magistrati puntano invece su Biffani per un prestito di diversi milioni di Lire che il fotografo avrebbe dovuto restituire alla vittima. A oggi l’identità del colpevole è ignota. Ma non tutte le prove sono state esaminate: forse è ancora possibile conoscere la verità.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
È la mattina del 19 febbraio 1988 quando a Roma, tra via Portuense e il Tevere, due allevatori trovano in una discarica il cadavere semicarbonizzato di un uomo. Si tratta di Giancarlo Ricci, 27 anni. È soprannominato “il pugile”, viene dal quartiere della Magliana e molti lo considerano un bullo. Massimo Lugli comincia a seguire il caso, convinto, all’inizio, che si tratti di un regolamento di conti tra membri della banda della Magliana. Ma la polizia presto sospetta di Pietro De Negri, 32 anni, che ha aperto un negozio di toelettatura per cani in via della Magliana 253, e per questo verrà soprannominato “Il Canaro”. De Negri tuttavia respinge le accuse. Finché due dirigenti della polizia non trovano uno stratagemma per farlo confessare.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Il canaro confessa l’omicidio di Ricci e il racconto delle vessazioni compiute sulla sua vittima è terribile e raccapricciante. De Negri viene arrestato ma – in attesa del processo - si discute se debba essere considerato o meno capace di intendere e di volere.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
De Negri esce dal carcere ma ci ritorna dopo sei giorni. Il 22 gennaio 1990 si apre il processo, l’imputato non è presente ma invia una memoria che viene letta in aula e nella quale racconta di nuovo, per filo e per segno, tutte le atrocità compute su Ricci all’interno del suo negozio di tolettatura cani. Ma è tutto vero, quello che racconta il Canaro?
See omnystudio.com/listener for privacy information.
-
Per cinquant'anni Massimo Lugli ha seguito per Repubblica e altri quotidiani i principali casi di cronaca nera italiana, incontrando investigatori, magistrati, avvocati e familiari delle vittime. Antonio Iovane ha realizzato podcast che raccontano alcuni dei delitti più noti della storia d'Italia. Cosa succede nelle redazioni dei giornali quando arriva la notizia di un delitto?
Come si muove un giornalista davanti a un omicidio? Insieme a voi, Iovane e Lugli torneranno sui luoghi del delitto, per ricostruire indagini, errori e tutto il dietro le quinte della ricerca dei colpevoli e del racconto giornalistico. Il 20 di ogni mese, una nuova storia da ascoltare.
See omnystudio.com/listener for privacy information.