Afleveringen
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Sono le 11 del mattino del 10 luglio 1991. La contessa Alberica Filo della Torre non è ancora uscita dalla sua stanza, chiusa a chiave, in una villa del quartiere residenziale dell’Olgiata, a Nord di Roma. Eppure, ha da organizzare la festa per i dieci anni di matrimonio con suo marito, Pietro Mattei. Preoccupati, i figli della coppia - i piccoli Manfredi e Domitilla - e i domesticibussano alla porta, ma Alberica non risponde. A quel punto, aprono con un passepartout. La contessa è stata uccisa. Ma chi è stato? Massimo Lugli è sul posto insieme agli inquirenti.
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Partono le indagini, ci sono i primi sospettati, con uno di loro Massimo Lugli ha un alterco, arriva quasi alle mani. Ma in questa storia finisce di tutto: i servizi segreti, il Pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, sedicenti amanti. Gli inquirenti vorrebbero chiudere le indagini ma il marito di Alberica, Pietro Mattei, si oppone con tutta l’ostinazione possibile.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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È il 29 marzo 2011 quando i carabinieri si presentano alla porta di un uomo di 41 anni: “E’ solo una normale notifica“, gli dicono. L’uomo non sembra preoccupato. Ma una volta in caserma, gli dicono che devono prelevare il suo Dna. E l’uomo comincia a capire. Il colpevole finalmente ha un volto e un nome. Eppure le prove sono sempre rimaste lì, sotto gli occhi di tutti, per vent’anni.
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È l’11 aprile 1994. Antonella Di Veroli è una commercialista che abita da sola in un appartamento del quartiere Talenti, a Roma. Quella mattina ha appuntamento di lavoro in ufficio, deve incontrare una cliente. Ma Antonella non si presenta. Sua madre è preoccupata, perché la figlia non risponde al telefono già da un po’. La sorella Carla, il marito e altre persone, tra cui un collega più anziano di lei, Umberto Nardinocchi, la cercano nel suo appartamento. Ma Antonella non c’è. Poi, all’ennesimo sopralluogo, avviene il ritrovamento. Ed è uno shock.
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Antonella è stata trovata morta, uccisa con un colpo di pistola. Massimo Lugli arriva sul posto in cerca di informazioni e viene a sapere che i in un armadio dela stanza da letto, poi sigillato con del mastice. I sospettati sono due: Umberto Nardinocchi e il fotografo Vittorio Biffani: con entrambi la vittima ha avuto una relazione. Vengono sottoposti alla prova della polvere da sparo, e il risultato è sconcertante.
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Umberto Nardinocchi esce presto dall’elenco dei sospettati. I magistrati puntano invece su Biffani per un prestito di diversi milioni di Lire che il fotografo avrebbe dovuto restituire alla vittima. A oggi l’identità del colpevole è ignota. Ma non tutte le prove sono state esaminate: forse è ancora possibile conoscere la verità.
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È la mattina del 19 febbraio 1988 quando a Roma, tra via Portuense e il Tevere, due allevatori trovano in una discarica il cadavere semicarbonizzato di un uomo. Si tratta di Giancarlo Ricci, 27 anni. È soprannominato “il pugile”, viene dal quartiere della Magliana e molti lo considerano un bullo. Massimo Lugli comincia a seguire il caso, convinto, all’inizio, che si tratti di un regolamento di conti tra membri della banda della Magliana. Ma la polizia presto sospetta di Pietro De Negri, 32 anni, che ha aperto un negozio di toelettatura per cani in via della Magliana 253, e per questo verrà soprannominato “Il Canaro”. De Negri tuttavia respinge le accuse. Finché due dirigenti della polizia non trovano uno stratagemma per farlo confessare.
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Il canaro confessa l’omicidio di Ricci e il racconto delle vessazioni compiute sulla sua vittima è terribile e raccapricciante. De Negri viene arrestato ma – in attesa del processo - si discute se debba essere considerato o meno capace di intendere e di volere.
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De Negri esce dal carcere ma ci ritorna dopo sei giorni. Il 22 gennaio 1990 si apre il processo, l’imputato non è presente ma invia una memoria che viene letta in aula e nella quale racconta di nuovo, per filo e per segno, tutte le atrocità compute su Ricci all’interno del suo negozio di tolettatura cani. Ma è tutto vero, quello che racconta il Canaro?
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Per cinquant'anni Massimo Lugli ha seguito per Repubblica e altri quotidiani i principali casi di cronaca nera italiana, incontrando investigatori, magistrati, avvocati e familiari delle vittime. Antonio Iovane ha realizzato podcast che raccontano alcuni dei delitti più noti della storia d'Italia. Cosa succede nelle redazioni dei giornali quando arriva la notizia di un delitto?
Come si muove un giornalista davanti a un omicidio? Insieme a voi, Iovane e Lugli torneranno sui luoghi del delitto, per ricostruire indagini, errori e tutto il dietro le quinte della ricerca dei colpevoli e del racconto giornalistico. Il 20 di ogni mese, una nuova storia da ascoltare.
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