Afleveringen
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Articolo del mese novembre-dicembre 2024
Ricerca Spirituale e intelligenza artificiale,
di Antonio Girardi
legge Francesco Pisani
Nel suo articolo, “Ricerca Spirituale e intelligenza artificiale”, Antonio Girardi, Presidente della Società Teosofica Italiana, approfondisce il tema a partire da una corretta definizione dei termini in questione, per passare poi a una serie di riferimenti storico-culturali, con un’analitica riflessione sui “ponti” costruiti dal pensiero teosofico e dalla realtà della fisica quantistica per una connessione, positiva e fattuale, fra scienza e spiritualità.
L’intelligenza artificiale viene poi vista sia per i suoi lati positivi sia per quelli che evidenziano pericoli, legati alla programmazione algoritmica della stessa e dal suo utilizzo da parte dell’essere umano.
La “Teosofia dell’esperienza” viene vista dall’autore Girardi come un possibile antidoto alla manipolazione e la realtà della Via del Cuore come la strada più sicura per arrivare alla consapevolezza, grazie al superamento “di una visione del mondo basata sull’opposizione fra oggetto e soggetto” e grazie alla presa di coscienza della relazione con gli altri come elemento fondante del processo di espansione della coscienza, in virtù di un’esistenza basata sul principio del beneficio di tutti gli esseri.
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Articolo del mese novembre-dicembre 2024
Dialoghi teosofici sull’individuo contemporaneo e il suo vissuto,
di Pier Giorgio Parola
legge Elena Bessie Camplone
Pier Giorgio Parola, attento studioso delle opere di Helena Petrovna Blavatsky, nel suo articolo ricorda che “‘La Dottrina Segreta’ di H.P. Blavatsky non è solo un complesso di cognizioni, di princìpi disposti ed elaborati organicamente, un oggetto di studio, ma è uno strumento da usare, nel quale si riconoscono una fluidità bachiana e un’esuberanza in cui nulla è inserito che non abbia a che fare con il tema”.
L’autore, dopo essersi soffermato su alcuni princìpi fondamentali del pensiero di H.P.B. con un articolato riferimento al Proemio de “La Dottrina Segreta”, si sofferma sul motto della Società Teosofica, che evidenzia come non ci sia una verità oltre al Dharma (la Legge). Si tratta di un assioma fondamentale, secondo cui la Legge e la Divinità sono una sola cosa.
Osserva Pier Giorgio Parola: “In ogni minimo ‘dharma’, in tutti gli eventi della vita, della realtà, i “punti istanti” - come li definisce Tucci - è il ‘Dharma’ e non c’è bisogno di abbandonare nulla, ma di vedere la legge, la ‘divinità’ in tutto, in un tutto costituito da materia e spirito uniti da ‘fohat’ il pensiero divino oggettivato, ‘l’energia dinamica dell’ideazione cosmica’, un tutto visto da un uomo che è il ponte fra ‘cosmos’ e ‘chaos’, da un ego che è ponte fra sé e non sé”.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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Articolo del mese settembre-ottobre 2024
Il risveglio della coscienza,
di Gaetano Mollo
legge Sara Gencarelli
Nel breve e incisivo scritto “Il risveglio della coscienza” Gaetano Mollo, professore emerito dell’Università di Perugia, dopo aver rilevato la nascita, anche grazie ai media, di una coscienza planetaria, sottolinea come “siamo tutti chiamati a salvaguardare il nostro pianeta per poterne godere. Perciò serve una coscienza planetaria, che accumuni tutti i popoli e le genti, al di là delle distinzioni di nazioni, continenti, razze, religioni, colori o caste, partendo sempre dallo sviluppo della coscienza individuale, che resta il centro autoriflessivo di ogni persona”.
Lo sviluppo di questo tipo di coscienza passa attraverso l’investigazione e la comprensione delle leggi dell’universo e sotto questo profilo la scienza può risultare di grande aiuto.
E nel comportamento umano due termini risultano emblematici: quello della comprensione e quello della collaborazione.
Per Mollo “Partendo dalla coscienza sensitiva, si può così costituire la coscienza razionale, per espandersi nella coscienza intuitiva sino alla coscienza mistica cui si perviene quando, attraverso la contemplazione, si può cogliere in momenti di estasi l’unione col Tutto”.
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Articolo del mese settembre-ottobre 2024
Carl Gustav Jung era un teosofo?,
di Diego Fayenz
legge Luca Marini
La Rivista contiene, fra gli altri, l'articolo "Carl Gustav Jung era un teosofo?” di Diego Fayenz, psichiatra e psicoterapeuta nonché Presidente del Gruppo Teosofico Triestino “Edoardo Bratina”.
Dopo aver sottolineato come Carl Gustav Jung, benché non iscritto alla Società Teosofica, possa essere a pieno titolo considerato un teosofo, passa ad analizzare alcuni concetti del celebre medico che evidenziano sorprendenti parallelismi con i contenuti della letteratura teosofica, a partire da quelli relativi al karma e al significato della dimensione archetipale.
Per Fayenz “Jung era intimamente convinto dell’importanza della vita spirituale e della forza che solo questa infonde all’uomo, così come della realtà che i nostri sensi e la nostra coscienza sono estremamente limitati e difficilmente per loro tramite si arriva alla realtà” ed è proprio per queste ragioni che l’affermazione junghiana “È un pregiudizio quasi ridicolo non ammettere altre forma di esistenza all’infuori di quella corporea” assume una particolare importanza e significato.
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Articolo del mese luglio-agosto 2024
L’intelligenza artificiale e l’ecologia del pianeta,
di Graziella Ricci
legge Daniel Gonzalez
Nell’articolo di Graziella Ricci, docente emerita dell’Università di Macerata e Presidente del Gruppo Teosofico “Ars Regia” di Milano, viene approfondito il tema dell’intelligenza artificiale.
Il punto di vista del suo testo è particolare e importante, perché affronta il tema indagando rapporto fra I.A. ed ecologia del pianeta.
L’analisi dell’autrice è rigorosa e ricorda, citando Padre Benanti, consigliere di Papa Francesco su questo tema, che “mentre vari studiosi sostengono che l’intelligenza artificiale possa non solo essere utile ma anzi indispensabile per salvaguardare il futuro della Terra, una criticità strutturale può essere individuata nei costi energetici di sviluppo delle I.A.”.
Ricci ricorda che “di solito si pensa alle I.A. come machine learning, utili per l’apprendimento e per tante altre applicazioni. Ma se allarghiamo la mappa una visione più ampia la può definire come industria estrattiva”. A supporto di questa tesi cita Grawford, secondo cui “la creazione dei sistemi di I.A. attuali è strettamente legata allo sfruttamento delle risorse energetiche e minerarie del pianeta, di manodopera a basso costo e di dati su amplissima scala”.
Nella parte finale dell’articolo l’autrice pone una domanda: “Che cosa potrebbe fare ognuno di noi per contribuire a rinforzare l’ecologia del pianeta secondo il principio teosofico della fratellanza universale?” Per Ricci la risposta è semplice: “A livello macroscopico molto poco; tuttavia, nelle piccole cose si può aiutare parecchio, utilizzando il meno possibile le tecnologie che dipendono dall’I.A. come il web, Alexa, Amazon, Facebook, il cloud, le email”.
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Articolo del mese luglio-agosto 2024
Blavatsky sulla missione della Società Teosofica,
di Pablo Sender
legge Tobia Buscaglione
Pablo Sender, attendo studioso del pensiero e dell’opera di H.P. Blavatsky, ricorda che quest’ultima ne “La Chiave della Teosofia” definisce così la missione della Società Teosofica: “È stata costituita per aiutare gli uomini a capire che esiste una cosa come la Teosofia e per favorire l’ascesa verso di essa studiando e assimilando le sue Verità eterne”.
Per la S.T. dunque è essenziale essere in grado di far conoscere la Teosofia alle persone. Per fare ciò è importante che i suoi membri conoscano gli insegnamenti teosofici e siano in grado di comunicarli efficacemente, non con un obiettivo consolatorio ma per creare le condizioni affinché ciascuno sviluppi uno stato di #coscienza che possa collegarsi a quella “saggezza divina” che è latente in ciascuno di noi.
Sender ricorda anche che H.P. Blavatsky consiglia sia di studiare le Verità eterne espresse negli insegnamenti teosofici sia di dare grande attenzione alla loro assimilazione. Per arrivare a questo va sottolineato che la semplice lettura dei testi non basta; è necessario invece uno studio accurato. Inoltre “dobbiamo esaminare noi stessi e la vita quotidiana dalla prospettiva di ciò che stiamo imparando, affinché la nostra comprensione non rimanga a livello di astrazione”.
Infine – sottolinea Sender - “l’ultimo passo è sforzarci di agire in modo coerente con i dettami teosofici”.
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Articolo del mese maggio-giugno 2024
Il lavoro in un gruppo teosofico,
di Iqbal Kishen Taimni
legge Nicoletta Boriello
Il dottor Taimni è stato un teosofo e docente universitario che ha dedicato molte energie allo studio e alla declinazione dei princìpi del lavoro teosofico, su cui ha scritto anche un importante saggio.
Per Taimni “Il successo del lavoro compiuto da un gruppo teosofico dipende principalmente dalla comprensione degli insegnamenti teosofici e dalla mentalità dei membri che lo compongono, dal loro carattere e dalla loro vita interiore. Ne consegue che, se vogliamo fare di un gruppo teosofico un centro vitale e operoso dobbiamo conoscere gli obiettivi e i princìpi e agire in modo che questi siano realizzati”.
Il primo e indispensabile passaggio è legato a un interesse autentico per gli Scopi della Società Teosofica e per lo studio e la pratica della Teosofia. Un secondo aspetto ha invece a che fare col superamento di uno stato di attenzione solo sui propri problemi personali e con un’apertura di coscienza sulle condizioni dell’umanità e sulle sue sofferenze. È proprio questo passaggio che apre gli esseri umani alla dimensione dell’#empatia e della buona relazione umana.
Un terzo elemento fondante è l’acquisizione della conoscenza e il metterla in pratica a servizio degli altri. Ciò porta con sé la dimensione del sacrificio.
Conclude Taimni: “Cambiamenti nel carattere dei membri e nella loro visione delle cose possono solo essere il risultato di molto studio, di profonda riflessione, di un contatto reale con i problemi della vita, di sacrifici in nome dell’ideale e dell'esempio di coloro che hanno maggiore esperienza e, di conseguenza, una maggior comprensione dei problemi esistenziali”.
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Articolo del mese maggio-giungo 2024
Il potere dei luoghi sacri,
di Tim Boyd
legge Luca Marini
In questo articolo Tim Boyd, Presidente Internazionale della Società Teosofica, approfondisce il tema del potere dei luoghi sacri. Lo fa sottolineando innanzitutto l’importanza della sperimentazione nella vita spirituale e collegando poi quest’ultima al beneficio che l’essere umano può trarre da questi spazi, “quei luoghi sulla Terra dove chiunque vi si rechi sperimenta la presenza di un’energia di sacralità e benedizione”.
Non può mancare a questo punto un collegamento con Adyar, il luogo simbolo della Società Teosofia, quello che viene definito “La Casa dei Maestri”, marcando così un collegamento e un ruolo attivo degli esseri umani nel processo di valorizzazione degli spazi sacri.
Osserva Tim Boyd: “Il coinvolgimento umano nella creazione di luoghi sacri è qualcosa su cui abbiamo un certo controllo. Questi devono essere realizzati dove viviamo. Si, possiamo entrare in un tempio per trovare pace ed elevazione spirituale, ma non dovremmo allontanarci dalle nostre case per conquistare tutto questo”.
Per raggiungere questo obiettivo diventa molto importante la qualità del nostro pensiero e delle nostre relazioni, così “con il tempo, la pazienza e un impegno intelligente diventiamo strumenti efficaci per una nuova direzione in questo mondo”.
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Articolo del mese marzo-aprile 2024
Il telescopio di James Webb e la sincronia fra il nostro cervello e l’universo,
di Vipin Shah
legge Laura Verdone
In questo articolo, tradotto per la prima volta in italiano dalla Rivista Italiana di Teosofia, dopo la pubblicazione nel numero di ottobre 2022 del “The Theosophist”, Vipin Shah ripercorre innanzitutto la storia, concreta e simbolica a un tempo, dei telescopi, da Galileo a James Webb, con il lancio, avvenuto nel 2021, di un telescopio che staziona a un milione di chilometri dalla Terra ed è in grado di fornire immagini davvero uniche (per ora) del cosmo e dell’universo.
Vipin Shah, dopo aver ricordato che “Noi non siamo affatto al centro dell’universo e questo non è eterno, ha avuto un inizio e avrà una fine. Possiamo essere venuti al mondo dal grembo di nostra madre, ma il vero grembo che ci avvolge è l’universo, sin dal lontano ‘Big Bang’, quattordici miliardi di anni fa. Questo grembo è governato da leggi della fisica solide come la roccia e sperimenta forze della Natura che le nostre menti sono incapaci di immaginare”, si pone una domanda di fondamentale importanza: “L’universo è cosciente?”.
Per arrivare a una risposta, secondo l’autore dell’articolo, possono essere molto utili alcune teorie scientifiche, come quella del “Panpsichismo” di Roger Penrose, secondo cui tutto ha una coscienza, che trae origine dalle regole statistiche della #fisicaquantistica applicate negli spazi microscopici tra i neuroni del cervello. La vasta rete di neuroni umani, tutti legati per creare un essere cosciente, ha un’inquietante somiglianza con lo sterminato numero di galassie e stelle esistenti secondo le leggi della fisica.
Nel 2006 questa idea fece un ulteriore passo in avanti grazie al fisico Bernard Haisch. Egli ipotizzò che i campi quantici che permeano tutto lo spazio vuoto producano e trasmettano coscienza, che emerge poi in ogni sistema sufficientemente complesso attraversato da energia che fluisce in esso.
Dopo aver invitato il lettore a considerare il sincronismo fra il cervello umano e l’universo (“noi siamo “gli osservatori” e l’universo è “l’osservato”) Shah conclude: “Mentre ci rallegriamo della capacità della nostra specie di aver ottenuto lo straordinario risultato nel portarci tante meravigliose immagini, dobbiamo anche lamentare il fatto che gli strumenti scientifici non sono altro che un’estensione dei nostri cinque sensi. Dobbiamo andare ben oltre per carpire la ragione della nostra esistenza e per aprire l’unica porta rimasta per noi – quella della spiritualità – l’unica, sembra, che potrà riflettere su questo #misticismo, quando la scienza avrà raggiunto i suoi limiti”.
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Articolo del mese marzo-aprile 2024
Lo spazio luminoso del karma. Considerazioni teosofiche sul principio di causalità,
di Graciano Caucig
legge l'autore
Graciano Caucig studia da molti anni la Teosofia ed è un membro attivo del Gruppo Teosofico di Cervignano del Friuli. Nel suo articolo invita a una riflessione positiva e a tutto tondo sulla legge del Karma e approfondisce teoria e pratica del principio di causalità.
Caucig collega innanzitutto il primo scopo della Società Teosofica, quello della Fratellanza Universale senza distinzioni, al Sentiero dell’azione (Karma marga) così com’è definito nella Bahagavad Gita. Ne consegue la grande importanza della relazione positiva, della meditazione e della comprensione delle cause del dolore, che può avvenire solo dopo aver superato la dimensione dell’ignoranza.
L’autore cita un frammento della lettera n. 10 del Mahatma K.H. a Sinnett, nella quale viene sottolineato che “... Il vero male proviene dall’intelligenza umana e la sua origine è provocata solo dall’uomo razionale che si allontana dalla natura. Perciò l’umanità è la vera e unica fonte del male, la degenerazione del bene, il risultato dell’egoismo e dell’avidità. Pensate profondamente e scoprirete che, all’infuori della morte – che non è un male ma una legge necessaria – e delle sventure che saranno sempre ricompensate nelle vite future, l’origine d’ogni piccolo o grande male risiede nell’azione umana, nell’uomo che, grazie alla sua intelligenza, è l’unico agente libero in natura [...]”.
L’essere umano è dunque chiamato a innescare in se stesso un processo verso la consapevolezza che porta Caucig a sottolineare come: “… possiamo trasformarci solamente tramite la Conoscenza e la Saggezza, presenti in quell’universo sotterraneo e inconoscibile e dal quale si sprigiona la scintilla Luminosa che, specchiandosi, consente l’apparire delle diverse Intelligenze Primordiali nonché degli Esseri di Compassione che cooperano, a vari livelli, con l’evoluzione della nostra umanità. Questa favilla è di fatto la #Monade che si riflette anche in quelle tre parti della nostra costituzione segreta chiamate in Teosofia #Atma, #Buddhi e #Manas. In tutta la nostra costituzione sono dunque presenti sia questi diversi aspetti della Saggezza Primordiale sia le qualità spirituali delle Luminose Intelligenze. In una dimensione fondata su simili caratteristiche non esiste l’ordinaria e lineare legge di causalità composta prevalentemente da reazioni, ma una dimensione formata da sole cause, da sole azioni spontanee presenti simultaneamente in ogni istante e in ogni tipo di modificazione nel tempo intuitivo”.
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Articolo del mese gennaio-febbraio 2024
Si può eliminare il Karma?,
di Pablo Sender
legge Tobia Buscaglione
Pablo Sender, attento studioso de “La Dottrina Segreta” di H.P. Blavatsky, è l’autore di questo articolo, che propone una riflessione a tutto tondo sul Karma, argomento molto importante per chi voglia avere una visione autenticamente spirituale della vita.
Questo tema è sempre stato al centro della riflessione e della ricerca che ha caratterizzato la vita della Società Teosofica, anche perché il karma è strettamente collegato al concetto di evoluzione e di reincarnazione.
Partendo dunque dal fatto che il Karma “è la legge di causa ed effetto, secondo la quale tutto ciò che capita a una persona è il risultato delle sue azioni del passato mentre ogni azione del presente produrrà i suoi effetti nel futuro”, Sender precisa subito che secondo “La Dottrina Segreta” di H.P. Blavatsky “la dottrina centrale della filosofia esoterica non ammette nessun privilegio o regalo all’essere umano se non quello che l’Ego si è guadagnato tramite i propri sforzi e meriti personali” e che “tutto quello che capita è la conseguenza e il risultato naturale delle nostre azioni. A volte gli effetti di un’azione possono tardare a portare i loro frutti (addirittura il tempo di una vita), ma anche in questa situazione cause ed effetti non sono mai scollegati”.
La risposta alla domanda iniziale è dunque, secondo la letteratura teosofica, un no; ma anche se il Karma non può essere eliminato, attraverso la nostra presa di #coscienza e l’#accettazione della sofferenza come strumento evolutivo, esso comunque può essere modificato e la sua manifestazione trascesa.
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Articolo del mese gennaio-febbraio 2024
Considerazioni sulla guerra,
di Jiddu Krishnamurti
legge Gabriele Sabetta
Jiddu Krishnamurti (1895-1986) ha avuto sempre una grande attenzione per la dimensione della Pace, sottolineando come essa debba nascere prima di tutto nel cuore di ciascun essere umano, attraverso una presa di coscienza che faccia comprendere come la scissione fra l’osservatore e l’osservato, e dunque anche fra l’individuo e le proprie paure, impedisca di fatto di vivere il presente e lasci invece aperto lo spazio ai condizionamenti delle esperienze del passato e alle proiezioni incerte e titubanti nel futuro.
L’articolo “Considerazioni sulla guerra” riporta alcune risposte di Krishnamurti a domande che gli erano state poste sulla guerra.
J.K. non lascia spazio a compromessi intellettuali e afferma: “La guerra è la proiezione imponente e sanguinosa della nostra vita, una mera espressione esteriore del nostro stato interiore, un ampliamento della nostra azione quotidiana”.
Alla domanda “che cosa provoca la guerra, sia essa religiosa, politica o economica?” risponde: “Ovviamente ciò che causa la guerra è il desiderio di potere, posizione, prestigio, denaro; e inoltre la malattia chiamata nazionalismo, il culto di una bandiera, la malattia della religione organizzata, la devozione a un dogma” e per J.K. questi aspetti non riguardano solo gli altri, ma ciascuno di noi direttamente; infatti “per porre fine alla guerra esteriore bisogna iniziare a porre fine alla guerra in noi stessi […] Se comprenderete la sofferenza, se rileverete l’urgenza di un’azione immediata e non rinvierete, allora vi trasformerete. La pace arriverà solo quando sarete pacifici, quando voi stessi sarete in pace con il vostro vicino”.
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Articolo del mese novembre-dicembre 2023
La Teosofia pratica e Radha Burnier,
di Deepa Padhi
legge Sara Gencarelli
In questo articolo Deepa Padhi, Vice-Presidente Internazionale della Società Teosofica, tratteggia con grande sensibilità la figura di Radha Burnier, che fu a lungo la Presidente Internazionale della S.T.
Lo fa collegando l’opera della grande studiosa e infaticabile paladina del pensiero teosofico a uno degli aspetti fondamentali della Teosofia: quello pratico, che si affianca a quello legato alla conoscenza. Burnier affermava infatti che “i nostri studi devono avere un valore pratico, si devono manifestare nelle nostre relazioni, pensieri e atteggiamenti con gli altri; dovrebbero essere un esempio di come il mondo intero possa essere una famiglia nella quale c’è un reciproco incoraggiamento e supporto in occasione di difficoltà psicologiche, morali e fisiche”.
Per Padhi è tempo che gli esseri umani comprendano qual è il loro ruolo nel tutto dell’universo, superando la percezione sbagliata di essere “superiori” agli altri e ai vari regni della natura, avendo inoltre cura degli animali e delle piante, dei minerali e, naturalmente, di tutti coloro che soffrono.
Ed è proprio per questo - come ha insegnato Radha Burnier - che “la trasformazione personale non può essere fatta solo da sé, ma necessita degli altri sé, perché è per mezzo delle relazioni che il nostro sviluppo è possibile”. E per Deepa Padhi dunque “La Teosofia è la filosofia della solidarietà, dell’inclusione. Amore, compassione, sacrificio, empatia - tutto emerge dalla solidarietà o dall’inclusività”.
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Articolo del mese novembre-dicembre 2023
Il Sentiero senza fine,
di Tim Boyd
legge Tobia Buscaglione
Nella sua riflessione sul tema Tim Boyd, Presidente Internazionale della Società Teosofica, riprende un’affermazione di Helena Petrovna Blavatsky: “È cosa relativamente facile diventare teosofi. Ogni individuo di media capacità intellettuale, che abbia una tendenza per la metafisica, conduca una vita pura, altruistica, che trovi una gioia maggiore nell’aiutare il prossimo piuttosto che nel ricevere aiuto, un individuo sempre pronto a sacrificare i propri piaceri per la causa altrui e che ami la Verità, la Bontà e la Sapienza per loro stesse e non per il beneficio che possono arrecare, un individuo siffatto è un teosofo”.
Naturalmente ciò che viene dichiarato come cosa facile da H.P.B. può apparire più complicato e difficile all’essere umano che intraprende un sentiero spirituale.
Quel che più conta in realtà è proprio la decisione di iniziare un cammino che ci porti verso la consapevolezza, lungo un Sentiero senza fine.
Boyd nella sua riflessione illustra anche contenuti tratti da alcune fonti preziose, quali il “Lam Rim”, corpo di insegnamenti di saggezza tipici del buddhismo Tibetano, il libro “Ai Piedi del Maestro”, scritto da un giovanissimo Jiddu Krishnamurti, “La Luce sul Sentiero” di Mabel Collins e la “Bhagavad Gita”.
La conclusione è lasciata a questa citazione da Albert Einstein: “La più bella esperienza che possiamo vivere è il mistero. È l’emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza”.
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Articolo del mese settembre-ottobre 2023
Trascinato nel vortice della probazione: il caso di Edmund W. Fern,
di Pedro Oliveira
legge Nicoletta Boriello
Pedro Oliveira in questo articolo approfondisce il tema della “probazione”, che fa diretto riferimento al rapporto fra Maestro e allievo.
Il supporto concettuale gli viene fornito dal punto di vista di T. Subba Row relativo allo sviluppo occulto e spirituale. Scrive T. Subba Row: “Questa filosofia riconosce due vie, entrambe con lo stesso fine: una gloriosa immortalità. Una è il sentiero naturale e regolare del progresso attraverso lo sforzo morale e la pratica della virtù. Ne risulta una sicura crescita dell’anima, naturale e coerente… e questo è il percorso che Sankaracharya raccomandava a tutti i suoi discepoli e successori. L’altra strada è il ripido sentiero dell’occultismo, che passa attraverso una serie di iniziazioni. Solo poche nature particolari e specialmente organizzate sono adatte a questo sentiero”.
Il caso concreto analizzato da Pedro Oliveira è quello di Edmund W. Fern, che era il segretario di A.O. Hume e che fu accettato da un Mahatma come chela in probazione. Le vicende legate all’esperienza di Edmund W. Fern consentono all’autore di analizzare profondamente il senso dell’esperienza di un chela e del suo rapporto con il Maestro: “Sebbene sia un processo formativo, l’adeptato comporta una verifica e un accertamento continui della natura interiore e morale del candidato, così da controllare che egli o ella possa riuscire a integrare la propria coscienza sulla base sia della stabilità sia dell’altruismo”, senza dimenticare che “uno dei punti importanti che riguardano lo stadio probatorio è quello di mettere le persone in stretta relazione, così che tirino fuori reciprocamente le loro virtù e i loro difetti”.
In conclusione Pedro Oliveira osserva che: “Nella storia della S.T. un certo numero di teosofi è stato messo alla prova, ciascuno a confronto con la propria natura personale e, nonostante molte difficoltà e lotte interiori, fu in grado di emergere da tali verifiche con una costante e incrollabile dedizione alla causa della Teosofia. Questi divennero pilastri dell’edificio teosofico. Forse ciascuno dei lavoratori sinceri della S.T. potrebbe dover affrontare prove similari, come molti altri prima, ora o nel futuro”.
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Articolo del mese settembre-ottobre 2023
Arte e Teosofia oggi - Prospettive in un mondo tecnologicamente avanzato,
di Sandro Orlandi Stagl
legge Francesco Pisani
In questo saggio breve Sandro Orlandi Stagl, architetto, curatore di mostre e art director che coordina un gruppo di artisti che si riconoscono nei valori dell’arte etica, riesce mirabilmente a mettere a fuoco il rapporto, moderno e contemporaneo, fra Arte e TeosofiaDopo aver ricordato che: “È ormai riconosciuto che il pensiero teosofico moderno ha avuto un ruolo determinante nella formazione e nello sviluppo dell’arte del ‘900” e che “numerosi artisti, di correnti e stili diversi, si sono interessati alle idee della Società Teosofica e alcuni di loro ne hanno anche fatto parte”, l’autore passa ad approfondire una serie di casi concreti, a partire da quelli del pittore inglese Reginald Machell (1854-1927), di Odilon Redon (1840-1916) e Arnold Bocklin (1827-1901).
Dopo essersi soffermato sui futuristi Umberto Boccioni e Giacomo Balla, Orlandi Stagl analizza il rapporto fra l’arte di Hilma af Klint (1862-1944) e la Teosofia, per arrivare poi a Vassili Kandinsky (1866-1944), Piet Mondrian (1872 -1944), che della Società Teosofica è stato anche un importante esponente, e a Jackson Pollok (1912-1956).
Il testo non trascura anche il fatto che “tanti altri personaggi famosi in diverse discipline mostrarono la loro propensione per le idee teosofiche, fra cui gli scrittori James Joyce, D.H. Lawrence, Henry Miller, il giallista Sir Arthur Conan Doyle (l’autore di Sherlock Holmes), il musicista Gustav Mahler, il cantante Elvis Presley, l’attrice Shirley Mac Laine, l’inventore Thomas Edison, l’educatrice MariaMontessori ecc.”.
In conclusione Orlandi Stagl ricorda i versi della poesia di AntonioPessoa (1888-1935) titolata “Tabaccheria”: Non sono niente / non sarò mai niente / non posso voler essere niente / a parte questo, ho dentro di me tutti i sogni del mondo”.
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Articolo del mese luglio-agosto 2023
Teosofia e neuroscienze, tra tecnologia e comunicazione,
di Graziella Ricci
legge Daniel Gonzalez
La teosofa milanese Graziella Ricci, forte dei suoi studi e approfondimenti nel campo della comunicazione e delle neuroscienze sviluppa in questo articolo una indagine di vasto spettro culturale sul tema del rapporto fra Teosofia e neuroscienze. L’autrice parte dall’analisi del filosofo Eric Sadin e dalla sua lapidaria affermazione “Siamo predatori, schiavi degli algoritmi. Non ci salverà la tecnologia ma la condivisione”. Graziella Ricci mette anche in guardia il lettore dai pericoli di un uso inappropriato del metaverso, sottolineando come questa apparente realtà porti “verso una schiavitù digitale futura”. L’invito è chiaro: “Ciascuno, nel suo piccolo, se ha capito il pericolo di un futuro quasi totalmente digitale, dovrebbe impegnarsi a far capire agli altri l’importanza della comunicazione in presenza, svegliare in loro il discernimento per attivare il distacco dalla schiavitù digitale. Certamente non si può tornare indietro, ma far capire che l’eccesso di tecnologia e di esperienza immersiva appiattisce la mente e toglie libertà di pensiero sarebbe salutare”.La parte conclusiva dell’articolo riprende il pensiero di Jiddu Krishnamurti e la sua affermazione: “Ciò che è essenzialmente amore e compassione e morte, è quell’intelligenza che è creazione. C’è creazione quando ci sono anche gli altri due elementi, la morte e l’amore. Tutto il resto è invenzione”.
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Articolo del mese luglio-agosto 2023
Muoversi nel "senza tempo",
di Tran Thi Kim Dieu
legge Sara Gencarelli
In questo articolo Tran Thi Kim Dieu, già Presidente della Federazione Teosofica Europea, accompagna il lettore in una profonda analisi sul tema del tempo, anche nel suo significato psicologico. La premessa da cui parte l’autrice è che: “Gli esseri umani sono tutti prigionieri del tempo. Le preoccupazioni quotidiane, le nostre e quelle degli altri, funzionano come un acceleratore dei nostri pensieri. Ci lasciamo facilmente condizionare da questo turbinio al punto che rischiamo d’inciampare e perdere la direzione del cammino della vita”.
Dopo aver approfondito il tema della cronologia del tempo e della sua soggettività dal punto di vista psicologico, Tran Thi Kim Dieu approfondisce il tema della coscienza e della sua continuità, arrivando alla conclusione che: “Muoversi nel senza tempo significa quindi vivere a livello della coscienza più profonda (o più elevata) ossia con bontà e compassione, perché non c’è più autoidentificazione della coscienza di sé ma si tratta di vivere secondo l’ordine naturale dell'Universo o Rita, dal quale poi deriva l’etica”.
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Articolo del mese maggio-giugno 2023
H.P.B. in Tibet,
di Pedro Oliveira
legge Nicoletta Boriello
Quello della presenza in Tibet di Madame Blavatsky è un tema centrale nella vita e nell’opera della grande teosofa. Comprendere a fondo questo aspetto significa cogliere anche la portata dei suoi contatti con alcuni Mahatma e l’importanza di aver potuto accedere direttamente a fonti di una saggezza perenne che ha origini pre-buddhiste.
L’articolo di Pedro Oliveira fornisce un accurato approfondimento sul tema e sottolinea come “il successo della nuova iniziativa - la Società Teosofica e la diffusione della Teosofia - fu basato in non piccola misura sull’addestramento occulto di HPB. La preparazione non poteva essere condotta in nessun’altra nazione e richiedeva la sua presenza fisica in quell’isolata Regione in cui i Maestri vivevano”.
Approfondire il significato del rapporto di Blavatsky con il Tibet e i Mahatma significa anche cogliere appieno la portata dei suoi scritti e del suo straordinario contributo all’#evoluzione dell’umanità.Scrive ancora Oliveira: “Il legame con i Maestri di saggezza, che H.P.B. incarnò, non muore. Esso illumina molte vite, conforta molte anime e fornisce energia a un movimento spirituale globale. Lei vive fra noi come essenza della Teosofia messa in pratica”.
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Articolo del mese maggio-giugno 2023
L’8 di maggio,
di Pier Giorgio Parola
legge Francesco Pisani
In questo articolo Pier Giorgio Parola - teosofo che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della letteratura teosofica delle origini, con particolare riguardo alle opere di Helena Petrovna Blavatsky - ricorda l’origine della ricorrenza con cui, l’8 maggio di ogni anno, viene ricordata la principale pioniera della Società Teosofica. Fu il Presidente internazionale della S.T. Henry Steel Olcott a promuovere l’iniziativa, che assunse la denominazione di “giorno del Loto Bianco”.Parola ricorda che H.P. Blavatsky aveva affermato: “Non seguite me né la mia via, ma la via che vi indico”, precisando che: “La vita è costruita dal sacrificio dell’individuo a favore del tutto. Ogni cellula di un corpo vivente deve sacrificarsi per la perfezione del tutto, altrimenti la malattia e la morte danno una lezione”.
L’articolo di Pier Giorgio Parola merita la lettura integrale, che trova un suo momento particolarmente significativo nelle parole: “Il simbolo del loto ricorda sì la figura di Helena Petrovna Blavatsky, una donna straordinaria, ma soprattutto il fatto che mentre le forme esteriori della sua manifestazione sono svanite, resta la sua opera, restano i simboli di realtà invisibili come punti focali per l’interazione delle forse interiori”.
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