Afleveringen

  • La mostra itinerante di Salvatore Cherchi racconta la storia politica e umana di Enrico Berlinguer, con un focus speciale sul suo legame con la Sardegna, per trasmettere ai giovani valori come etica, impegno civile e visione internazionale.

    Nel cuore di Cagliari, nella passeggiata coperta del Bastione di Saint Remy, è allestita la mostra "I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer", un’iniziativa culturale ideata dalla Fondazione Enrico Berlinguer con presidente Salvatore Cherchi, insieme all’Associazione Enrico Berlinguer, nata in occasione degli anniversari dedicati alla figura del celebre politico sardo.

    La mostra itinerante presentata con successo a Sassari, si arricchisce in questa tappa con una sezione dedicata al rapporto di Berlinguer con la Sardegna, la sua terra natale, dove si è formato politicamente e dove ha mosso i primi passi nel mondo della militanza.

    Secondo Salvatore Cherchi, presidente della Fondazione, Enrico Berlinguer ancora oggi è presente nella memoria collettiva per il suo stile politico serio, coerente, fedele agli ideali e orientato al bene comune. La sua visione sul disarmo, la pace, l’etica pubblica e la politica internazionale resta di grande attualità.

    Cosa rende unica la mostra?

    La mostra è molto ricca, con documenti originali dell'archivio provenienti dalla Fondazione Gramsci e dalla Fondazione Berlinguer, dispositivi audiovisivi in cui è possibile ascoltare la voce di Berlinguer, fotografie, manifesti storici, interviste e materiali esclusivi e supporti tecnologici per approfondire i contenuti (monitor interattivi, audio, video)

    La mostra è visitabile tutti i giorni, dalle 10.00 alle 20.00 e sono previste quotidianamente le visite guidate alle ore 18.00.

    Inoltre la programmazione culturale collaterale alla mostra, curata della cineteca sarda, presenta i film che legati alla storia d'Italia e alla vicenda Berlingueriana.

    L’iniziativa non ha scopi propagandistici, ma punta a una valorizzazione storico-culturale. È pensata anche per i giovani, spesso lontani dalla figura di Berlinguer, ma che – come afferma Cherchi – “rimangono colpiti dalla sua coerenza e dalla sua passione politica”.

    Berlinguer visse momenti chiave della sua giovinezza proprio in Sardegna: l’arresto durante i moti del pane, la militanza nel Partito Comunista, l’impegno con i lavoratori. Tutto ciò è testimoniato nei materiali in mostra, per raccontare non solo il politico, ma anche l’uomo.

    La mostra invita a riflettere sull'attualità del pensiero di Berlinguer, in un momento storico in cui i temi della giustizia sociale, dell’ambiente e della pace tornano al centro del dibattito.

    Con oltre 20.000 visitatori attesi a Cagliari, la mostra rappresenta un'occasione preziosa per riscoprire un personaggio fondamentale del Novecento italiano.

  • Un evento unico a Villacidro nove artisti tra danza suoni e acque nella riserva di Montimannu. Un pomeriggio di arte musica e percezioni sensoriali nel cuore della Sardegna dove nove talentuosi artisti hanno dato vita a performance coinvolgenti tra danza suoni e elementi naturali creando un’esperienza sensoriale indimenticabile.Un pomeriggio di arte e natura nella riserva di Montimannu: nove artisti si esibiscono tra danza, suoni e acque

    lunedì 21 aprile si è svolto un evento straordinario nella suggestiva riserva di Montimannu, situata nel comune di Villacidro, in provincia di Sud Sardegna. Nove artisti provenienti da diverse parti della regione e non solo, si sono incontrati per proporre tre performance che hanno unito danza, suoni e elementi naturali come l’acqua. La manifestazione ha rappresentato un’occasione unica per immergersi in un mondo di percezioni sensoriali, dove le fusioni alchemiche corporee e le percezioni sonore si sono intrecciate in modo armonico, creando un’atmosfera di grande suggestione. La location, immersa nel verde e circondata da paesaggi incontaminati, ha contribuito a rendere l’evento ancora più speciale, offrendo ai partecipanti un’esperienza di contemplazione e partecipazione attiva alla natura e all’arte contemporanea.

    La magia delle performance tra danza, suoni e acqua: un viaggio sensoriale nel cuore della Sardegna

    Le tre performance, che si sono svolte nel pomeriggio, hanno coinvolto il pubblico in un viaggio attraverso le percezioni sensoriali e le fusioni alchemiche corporee. Gli artisti, tra cui spiccavano nomi come Giovanni Rossi, Lara Bianchi e Marco Ferrara, hanno utilizzato strumenti acustici, movimenti coreografici e l’elemento acqua per stimolare i sensi e creare un dialogo tra il corpo e l’ambiente naturale. La danza si è intrecciata con le sonorità di strumenti tradizionali e moderni, mentre l’acqua ha rappresentato un elemento di purificazione e rinascita. La riserva di Montimannu si è trasformata in un palcoscenico naturale, dove l’arte si è fusa con la natura, dando vita a un’esperienza di percezione multisensoriale che ha lasciato il pubblico senza parole. Per scoprire di più sulle iniziative culturali di Villacidro, si può visitare il sito ufficiale del Comune di Villacidro.

    Un evento che celebra la creatività e la connessione tra arte e natura

    L’evento del 21 aprile ha rappresentato un esempio di come l’arte possa dialogare con l’ambiente naturale, creando momenti di contemplazione e partecipazione. La scelta di coinvolgere nove artisti diversi ha permesso di esplorare molteplici linguaggi espressivi, dal movimento alla musica, passando per le installazioni sonore e le performance corporee. La riserva di Montimannu si conferma come uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna per ospitare eventi culturali di questo tipo, grazie alla sua biodiversità e alla sua purezza ambientale.

    Per maggiori dettagli non perdete l'intervista integrale su Unica Radio.it

  • Zijn er afleveringen die ontbreken?

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  • Gianmario Marica racconta la sua "Pikilia": un viaggio letterario tra Grecia, Sardegna e identità

    Gianmario Marica, scrittore e agente di polizia originario di Alghero, presenta il suo romanzo "Pikilia. Non sono di qui, ma nemmeno tu", un'opera che riflette sulle tematiche dell'identità, delle migrazioni e delle radici culturali. Il titolo, che richiama un piatto tipico greco composto da una varietà di cibi, simboleggia la diversità degli argomenti trattati nel libro. Marica, nato da una famiglia con origini greche, ha vissuto un'infanzia multiculturale che ha influenzato profondamente la sua visione del mondo. Nel 1985, la sua famiglia si trasferisce a Montresta, paese natale della madre, situato nella regione della Sardegna. Questo spostamento geografico e culturale segna l'inizio di un percorso di esplorazione delle proprie radici e dell'identità personale. Il romanzo è stato presentato il 10 febbraio 2023 presso l'Università della Terza Età di Alghero, in un evento che ha visto la partecipazione del professor Raffaele Sari.

    Un viaggio tra passato e presente: Grecia, Sardegna e identità culturale

    Nel suo percorso di riscoperta delle origini, Marica intraprende un viaggio in Grecia nel 2008, visitando luoghi come Navarino e Itilo, che hanno un legame storico con la comunità di Montresta. Questi viaggi diventano fondamentali per comprendere le connessioni tra la Sardegna e la Grecia, esplorando le migrazioni storiche e le influenze culturali reciproche. Il romanzo affronta anche il tema della "patria" e dell'appartenenza, concetti che Marica analizza attraverso la lente delle esperienze personali e delle storie collettive. L'opera si sofferma sull'importanza della memoria storica e sulla necessità di riconoscere le influenze culturali che hanno plasmato le identità locali. Marica sottolinea come il mare rappresenti un simbolo di accoglienza e la terra un simbolo di tolleranza, elementi fondamentali nella costruzione di una società multiculturale. ​store.youcanprint.itstore.youcanprint.it

    "Pikilia": un mosaico di storie e culture

    "Pikilia" non è solo un romanzo, ma un mosaico di storie che intrecciano esperienze personali, eventi storici e riflessioni culturali. Marica utilizza la narrazione per esplorare le dinamiche delle migrazioni, le sfide dell'integrazione e la complessità dell'identità in un mondo sempre più globalizzato. L'opera invita i lettori a riflettere sulla propria storia e sulle connessioni che legano le diverse culture del Mediterraneo. Attraverso la sua scrittura, Marica offre una prospettiva unica sulle interazioni tra passato e presente, locale e globale, individuale e collettivo. Il romanzo è disponibile presso Youcanprint e Mondadori Store, offrendo ai lettori l'opportunità di immergersi in un viaggio letterario che attraversa confini geografici e culturali.

  • Il coordinatore UDU Cagliari Matteo Pisu spiega come è nata la proposta per rafforzare il supporto psicologico negli atenei e cosa cambierà ora per studenti e studentesse in Sardegna.

    L’approvazione del finanziamento regionale per il counseling psicologico universitario rappresenta una svolta concreta per il diritto alla salute mentale nelle università di Cagliari e Sassari. Ne abbiamo parlato con Matteo Pisu, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Cagliari, che ci ha raccontato le tappe, le difficoltà e la visione che ha guidato questa battaglia lunga due anni. Un risultato storico, reso possibile grazie all’impegno delle rappresentanze studentesche e a una mobilitazione capillare che ha coinvolto centinaia di giovani.

    Una battaglia partita dal basso

    Con lo stanziamento di 1.800.000 euro in tre anni, le università sarde potranno finalmente offrire un servizio di counseling psicologico potenziato, con più professionisti in grado di rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto.

    l Servizio di Counseling psicologico dell’Università degli Studi di Cagliari si propone come risorsa utile per aiutare gli studenti a vivere in modo positivo il proprio percorso formativo universitario, nei modi e nei tempi previsti, prevenendo abbandoni o ritardi negli studi.

    E’ noto che scegliere il percorso universitario da intraprendere, così come l’intero periodo legato agli studi universitari, rappresentino per gli studenti delle fasi decisive nel passaggio verso il futuro adulto e lavorativo, e fanno da cornice al raggiungimento di tappe importanti nello sviluppo del proprio senso di identità e della realizzazione di sé.

    In questi passaggi evolutivi si misurano e si evidenziano risorse e limiti degli studenti, ed è quindi necessario offrire loro la possibilità di un sostegno utile a fronteggiare le sfide emotive, cognitive e relazionali che possono presentarsi.

  • Un festival musicale che attraversa Cagliari tra luoghi iconici e spazi inusuali, con oltre 10 appuntamenti da aprile a novembre, sotto il segno dell’inclusione e dell’innovazione.

    Anche quest’anno torna a Cagliari il Festival Musikaleidos, giunto alla sua settima edizione, diretto dal maestro Tobia Simone Tuveri, direttore del coro Hic Et Nunc. Nato nel 2018, il festival prende il nome da una fusione tra musica e kaleidoscopio, un’immagine potente che riflette bene la sua filosofia: esperienze diverse, frammenti artistici ed educativi che si fondono in un disegno sempre nuovo per coinvolgere un pubblico sempre diverso.

    Sogni, desideri e pace: i temi dell’edizione 2025

    Il filo conduttore di quest’anno è chiaro e quanto mai attuale: sogno, desideri e pace. In un periodo storico attraversato da tensioni, il festival lancia un messaggio forte, utilizzando la voce e la musica come veicolo di speranza e riflessione. Oltre a questo, due importanti ricorrenze arricchiscono il programma: il cinquecentesimo anniversario dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina e il centenario dalla nascita del pianista Aldo Ciccolini, scomparso dieci anni fa. A quest’ultimo sarà dedicato uno speciale concerto pianistico a Palazzo Siotto con ospite il suo ultimo allievo, il maestro Genny Basso.

    Musica ovunque: anche negli spazi non convenzionali

    Musikaleidos continua a distinguersi per la scelta dei luoghi: concerti e incontri si tengono non solo in teatri e chiese, ma anche in spazi alternativi, come l’Ospedale Businco, a sottolineare la volontà di portare la musica anche dove meno ce lo si aspetta. Il dialogo con il territorio è centrale: il festival collabora con enti, associazioni e realtà non necessariamente legate al mondo musicale, costruendo una rete virtuosa che coinvolge tutta la città. Per la prima volta, il festival ha ottenuto il patrocinio della Fersaco (Federazione Regionale Sarda Cori) e di conseguenza avrà anche quello della Feniarco, la federazione nazionale, un riconoscimento che conferma il valore del lavoro svolto finora. Musikaleidos consolida inoltre alcune collaborazioni ormai stabili, come quella con i Cantori della Resurrezione di Porto Torres e con l’Associazione Corale Rossini di Sassari, rafforzando la rete della coralità sarda e aprendo nuove opportunità per ospitare artisti di rilievo internazionale.

    Tradizione e innovazione: il futuro della coralità

    Uno degli obiettivi del festival è rinnovare la musica corale, sperimentando nuovi linguaggi e unendo stili differenti. Spaziando, quindi, da repertori che vanno dal Rinascimento alla musica pop riarrangiata, come nel concerto pianistico realizzato dal maestro Genny Basso che unisce Scarlatti, Liszt e canzoni napoletane. Particolarmente toccante sarà l’esibizione con il Coro delle Mani Bianche Musicalis diretto dalla maestra Stefania Coccoda, formato principalmente da persone sorde, che porterà a una visibilità del canto attraverso la lingua dei segni, offrendo una nuova dimensione visiva e inclusiva del canto.

    Artisti internazionali e giovani talenti: da Cantoria a Euphonios

    Il festival ospita ensemble di livello europeo, come il gruppo spagnolo Cantoria, specializzato nella polifonia rinascimentale iberica. La scelta degli artisti nasce da un’attenta riflessione sul tema dell’edizione e da una rete di relazioni costruita nel tempo, puntando su giovani musicisti, già affermati o emergenti, molti dei quali legati alle federazioni Fersaco e Feniarco.

    Un programma ricchissimo per ogni tipo di pubblico

    Con oltre 10 appuntamenti distribuiti in sette mesi, il Festival Musikaleidos propone un’offerta musicale ricchissima e variegata. Dal concerto rinascimentale al laboratorio per bambini nei giardini pubblici, ogni evento è pensato per coinvolgere pubblici diversi, rendendo la musica accessibile e viva. “Ogni appuntamento ha la sua bellezza – racconta il maestro Tuveri – e ognuno può trovare qualcosa che lo emozioni, qualunque sia la sua età o il suo gusto musicale”.

    Per scoprire il programma completo e non perdere nessuno degli eventi, potete visitare il sito ufficiale del Festival Musikaleidos che vi aspetta a Cagliari con le sue mille voci.

  • Scopri l'esperienza di Barbara Prestifilippo e la creazione dell'associazione "Il Piccolo Principe" a Tortolì, che sostiene le famiglie di bambini con disturbi dello spettro autistico in Ogliastra.

    La sfida di crescere un bambino con disturbo dello spettro autistico (DSA) è un cammino arduo, che si complica ulteriormente in territori come l'Ogliastra, dove la carenza di servizi specializzati può mettere a dura prova le famiglie. Ma è proprio in questi momenti di difficoltà che nascono esperienze di grande valore umano e sociale. Una di queste è l’associazione "Il Piccolo Principe", nata nel 2021 a Tortolì grazie all’impegno di cinque famiglie che hanno deciso di unire le forze per affrontare insieme le difficoltà quotidiane.

    Barbara Prestifilippo, una delle fondatrici dell’associazione, ha raccontato la sua esperienza nella puntata 45 del nostro podcast. La sua testimonianza offre uno spaccato significativo delle sfide legate alla crescita di un figlio con disturbi dello spettro autistico in una zona poco fornita di servizi sanitari e sociali. Ma racconta anche della forza della solidarietà che si è generata tra le famiglie e della nascita di una comunità che, purtroppo, è necessaria per garantire l'accesso a cure adeguate.

    La nascita dell'associazione "Il Piccolo Principe"

    Nel 2021, un gruppo di famiglie si è unito con l’obiettivo di rispondere a un'esigenza comune: il bisogno di supporto psicologico e terapie specializzate per i propri figli. L’associazione “Il Piccolo Principe” è nata da questa unione, diventando un punto di riferimento per molte famiglie che si trovano a vivere una realtà simile. Barbara Prestifilippo ha spiegato che uno degli aspetti chiave del progetto è stato proprio quello di creare uno spazio di condivisione. «I bambini dopo la diagnosi devono affrontare un percorso di terapie comportamentali mirate, come la terapia di gruppo», ha dichiarato Barbara.

    Questa terapia, oltre ad essere fondamentale per il benessere del bambino, è anche un’occasione per i genitori di conoscersi e confrontarsi sulle difficoltà comuni. È proprio in questo contesto che è maturata l’idea di creare un’associazione che potesse fungere da supporto per le famiglie.

    Le difficoltà di vivere in una zona poco servita

    L’Ogliastra è una provincia con una densità di popolazione bassa e una scarsa disponibilità di strutture sanitarie e sociali. In una realtà come questa, affrontare la diagnosi di disturbo dello spettro autistico diventa particolarmente complesso, soprattutto quando si cerca di accedere a trattamenti specifici o di orientarsi tra le varie opzioni disponibili. Le famiglie si trovano spesso a dover affrontare una sorta di isolamento, dove l'informazione e il sostegno sono difficili da trovare. L’associazione, dunque, si propone come un punto di riferimento fondamentale per chi vive questa realtà.

    Il futuro dell'associazione e l'impegno per le famiglie

    Oggi “Il Piccolo Principe” continua a crescere e a offrire supporto a sempre più famiglie. Oltre a offrire consulenze e orientamento verso le migliori terapie, l’associazione si sta impegnando anche nella sensibilizzazione del territorio, cercando di coinvolgere le istituzioni locali per migliorare i servizi e favorire l’inclusione sociale. L’impegno di Barbara Prestifilippo e delle altre famiglie fondatrici è un esempio concreto di come, anche in territori isolati, la solidarietà e l’unione possano fare la differenza nella vita di molte persone.

    Con il sostegno di tutte le famiglie coinvolte e la crescente partecipazione della comunità, “Il Piccolo Principe” sta cercando di costruire un futuro migliore per i bambini con disturbi dello spettro autistico, offrendo loro la possibilità di crescere in un ambiente accogliente e di qualità.

  • Dalla Barbagia a Londra: intervistiamo Jennifer Cauli, la fotografa che porta la gastronomia isolana nel mondo anglosassone

    Jennifer Cauli, originaria della Sardegna, si trasferisce a Londra per motivi professionali e personali. Nella capitale britannica, si avvicina alla fotografia gastronomica, trasformando la nostalgia per la sua terra in un progetto editoriale unico: "The Sardinia Blue Zone Cookbook". Questo libro, scritto in inglese, raccoglie 41 ricette tradizionali sarde, accompagnate da fotografie che catturano l'essenza della cucina isolana. Il volume nasce da un approfondito lavoro di ricerca, durante il quale Jennifer intervista centenari e collabora con enti locali per documentare le abitudini alimentari delle Blue Zones sarde, aree note per l'elevata longevità dei loro abitanti.

    Un viaggio fotografico tra i sapori e le storie della Sardegna

    Nel suo libro, Jennifer presenta piatti emblematici come i Malloreddus, i Culurgiones, il Pane Carasau e il Minestrone della longevità, arricchiti da aneddoti raccolti durante le sue interviste. Le fotografie, realizzate dalla stessa autrice, offrono uno sguardo autentico sulla cultura culinaria sarda. Jennifer ha condiviso alcune delle sue esperienze e immagini sul suo sito personale Jennifer Cauli Photography. Il progetto è stato reso possibile anche grazie al supporto di CREI, un'organizzazione che sostiene i sardi all'estero. Attraverso questo lavoro, Jennifer non solo celebra la cucina della sua terra, ma contribuisce anche a preservare e diffondere le tradizioni che rendono unica la Sardegna.​

    La cucina sarda come chiave per la longevità

    Le ricette raccolte da Jennifer evidenziano come la dieta tradizionale sarda, ricca di ingredienti semplici e genuini, possa essere un fattore determinante per la longevità. Piatti come il minestrone, preparato con legumi e verdure locali, e il consumo moderato di prodotti come il pecorino e il lardo, testimoniano un approccio equilibrato e sostenibile all'alimentazione. Queste abitudini alimentari, tramandate di generazione in generazione, sono al centro dell'interesse scientifico per le Blue Zones, e il libro di Jennifer offre una preziosa testimonianza visiva e narrativa di questo patrimonio culturale.​

    Un ponte culturale tra Sardegna e Regno Unito

    Attraverso "The Sardinia Blue Zone Cookbook", Jennifer crea un ponte tra la sua terra d'origine e il pubblico internazionale, offrendo una prospettiva autentica sulla cucina sarda. Il libro non è solo una raccolta di ricette, ma un viaggio emozionale che invita i lettori a scoprire i segreti di una delle culture più longeve al mondo. Con il suo lavoro, Jennifer contribuisce a valorizzare e preservare le tradizioni culinarie della Sardegna, rendendole accessibili a un pubblico più ampio e promuovendo una maggiore comprensione e apprezzamento della cultura isolana.Il libro è disponibile su pocketsardinia.com

  • Gestire un'oasi felina in Ogliastra non è solo un gesto d’amore, ma una responsabilità quotidiana che coinvolge dedizione, cura e sensibilità per ogni gatto accolto. Conosciamo l'associazione Animalia.

    Luciana Carta rappresenta un esempio concreto di come la passione possa trasformarsi in attivismo. Presidente dell’associazione Animalia, Luciana ha raccontato nella puntata 44 del format dedicato alle storie di volontariato, il percorso che l’ha condotta a prendersi cura di una colonia felina ad Arbatax, in Ogliastra. Da sempre amante degli animali, ha deciso di rendere strutturato un impegno che per anni ha coltivato in modo spontaneo, rispondendo ai bisogni di tanti gatti randagi.

    «L’amore per gli animali e soprattutto per i gatti è di famiglia – spiega – è nel mio DNA, sin da piccola». Oggi, grazie all’impegno suo e del gruppo di volontari che l’affianca, l’associazione Animalia accoglie oltre 80 gatti, curandoli, sterilizzandoli e cercando adozioni consapevoli. Una vera oasi felina che rappresenta un punto di riferimento per chi, sul territorio, cerca supporto per le colonie feline.

    Volontariato e benessere animale: un impegno che cresce nel tempo

    L’attività di Luciana e di Animalia non si limita all’assistenza diretta degli animali ospitati. I volontari si occupano anche della sensibilizzazione della comunità locale, dell’organizzazione di raccolte fondi e della collaborazione con enti pubblici per l’attuazione di politiche di tutela e controllo del randagismo. La gestione quotidiana dell’oasi implica anche interventi veterinari, fornitura costante di cibo, pulizia degli spazi e monitoraggio sanitario dei gatti.

    Chi decide di intraprendere un percorso simile deve affrontare non solo le difficoltà logistiche ed economiche, ma anche quelle emotive. «È un impegno che va oltre il tempo libero – racconta Luciana – richiede presenza, cuore e capacità di affrontare anche situazioni difficili». Tuttavia, ogni adozione riuscita e ogni cucciolo salvato rappresentano una motivazione per continuare.

    L’associazione Animalia invita chiunque voglia contribuire al progetto a offrire volontariato, donazioni, o anche solo a diffondere consapevolezza. Per conoscere meglio l’attività e sostenere l’oasi felina, è possibile visitare la pagina ufficiale dell’associazione: Animalia - Oasi Felina Arbatax.

  • Tra miti e simboli: il mondo magico di Claudia Zedda voce della Sardegna ancestrale. In un intreccio di parole rituali e tradizioni Claudia Zedda restituisce voce e dignità alla cultura orale e ai simbolismi della Sardegna mescolando l’antropologia alla scrittura e alla magia. Un’intervista per scoprire il suo universo di leggende fate e antichi saperi.Il cuore antico della Sardegna secondo Claudia Zedda

    Nel panorama culturale contemporaneo, pochi nomi riescono a evocare con altrettanta intensità l’anima profonda della Sardegna quanto Claudia Zedda. Scrittrice, antropologa, ricercatrice e madre, Zedda abita da sempre quel confine sottile tra realtà e immaginazione, trasformando racconti popolari e riti ancestrali in materia narrativa. Ogni sua storia contiene un intreccio di simboli, un filo che unisce passato e presente, mitologia e identità. Lavora sul campo, raccoglie racconti tramandati a voce nei paesi dell’entroterra, interroga anziane custodi di segreti e usanze, filtra tutto attraverso uno sguardo antropologico e una scrittura evocativa.

    Secondo Zedda, ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio della tradizione sarda porta con sé un significato simbolico profondo. In Cagliari, dove vive e lavora, cura progetti di ricerca e divulgazione attraverso il suo sito Claudia Zedda e collabora con realtà culturali locali. I suoi romanzi e saggi non si limitano a raccontare storie: ricostruiscono mondi, rievocano riti dimenticati, spiegano valore di gesti quotidiani, come il legare un nastrino rosso al polso di un neonato per proteggerlo dal malocchio. Il suo approccio multidisciplinare permette di avvicinare il grande pubblico alla cultura sarda attraverso uno sguardo nuovo, affascinante, profondamente rispettoso delle sue origini.

    Alla scoperta delle leggende e dei riti magici dell’isola

    Durante l’intervista, Claudia Zedda parla della Sardegna come di una creatura viva. Secondo lei, l’isola possedeva un’anima e ogni leggenda ne rappresenta una delle sue molteplici voci. Le sue ricerche spaziano dai culti lunari alle figure delle janas, le fate delle montagne, passando per il mito della Dea Madre e le celebrazioni legate al ciclo delle stagioni. Ogni racconto custodisce un insegnamento, una memoria antica. Claudia non cerca la verità storica, ma quella culturale, la traccia invisibile che lega le generazioni e che spesso solo le donne conservano, nelle case di Orgosolo, nei cortili di Oliena, nelle veglie notturne.

    Tra i suoi libri più significativi figurano “Creature fantastiche in Sardegna” e “Janàsa”, opere che testimoniano un lungo lavoro di ricerca e ascolto. I testi vengono utilizzati anche in progetti scolastici e in percorsi formativi promossi dal Comune di Cagliari e da associazioni culturali come Il Crogiuolo. Il suo lavoro riesce a mettere in rete persone, storie, riti, in una Sardegna che non smette mai di raccontarsi, trasformandosi in parola scritta, gesto teatrale o incontro pubblico. Claudia porta avanti questo lavoro con rigore scientifico, ma anche con delicatezza emotiva, mantenendo sempre un legame autentico con le sue radici.

    Una strega contemporanea tra scrittura e antropologia

    Chi conosce Claudia Zedda la definisce spesso una “strega contemporanea”. Non per un vezzo stilistico, ma per la capacità di leggere il mondo con occhi altri, di vedere oltre l’apparenza e raccogliere saperi sommersi. La sua figura pubblica si costruisce su un equilibrio tra il rigore della ricerca antropologica e la libertà dell’immaginazione narrativa. Durante i suoi laboratori e le sue presentazioni, Claudia ama indagare i simbolismi dietro ogni racconto tradizionale, offrendo chiavi di lettura che uniscono cultura e spiritualità. Lo fa con gentilezza, con precisione, senza forzare l’interpretazione, ma accompagnando il lettore e l’ascoltatore in un percorso di riscoperta personale.

    Sul suo blog e nei progetti curati con la casa editrice Condaghes, Zedda racconta spesso delle sue esperienze come madre e della trasmissione dei saperi familiari. La maternità rappresenta per lei un ulteriore elemento di connessione con l’archetipo della Madre Terra, che ricorre spesso nei suoi scritti. La figura della donna custodisce per Claudia il ruolo di memoria vivente della comunità: era colei che ricorda, che tramanda, che protegge. In questo senso, anche il suo essere strega non evoca l’immagine stereotipata della magia, ma una conoscenza profonda, antica, legata alla terra e ai cicli della natura.

  • Dario Martino, noto attivista e volontario, ha dedicato la sua vita al servizio della comunità. Il suo impegno quotidiano nelle attività sociali sta facendo una differenza tangibile, ispirando altre persone a intraprendere il percorso del volontariato e contribuire al miglioramento delle condizioni di vita nella sua città.

    Il volontariato rappresenta uno degli aspetti più importanti della vita sociale, in grado di generare un impatto positivo nelle comunità. Tra coloro che si distinguono per l’impegno in questo campo, Dario Martino emerge come esempio di dedizione e passione. Il suo impegno non si limita solo a un'attività occasionale, ma è una missione che ha definito la sua vita. Da anni, Dario Martino si dedica attivamente a diverse cause, aiutando chi si trova in difficoltà e supportando iniziative di solidarietà in Città. La sua passione per il volontariato è contagiosa e ha coinvolto numerose persone che, come lui, credono nel potere del cambiamento sociale attraverso piccoli, ma significativi, gesti quotidiani.

    Il volontariato non è solo un atto di generosità, ma una vera e propria opportunità di crescita personale e collettiva. Grazie a figure come Dario Martino, l’impegno sociale diventa un motore di cambiamento che porta a soluzioni concrete per i problemi che affliggono le comunità locali. Con il suo esempio, Dario Martino ha dimostrato che ciascuno di noi può contribuire a costruire una società più giusta e inclusiva. Le sue attività sono legate a diverse organizzazioni locali, che, attraverso il volontariato, cercano di risolvere problematiche legate alla povertà, all’istruzione e alla disabilità.

    L'Impatto del Volontariato su Città e Comuni

    Il volontariato non si limita a rispondere ai bisogni immediati, ma ha anche un effetto positivo a lungo termine sulle comunità locali. Ogni giorno, attraverso il suo operato, Dario Martino riesce a migliorare la vita di molte persone, donando loro non solo supporto materiale, ma anche una speranza per il futuro. Le sue attività spaziano dalla raccolta di fondi per le famiglie in difficoltà, alla promozione di attività culturali e ricreative per i giovani. Ogni progetto portato avanti da Dario Martino ha un forte impatto sulle comunità, creando un ambiente di solidarietà e crescita.

    La collaborazione con enti locali e organizzazioni internazionali permette a Dario Martino di avere una rete di supporto che gli consente di estendere il suo raggio d’azione. Il suo lavoro ha avuto un impatto positivo su diversi livelli, tanto che la città di Città ha riconosciuto pubblicamente il suo contributo al miglioramento sociale. La sua attività non si limita solo a intervenire in situazioni di emergenza, ma mira a creare una cultura del volontariato che coinvolga più persone possibile. Per questo motivo, Dario Martino è diventato un esempio per chiunque desideri intraprendere il cammino del volontariato.

    Il Modello di Solidarietà di Dario Martino

    L'approccio di Dario Martino al volontariato è improntato su una filosofia di inclusione e condivisione. Non si tratta solo di aiutare chi è in difficoltà, ma di costruire legami duraturi tra le persone. In questo senso, Dario Martino ha spesso dichiarato: "Il vero cambiamento avviene quando le persone si uniscono per un obiettivo comune, senza aspettarsi nulla in cambio." Questa visione ha ispirato molteplici progetti sociali a livello locale, con una particolare attenzione alle persone più vulnerabili, come gli anziani, i disabili e i giovani a rischio di esclusione. La sua capacità di coinvolgere la comunità in attività di volontariato è il segreto del suo successo.

    Le iniziative portate avanti da Dario Martino sono anche supportate da numerose associazioni locali che promuovono la cultura del volontariato. Organizzazioni come Associazione Volontariato Città e Rete di Solidarietà Città sono tra i principali partner delle sue attività. Grazie a queste collaborazioni, è stato possibile realizzare eventi, raccolte fondi e attività educative, che hanno coinvolto migliaia di persone, creando una rete di solidarietà diffusa. Il suo impegno ha avuto ricadute positive anche sul piano culturale, stimolando la partecipazione attiva dei cittadini nelle decisioni che riguardano la comunità.

  • Nella quarta puntata del podcast andremo a presentare il comune di Posada nel contesto del Parco di Tepilora

    Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.

    L'importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017, quando l'UNESCO ha designato quest'area. Insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada, Montalbo e Monte Acuto l'unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 21 presenti in Italia.

    Il territorio di Posada, situato all'interno del Parco Naturale Regionale di Tepilora, è rinomato per la sua ricchezza naturalistica e storico-culturale. Un'area di particolare importanza è la foce del Rio Posada, riconosciuta dalla Convenzione di Ramsar come una zona umida cruciale per la Sardegna.

    La foce del Rio Posada, estesa tra 800 e 900 ettari, ospita oltre 141 specie di uccelli. Tra queste troviamo il pollo sultano, l'airone rosso, e la garzetta, ed è utilizzata come area di sosta durante i voli migratori. Inoltre, la presenza dell'aquila reale tutto l'anno rende l'area un paradiso per i birdwatcher.

    Nel borgo millenario di Posada adagiato su una collina calcarea, spicca il Castello della Fava. Questo offre una vista panoramica unica sulla costa e sulle montagne circostanti, combinando valore storico e paesaggistico. Le sue origini risalgono all'antichità, e il centro medievale, con le sue stradine tortuose e le case in pietra, conserva intatto il fascino di un tempo attraendo 50.000 visitatori all'anno.

    Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora

  • Due puntate radiofoniche per raccontare l'esperienza di progetti innovativi che coinvolgono giovani, famiglie e comunità educanti a Roma e Cagliari, tra empowerment, coprogettazione e nuove forme di apprendimento.

    Il 28 febbraio 2025, a Cagliari, si è tenuta la registrazione del primo podcast di una serie dedicata alle azioni dei progetti per l'attivazione della comunità educante. L'iniziativa, frutto di un intenso brainstorming e di una meticolosa definizione degli obiettivi, si propone di dare voce alle esperienze di tre progetti pilota: INNESTI, ACCRESCE e Scuola Diffusa.

    L'obiettivo principale è quello di illustrare come questi progetti, operanti in contesti diversi come Tor Pignattara a Roma e il quartiere Marina di Cagliari, rispondano a bisogni specifici della comunità, utilizzando metodologie innovative di coprogettazione e empowerment.

    La musica di sottofondo, curata dall'Università di Cagliari (UniCa), contribuirà a creare un'atmosfera suggestiva e a rendere l'ascolto ancora più piacevole, per garantire un'esperienza di ascolto agile e fruibile. Il progetto, realizzato in collaborazione con il CIB, prevede un'attenta fase di follow-up, con la definizione degli stakeholders da intervistare e la pianificazione dettagliata delle registrazioni. Ascolta il podcast su [link al podcast].

    Progetti pilota: un'analisi approfondita

    Il primo podcast, rivolto agli adulti della comunità educante, si concentra sulle esperienze di INNESTI, ACCRESCE e Scuola Diffusa.

     INNESTI, ad esempio, opera a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, con l'obiettivo di rafforzare la comunità attorno alla scuola Pisacane. Il progetto ha portato alla rigenerazione dell'ex casa del custode, trasformata nella "Casa Khan", un centro nevralgico per le attività di ascolto e coprogettazione. 

    ACCRESCE, invece, si concentra sul quartiere Marina di Cagliari, rispondendo a segnali di crisi educativa attraverso la creazione di una rete tra famiglie, educatori, docenti e cittadini. Il progetto prevede percorsi di formazione e sensibilizzazione, mirati a rafforzare la comunità educante e a creare un presidio territoriale stabile.

    Scuola Diffusa, attiva nei quartieri San Paolo e Tor Marancia a Roma, promuove percorsi di apprendimento fuori dalla scuola, coinvolgendo attivamente i ragazzi nella creazione di un Patto Educativo e di spazi di comunità come lo Spazio Oltreterra. Ogni progetto presenta punti di forza e criticità, che vengono analizzati nel podcast per offrire una panoramica completa e realistica delle sfide e dei successi incontrati. Le metodologie utilizzate, dalle tecniche di ascolto attivo al coinvolgimento interculturale, vengono descritte nel dettaglio, offrendo spunti di riflessione e ispirazione per altre iniziative simili.

  • Giorgia Mascia scrittrice di poesie si racconta nella sua semplicità per far emergere emozioni sparse e sentimenti sempre diversi.

    Giorgia Mascia autrice di un libro che si intitola "Tanto Per Fare Non Sa Da Fare" si racconta agli ascoltatori di unica radio. Una donna piena e viva che regala con le sue parole momenti di riflessione e grande osservazione.

    Il libro è un insieme di momenti, di scorci, di sogni, e di vicoli di vita , dove Giorgia invita i suoi lettori ad essere presenti dentro Sé stessi, per tirare fuori dal proprio sentire e dal proprio cuore ogni battito di curiosità.

    Pensieri sparsi sulla strada della vita

    Quanti pensieri si possono spargere sulla strada della vita? sicuramente per Giorgia si, in modi tutti diversi. Come un grande arcobaleno si ergono colori stagliati sulla tela delle emozioni che si lasciano fluire da una tavolozza di colori,

    I colori per Giorgia sono qualcosa di unico, e lei stessa durante l'intervista conferma che ama le sfumature della vita stessa. I colori rappresentano l'unicità dell'esistenza, e nel contempo la diversità che non è mai un errore ma semplicemente un quid in più che permette di rendere ogni persona unica e speciale.

    Con i piedi per terra e la testa nel sogno

    Essere radicati e centrati nella vita, restituisce al cuore l'attenzione dovuta; permette di attraversare il mondo con più devozione ai particolari e all'osservazione, spesso concreta e più pratica. Più entriamo nel concetto emotivo, e più si sale verso luoghi ancora reconditi all'aspetto razionale, pellegrinando verso altre realtà oniriche, e quindi prettamente del sogno.

    Oggi sognare può fare tanta paura, come il sentire la reale emozione che sprigiona, come una scintilla, il valore stesso di quello che è tutto il senso dell'esistenza. Guardarsi dentro è un viaggio profondo, fatto di simbolismo, interpretazione e definizioni; definire non significa contornarsi e crearsi un confine di identità o etichetta, bensì rivela un aspetto più autentico del termine: quello di darsi un significato ogni volta, in ogni tappa che si persegue, in ogni situazione, in ogni nostro modo di rapportarci dentro e fuori.

    Noi non siamo solo una cosa, siamo tante realtà, un ordine di idee, emozioni , e sogni che come una manciata di petali possiamo spargere lungo le strade da percorrere.

    Tutti i dettagli dell'intervista su Unica radio.it

  • Gigi Sanna racconta un percorso tra tradizione, collaborazioni prestigiose e nuove produzioni per celebrare l'identità dell'isola

    Gigi Sanna parla oggi ai nostri microfoni degli Istentales, formazione musicale nata a Nuoro nel 1995, rappresentano una delle realtà più significative nel panorama musicale sardo. Il nome del gruppo deriva da una stella della costellazione di Orione, utilizzata anticamente da pastori e contadini come punto di riferimento. Fin dagli esordi, la band si distingue per il suo stile etno-pop agropastorale, che fonde sonorità moderne con la tradizione locale, raccontando storie profonde legate alla cultura dell'isola. Brani come "Amsicora" e "Deo no isco" diventano emblematici, consolidando la loro presenza sia a livello regionale che nazionale. Nel corso degli anni, gli Istentales pubblicano numerosi album, tra cui "Animu" e "Dae sa die...a sa notte", testimoniando una continua evoluzione artistica. La formazione attuale vede Gigi Sanna alla voce e chitarra, Sandro Canova al basso, Luciano Pigliari alle tastiere e Luca Floris alla batteria.

    Collaborazioni con artisti di fama nazionale

    La musica degli Istentales attira l'attenzione di importanti nomi del panorama musicale italiano. Collaborazioni con artisti del calibro di Pierangelo Bertoli, Roberto Vecchioni, Tullio De Piscopo, Eugenio Finardi, Dolcenera, Nomadi, Modena City Ramblers e Elio e le Storie Tese arricchiscono il loro repertorio, dando vita a produzioni discografiche di rilievo. Una delle collaborazioni più significative è quella con Elio e i Tenores di Neoneli nel brano "O Sardigna", un inno dedicato alla Sardegna che celebra l'identità e la cultura dell'isola. Inoltre, l'amicizia con Cristiano De André porta alla creazione di nuovi brani e a esibizioni congiunte, consolidando un'alleanza musicale tra anime sarde e rock.

    Celebrazione del trentennale e nuove produzioni

    Avvicinandosi al traguardo dei trent'anni di carriera, gli Istentales celebrano la loro storia con l'album "Zente Nostra". Questo lavoro raccoglie tredici tracce che ritraggono personaggi e figure emblematiche raccontate dalla band nel corso dei decenni, da Amsicora a Juan Peron, passando per la Brigata Sassari e s'acabadora. Come sottolinea Gigi Sanna, "Non è un disco di inediti ma un disco di editi rimodulati". Parallelamente, la band continua a produrre nuovi brani, come "Zustissia Mala – Libertà Negata", dedicato alla vicenda di Beniamino Zuncheddu, pastore ingiustamente incarcerato per oltre trentatré anni. Questo pezzo rappresenta un grido di dolore e indignazione per l'ingiustizia subita, evidenziando l'impegno sociale che da sempre caratterizza la musica degli Istentales.

  • L'arte come strumento di inclusione sociale e benessere: il progetto di Bogamarì APS

    La salute non coincide solo con l'assenza di malattia, ma si intreccia con il benessere fisico, emotivo e sociale. Ne sono convinte Danila Pittau e Pabla Enriquez, rispettivamente presidente e segretaria dell'associazione Bogamarì APS, che da anni promuove progetti artistici con un forte impatto sociale.

    "L'associazione nasce nel ricordo di un amico scomparso, un artista che ci ha lasciato in eredità la sua creatività e la sua passione per l'arte. Per non disperdere questo patrimonio, abbiamo deciso di metterlo al servizio di chi ha bisogno" raccontano Pittau ed Enriquez. L'arte diventa così un veicolo per esprimere emozioni e favorire l'inclusione, con iniziative che spaziano dalla pittura alla musica, fino alla danza e alla teatroterapia.

    Creare opportunità per le persone con disabilità attraverso l'arte

    Uno degli obiettivi principali di Bogamarì APS è favorire l'integrazione delle persone con disabilità, offrendo loro occasioni di espressione creativa e crescita personale. "Ogni individuo ha il diritto di trovare un canale attraverso cui comunicare, e spesso l'arte è una lingua universale che supera le barriere" sottolineano le fondatrici.

    Nel corso degli anni, l'associazione ha organizzato laboratori artistici in collaborazione con enti e scuole, proponendo percorsi formativi in cui la creatività diventa un'opportunità di sviluppo. Pittura, scultura, fotografia e teatro sono solo alcune delle discipline utilizzate per stimolare la libera espressione e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte.

    L'importanza della formazione e della crescita personale

    Oltre a promuovere attività artistiche, Bogamarì APS investe nella formazione, consapevole che per offrire un supporto efficace siano necessarie competenze specifiche. "Abbiamo intrapreso percorsi formativi per svolgere al meglio il nostro compito e garantire il massimo beneficio alle persone che seguiamo" spiegano Pittau ed Enriquez.

    Questa attenzione alla professionalizzazione ha permesso all'associazione di strutturare i suoi interventi in modo sempre più efficace, consolidando collaborazioni con professionisti del settore e creando una rete di sostegno per chi si trova in situazioni di difficoltà.

    Guardare al futuro con nuovi progetti di inclusione

    L'attività di Bogamarì APS non si ferma e guarda al futuro con l'obiettivo di ampliare la portata dei suoi progetti. Tra le prossime iniziative, sono previsti nuovi laboratori dedicati a giovani e adulti con disabilità, oltre a eventi aperti alla comunità per sensibilizzare sull'importanza dell'inclusione sociale attraverso l'arte.

    "Abbiamo tante idee in cantiere e continueremo a lavorare per creare spazi di espressione e crescita per tutti. Il nostro sogno è che l'arte possa diventare un ponte tra le persone, capace di abbattere ogni tipo di barriera" concludono Pittau ed Enriquez.

  • Un cammino nel tempo un intreccio di linee di luce e amore di una professionista che unisce storia arte e tradizioni

    Chiara, una splendida ragazza, un'artista e professionista della cultura e tradizione dell'henné; una pianta, che diventa un inchiostro del tutto vegetale, utilizzata per ricreare delle immagini, dei disegni, delle linee intrisi di luce, con dei significati spesso importanti, ma che delle volte hanno solo lo scopo di essere del tutto decorative.

    Nasce come arte appunto decorativa e raffigurativa, negli uomini ma anche nelle donne, coinvolgendo paesi asiatici, indiani, senza dimenticare tutta la zona mediorientale, espandendosi ovviamente anche nella grande coppa del Mediterraneo.

    Un metodo che racchiude in sé diversi saperi e tradizioni

    L'henné permette di accedere non solo a dei concetti puramente estetici, ma anche a tecniche fluide di meditazione consapevole di azione e ricezione, tra l'artista dell'henna e la ricevente o ricevente. L'aspetto spirituale, quindi, abbraccia una bellezza che richiama la tessitura e la cucitura metaforica sulle mani, braccia, avambracci e diverse parti del corpo.

    L'artista trasmette concentrazione a chi si sottopone a questa antica tecnica, che con cura, passione, e gentilezza innata, ricama, tesse, cuce, e modella, rifiniture rigogliose come fiori, linee, mandala, e diversi simboli sacri.

    Connubio tra arte e sensi

    Un connubio di fascino unita al respiro sacro della terra e del cielo. Chiara è una ragazza che a cuor leggero racconta una grande esperienza, partendo dal principio, facendoci assaporare i dettagli all'interno di un viaggio mistico.

    Ci permette di esplorare la sua esperienza in India, ancora l'interesse immenso a questa grande tradizione e cultura, senza tralasciare il significato sacro del suo nome d'arte: Roshni Henna.

    Prima di essere un lavoro, Chiara ci trasmette come esso è innanzitutto una grande passione e missione, miscelati in una triade creativa. Tutti i dettagli descritti da Chiara, e di questa incredibile body art dai connotati mistici, li potete trovare ed ascoltare nella fantastica intervista rilasciata pe Unicaradio.it

  • Nella terza puntata del podcast andremo a presentare il comune di Torpè nel contesto del Parco di Tepilora

    Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.

    L'importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017, quando l'UNESCO ha designato quest'area. Insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada, Montalbo e Monte Acuto l'unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 21 presenti in Italia.

    Torpè situata nella costa nord-orientale della Sardegna si presenta come un centro popoloso e agricolo tradizionale della Baronia.

    Torpè, incastonato tra il Monte Nurres e il lago Macheronis, offre uno scenario naturale mozzafiato. Il borgo, con le sue antiche case in pietra e fango, custodisce un ricco patrimonio storico, testimoniato dal nuraghe San Pietro e dalle domus de janas. La pineta de Sa Dea e l'oasi di Usinavà sono oasi di pace dove ammirare la fauna selvatica e rilassarsi.

    Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora

  • La passione per la radio al servizio della comunità: il lavoro dei volontari ERAC. L’associazione ERAC, con i suoi volontari, è essenziale per la gestione delle emergenze in Sardegna, grazie alla radio come strumento di coordinamento per la protezione civile.

    La passione per la radio non è solo un hobby, ma una vera e propria missione per i volontari dell'Emergenza Radioamatori Associati Cagliari (ERAC). In Sardegna, un’isola caratterizzata da una geografia complessa e diverse criticità naturali, il supporto di questi appassionati è fondamentale per la sicurezza e il benessere della comunità. La loro esperienza, unita alla competenza, è un punto di riferimento per la gestione delle emergenze e per il coordinamento delle attività di Protezione Civile.

    In questa puntata, incontriamo Salvatore Pittalis e Stefano Lande, due dei principali volontari dell'associazione, che spiegano come la radio diventi un mezzo indispensabile per affrontare situazioni di rischio come il rischio idrogeologico, gli incendi o le operazioni di ricerca dispersi. Come raccontano Pittalis e Lande, "la Sardegna presenta varie criticità che richiedono una risposta immediata e ben organizzata. Noi, in collaborazione con la Regione, gestiamo la rete radio che supporta queste attività, consentendo una comunicazione fluida tra le diverse unità di intervento".

    Le attività portate avanti

    Il lavoro di ERAC non si limita solo a gestire le emergenze. La passione per la radio e l'amore per il mezzo spingono i membri dell'associazione a partecipare a gare e contest di radioamatori, attività che non solo potenziano le loro competenze, ma rafforzano anche la comunità. Studiare e sperimentare con la radio è un’occasione di crescita collettiva e di divertimento per i membri dell'associazione, che si ritrovano a coltivare il loro interesse per la radio in un ambiente che promuove la condivisione e il supporto reciproco.

    La radio diventa quindi un alleato potente per chi opera sul territorio, consentendo di mantenere una comunicazione continua e sicura, soprattutto nelle emergenze. Il lavoro dei radioamatori di ERAC permette di migliorare l’efficacia delle operazioni, potenziando la capacità di intervento di chi lavora ogni giorno per proteggere e supportare la comunità. L’esperienza di Salvatore Pittalis e Stefano Lande è la testimonianza di quanto sia importante la passione, l’impegno e la preparazione per fare la differenza nei momenti critici.

    In conclusione, la radio non è solo una passione per i membri di ERAC, ma un vero e proprio strumento di supporto per il territorio e la comunità, unendo competenza e passione in un binomio vincente al servizio del bene comune.

  • Nella seconda puntata del podcast andremo a presentare il comune di Lodè nel contesto del Parco di Tepilora

    Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.

    L'importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017. Quando l'UNESCO ha designato quest'area, insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada e Montalbo l'unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 17 presenti in Italia.

    Situata in una valle immersa nel verde della macchia mediterranea, Lodè ha rivestito un ruolo di importanza strategica nella Barbagia meridionale fin dal medioevo.

    Lodè: un gioiello incastonato tra le montagne

    Nascosto tra le montagne del Montalbo, Lodè è un borgo millenario che conserva intatto il fascino del passato. Circondato da un paesaggio incontaminato, il paese offre un viaggio nel tempo tra rovine nuragiche, domus de janas e antichi mestieri. Le strade acciottolate del centro storico, con le loro case in pietra e fango, raccontano storie di una comunità forte e accogliente. Lodè è un luogo dove la natura incontaminata e la cultura millenaria si fondono in un'esperienza unica. Si distende ai piedi del monte Calvario, circondato dalla catena del Monte Albo e dai rilievi granitici dei paesi vicini. Lodè è un centro montano dell’alta Baronia di mille e 700 abitanti, che fa parte dei borghi autentici d’Italia, il cui territorio è reso fertile da sorgenti e riu Mannu che forma la cascata di sos Golleos.

    Dicitura da inserire:

    Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora

  • Settimana contro le discriminazioni: la lotta alla discriminazione razziale in Europa e nel mondo

    La Settimana contro le discriminazioni è un'occasione fondamentale per riflettere sul lungo cammino della società verso l'uguaglianza e la lotta contro il razzismo. La discriminazione razziale, che da secoli affligge il mondo intero, continua a rappresentare una delle problematiche più urgenti in molti paesi, inclusi quelli europei. In questo contesto, l'Europa ha fatto significativi passi avanti, ma molto resta ancora da fare per garantire una vera inclusività e parità di diritti a tutte le persone, indipendentemente dalla loro etnia, razza o origine.

    Le origini del razzismo e la sua evoluzione

    Il razzismo è una forma di pregiudizio che affonda le radici in concetti errati di superiorità e inferiorità tra gruppi umani basati sulla razza o sull'etnia. Storicamente, il razzismo si è manifestato in molteplici forme, dall'apartheid sudafricano alle discriminazioni razziali durante il periodo della colonizzazione, fino alle attuali problematiche legate ai flussi migratori e all'integrazione delle minoranze. Nonostante i progressi, molti paesi, in particolare quelli europei, si trovano ancora a dover affrontare comportamenti e atteggiamenti discriminatori che danneggiano il tessuto sociale.

    Le politiche dell'Unione Europea contro la discriminazione

    L'Unione Europea ha adottato politiche precise per combattere la discriminazione razziale e promuovere una società inclusiva. L'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea stabilisce che "è vietata qualsiasi forma di discriminazione, in particolare basata sul sesso, razza, colore della pelle, origine etnica o sociale". Questo articolo è il fondamento giuridico che supporta la legislazione europea contro la discriminazione e promuove la parità di trattamento in tutti i settori della vita pubblica, tra cui l'occupazione, l'istruzione e l'accesso ai servizi.

    Le iniziative contro la discriminazione razziale in Sardegna e in Europa

    In Sardegna, ad esempio, attraverso lo sportello Europe Direct, sono promosse iniziative che sensibilizzano la cittadinanza riguardo i diritti fondamentali e le opportunità offerte dall'Unione Europea. Un progetto particolarmente rilevante è il Corpo Europeo di Solidarietà, che offre opportunità di volontariato in tutta Europa, promuovendo l'inclusività e l'uguaglianza. Partecipando a progetti di volontariato, i giovani possono contribuire direttamente a combattere il razzismo e promuovere la solidarietà tra le diverse culture.

    Anche in altre parti d'Europa, numerosi progetti mirano a favorire la comprensione interculturale e la cooperazione tra paesi di diversa provenienza, come il programma Erasmus+, che consente agli studenti di vivere esperienze educative e formative in paesi stranieri, arricchendo la loro visione del mondo e favorendo l'integrazione.

    L'importanza dell'educazione e della consapevolezza

    Nonostante l'esistenza di leggi e programmi, è evidente che la discriminazione razziale persiste a livello sociale, e molto lavoro deve essere fatto per cambiare le mentalità. L'educazio