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Quella di Luca Varani, Marco Prato e Manuel Foffo è una storia terribile, che dopo cinque anni continua ad esercitare la sua carica distruttiva.
La casa di via Iginio Giordani è come cristallizzata, intrappolata in un tempo che non scorre.
Nessuno ci è più entrato, è ancora tutto fermo a quel giorno di marzo del 2016, quando Luca per la prima volta ha salutato Marco e Manuel.
Anche la città è sospesa in un limbo, come se fosse stato scagliato un maleficio.
Forse quindi ci vorrebbe una preghiera.
Per Roma. Per Luca.
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Marco e Manuel, quando ripercorrono l’omicidio, descrivono un rituale disumano, in cui la vita di Luca, la vittima, perde e acquista significato allo stesso tempo.
Dicono che non volevano farlo soffrire, come se la loro furia si fosse intensificata proprio per ridurre la sua agonia.
Ma com’è possibile che due ragazzi abbiano superato la porta girevole dell’inferno? E’ Perché sono impazziti? E’ Perché sono dei sadici?
È perché dei ragazzi senza futuro né direzione, in una città senza futuro e direzione, è più facile che si perdano?
A fare da sfondo alla loro caduta, c’è Roma.
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Luca entra in casa di Manuel Foffo la mattina di venerdì 4 marzo, dopo aver ricevuto una chiamata da Marco Prato. Non è però il primo a salire al decimo piano di via Iginio Giordani.
Da diverse ore Foffo e Prato, nel delirio della cocaina, giocano ad una sorta di lotteria della morte, inviando messaggi tutti uguali ad amici e conoscenti. Si tratta di un’esca: “A casa mia c’è una festa, ti va di venire?”
Uno dei destinatari accetta quell’invito, entra nel cono d’ombra di via Iginio Giordani e si ritrova davanti a qualcosa di mai visto.
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Manuel Foffo e Marco Prato non avevano nessun motivo per uccidere Luca Varani, il loro è un delitto senza movente.
Per capire cosa è successo si deve tornare a quando si sono conosciuti, la notte del capodanno 2015.
Una festa, dei cocktail, tanta cocaina, i due si chiudono per giorni in casa di Manuel, proprio dove tre mesi dopo verrà ucciso Luca.
E’ qui che stringono un legame che immediatamente si trasforma in un nodo impossibile da sciogliere, in un segreto.
Quel capodanno non nasce una semplice amicizia, ma prende il via una catena di eventi con delle conseguenze inimmaginabili.
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Si scopre che la vittima del brutale omicidio è Luca Varani, un ragazzo cresciuto nella periferia nord della città.
Luca è benvoluto da tutti, è socievole, schietto, con un sorriso quasi magnetico.
Ha una bella famiglia alle spalle e una fidanzata con cui sta da quando aveva 13 anni.
Tutti si chiedono: cosa ci faceva un ragazzo come Luca nell’appartamento dove è stato ucciso? Perché era in compagnia di Marco Prato e Manuel Foffo, due persone così diverse da lui?
Pochi giorni dopo il funerale però, la fidanzata di Luca riceve un messaggio su Facebook che ribalta ogni cosa.
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La notte del 5 marzo i carabinieri fanno irruzione in una camera d’hotel, la 65.
All’interno la scena è tragica: un ragazzo è steso per terra, indossa dei collant da donna, un toupet, ha la faccia truccata.
È il pr Marco Prato, che insieme a Manuel Foffo, ha massacrato un ragazzo di 23 anni.
Ha cercato di suicidarsi per il rimorso, ma le forze dell’ordine sono arrivate in tempo.
Chi è veramente Marco?
“I problemi per una personalità come la mia sono complessi” risponde Prato al pubblico ministero.
Complessi tanto quanto la notte di Roma.
Prossimo episodio: domenica 24 ottobre
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Manuel Foffo ha 30 anni, vive da solo in un appartamento in via Iginio Giordani, a Roma, è il classico ragazzo della porta accanto. La mattina del 5 marzo 2016 Manuel deve andare al funerale di uno zio. Si chiude la porta di casa alle spalle, scende in strada e sale in macchina con i suoi parenti. Una famiglia normale, tutto è tristemente normale. Nessuno sa che nell’appartamento di via Igino Giordani il ragazzo ha nascosto un segreto che cambierà le loro vite per sempre. Poche ore dopo infatti Manuel confessa a suo padre di aver ucciso una persona.
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Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Antonella Mori, professoressa alla Bocconi e responsabile del programma America Latina dell’ISPI, dell'attacco al Campidoglio in Brasile e di cosa questo significhi per il futuro del Paese.Ascolta gli altri podcast di Will
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Quintino Sella, politico, scienziato e alpinista, raccontato dal professor Barbero all’Auditorium Motta di Mosso (BI).
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