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Cari, madre single di 37 anni dello Iowa, sparisce nel nulla dopo aver passato la notte con Dave, un meccanico incontrato online. Dave riceve minacce sempre più aggressive dal recapito della donna, e subisce un vero e proprio stalking che durerà anni… Ma niente è come sembra! Questa è la storia di Cari Farver.
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Quando la 48enne Dee Dee venne trovata senza vita nella sua casa di Springfield, nessuno avrebbe mai immaginato cosa si celasse dietro questa morte improvvisa. Il rapporto con la figlia Gypsy Rose nasconde infatti un disturbante segreto che ha sconvolto l’America… Questa è la storia di Gypsy Rose Blanchard.
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Dopo il processo contro Pisano, per la famiglia Bergamini cominciano vent’anni di dolore e silenzio, in cui continuano a chiedersi cosa sia successo quella sera. Nel 2009 un movimento spontaneo sui social chiede che sia fatta giustizia. Un avvocato aiuta la famiglia di Denis a cercare nuove testimonianze.
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I segni sul corpo di Denis non corrispondono alla dinamica dell’investimento per come è stata descritta da Isabella. La famiglia Bergamini non crede al suicidio, ma il le indagini svolte puntano solo in quella direzione. Nel 1991 comincia il processo dall’autista del camion per omicidio colposo.
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La sera di sabato 18 novembre, la squadra a cena in ritiro riceve una telefonata di Isabella: Denis si è ucciso gettandosi sotto un camion, lungo la Statale Ionica. I compagni di squadra sono sconvolti, ma devono comunque scendere in campo. La famiglia di Denis arriva a Cosenza e si tengono i funerali.
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Il mio intervento a FarWest, su Rai 3, sui fatti del momento.
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All’inizio del 1989, Denis si infortuna e rimane fermo per qualche mese. Nel frattempo, la lunga relazione con Isabella si interrompe e Denis comincia a interessarsi ad altre ragazze. Nel pomeriggio di sabato 18 novembre Denis Bergamini lascia il ritiro pre partita e va a prendere Isabella sotto casa, dopo mesi in cui non si vedevano più.
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Denis Bergamini nasce a Boccaleone, in provincia di Ferrara. Si rivela presto un talento del calcio, e diventa prima un professionista, per poi passare alla serie C, col Cosenza. Qui inizia una nuova fase della sua vita tra calcio e amici. Comincia a frequentare una ragazza poco più giovane di lui: Isabella Internò.
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Il 13 novembre 1994, Luca Amorese, un ragazzo di 14 anni soprannominato il “Pelé del Quadraro” per il suo talento calcistico, scompare nel nulla a Roma. Quella sera, si allontana a bordo del motorino appena acquistato, ma non farà più ritorno a casa. Pochi giorni dopo, la famiglia riceve una lettera attribuita al ragazzo che nel messaggio, afferma di essersi allontanato volontariamente. Ma le sue parole sollevano inquietanti interrogativi anziché offrire conforto. Le indagini puntano su Elvino Gargiulo, un settantenne conosciuto come “il nonno”, e sul figlio Mario, entrambi sospettati anche di altre sparizioni misteriose: quella di Luigina Giumento e della nipote Valentina Paladini, scomparse nel 1991. L’ombra di abusi e un passato oscuro alimentano i sospetti contro di loro, ma mancano prove concrete per fare piena luce sulla vicenda. La scomparsa di Luca Amorese, insieme a quelle di Luigina e Valentina, rimane un enigma irrisolto. Un capitolo doloroso che segna ancora oggi la memoria del Quadraro e lascia aperte ferite che il tempo non ha saputo rimarginare.
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Questa è un'opera di fantasia ispirata da una storia vera. Ogni riferimento a luoghi reali, eventi o personaggi realmente esistiti è rielaborato dall'immaginazione. Gli eventi narrati sono il frutto della creatività dell'autore e qualsiasi somiglianza o discordanza con persone reali, luoghi e eventi accaduti è puramente casuale. -
I delitti di Alleghe sono una serie di omicidi che hanno sconvolto il piccolo paese tra le Dolomiti in provincia di Belluno tra il 1933 e il 1946. Il primo caso risale è quello di Emma De Ventura, cameriera dell'Albergo Centrale. Venne trovata in una stanza con la gola tagliata. Il caso fu frettolosamente archiviato come suicidio.
Pochi mesi dopo, il 4 dicembre 1933, Carolina Finazzer, moglie di Aldo Da Tos, annegò misteriosamente nel lago del paese. Anche in questo caso, le autorità parlarono di suicidio.
Nel 1946, la scia di sangue proseguì con il duplice omicidio dei coniugi Luigi e Luigia Del Monego, gestori di uno spaccio e di una panetteria. I due furono assassinati a colpi di pistola mentre tornavano a casa. Si ipotizzò una rapina, dato che dalla borsa di Luigia erano scomparsi denaro e gioielli.
Solo nel 1952, grazie all'inchiesta del giornalista Sergio Saviane, emerse la verità. Gli omicidi erano stati pianificati ed eseguiti per occultare scandali e proteggere interessi famigliari.
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Nadia Roccia, una studentessa diciottenne, fu uccisa il 14 marzo 1998 dalle sue amiche Anna Maria Botticelli e Maria Filomena Sica a Castelluccio dei Sauri in provincia di Foggia. Le tre ragazze si conoscevano fin dall’infanzia, ma nel tempo Botticelli e Sica svilupparono sentimenti ostili nei confronti di Nadia, soprattutto dopo che lei ritrattò una promessa di aiutarle a trasferirsi negli Stati Uniti. Le due amiche la strangolarono e tentarono di simulare un suicidio legando una corda al collo della vittima e lasciando una falsa lettera di suicidio. Gli inquirenti ottennero le confessioni durante gli interrogatori e le due assassine furono condannate. Il movente del delitto fu ricondotto a motivi economici e sentimentali.
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Rosina Carsetti, una donna di 78 anni, è stata brutalmente assassinata la vigilia di Natale del 2020 nella sua casa a Montecassiano. Le indagini rivelarono che i colpevoli erano la figlia, Arianna Orazi, e il nipote, Enea Simonetti. Per sviare le indagini, la coppia inscenò una rapina, ma le prove raccolte portarono inevitabilmente al loro arresto. Durante il processo, emerse che Arianna aveva orchestrato il piano mentre Enea ne fu l’esecutore.
Il marito di Rosina, Enrico Orazi, venne coinvolto per non aver impedito l’omicidio e per aver partecipato alla messinscena. Arianna è stata condannata all’ergastolo, Enea a 27 anni di reclusione ed Enrico a 4 anni e sei mesi per maltrattamenti e simulazione di reato.Questo caso ha messo in luce profondi problemi di conflittualità e maltrattamenti all’interno della famiglia Carsetti, esacerbati dal periodo pandemico, lasciando un segno indelebile nella comunità di Montecassiano.
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Il delitto di Cristina Capoccitti rimane uno dei misteri più oscuri della cronaca nera italiana. In una calda sera d’estate, la bambina scomparve nel nulla. Il mattino seguente, il suo corpo fu ritrovato nel silenzio inquietante di un bosco, segnato da una violenza che non lasciava spazio a dubbi: era stata una fine brutale. La piccola comunità di Balsorano, sconvolta, si aggrappò alla speranza di ottenere risposte. Le indagini si concentrarono subito su Michele Perruzza, lo zio muratore, un uomo schivo e ambiguo. Ma il caso si complicò: confessioni ritrattate, accuse incrociate, verità che si dissolsero in un intrico di incertezze. Perruzza venne condannato all’ergastolo, ma continuò a proclamare la propria innocenza fino alla fine. Nel frattempo, versioni alternative emersero sottovoce, sussurrate nei corridoi dei tribunali e nelle conversazioni del paese: ipotesi mai dimostrate, dubbi mai dissipati.
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Milena Quaglini è una figura tristemente nota nella cronaca nera italiana per essere stata coinvolta in tre omicidi tra il 1995 e il 1999, tutti legati a episodi di violenza e abusi subiti. Nata nel 1957 a Mezzanino, in provincia di Pavia, Milena ha vissuto un'esistenza segnata da traumi, relazioni tossiche e difficoltà economiche. I suoi crimini, motivati dalla necessità di difendersi o vendicarsi contro uomini che l'avevano maltrattata, hanno sollevato un acceso dibattito sull'autodifesa e sulla violenza di genere. Tra le sue vittime ci sono il marito violento e due uomini accusati di tentativi di abuso nei suoi confronti. Arrestata nel 1999, Milena è condannata e incarcerata, ma la sua fragilità psicologica la porta a togliersi la vita nel carcere di Vigevano nel 2001, lasciando una lettera per i suoi figli. La vicenda di Milena Quaglini continua a rappresentare un caso emblematico sulle conseguenze devastanti della violenza domestica e della mancanza di supporto per le vittime, ponendo l'accento sull'urgenza di interventi efficaci per prevenire simili tragedie.
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Rossana D'Aniello, funzionaria di banca di 46 anni, viveva con il marito, Paolo Botteri, noto farmacista fiorentino, e le loro due figlie in un appartamento in via della Scala. L'8 novembre 2003, la donna è stata trovata senza vita nel suo appartamento, vittima di un'aggressione brutale che le ha causato una profonda ferita alla gola.
Il corpo è stato scoperto dal marito al suo rientro a casa. Le indagini hanno portato rapidamente all'arresto di Daniela Cecchin, una donna di 47 anni, impiegata comunale ed ex collega universitaria di Paolo Botteri.La Cecchin ha confessato l'omicidio, dichiarando di aver agito per invidia nei confronti della vittima: “una donna bella e felice, per questo l’ho uccisa".
Secondo la ricostruzione, Daniela Cecchin si è presentata a casa di Rossana D'Aniello con un coltello e, dopo una breve conversazione, l'ha aggredita, infliggendole la ferita mortale alla gola. Successivamente, ha lasciato la scena del crimine, portando con sé l'arma del delitto. Durante il processo, è emerso che Daniela Cecchin soffriva di un disturbo paranoide di personalità. In primo grado, è stata condannata a 30 anni di reclusione, pena successivamente ridotta a 20 anni, con il riconoscimento dell’infermità mentale.
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Il 14 giugno 2014, Carlo Lissi, un informatico di 31 anni, ha ucciso brutalmente sua moglie Maria Cristina Omes e i due figli, Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi, nella loro casa a Motta Visconti. Dopo aver commesso il terribile delitto, l'assassino è andato a guardare la partita dei mondiali con degli amici per crearsi un alibi. Il movente del crimine sembra essere stato l’infatuazione non corrisposta dell'uomo per una collega di lavoro. Lissi è stato condannato all’ergastolo e, durante la sua detenzione, si è laureato in filosofia.
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