Afleveringen
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Jacopone, pur essendo francescano, non mostra, come potremmo immaginare, di vivere un rapporto sereno con il mondo che lo circonda. Egli è una persona difficile, ricca di contraddizioni, di paradossi, a tratti violento e fortemente polemico verso il prossimo. I temi poetici da lui trattati sono però quelli dell’umiltà, della gioia mistica di incontro con Dio, la passione di Cristo. Jacopone è molto forte e dà però voce ad una disperazione molto umana, quella di essere consapevoli della propria infima piccolezza come essere umano gettato sulla Terra e di essere al contempo infinitamente lontano da Dio in termini esistenziali.
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Qualcuno ha fatto notare che nel Cantico emerge un aspetto ingenuo e semplicistico. Non è difficile pensare che questo sia stato appositamente voluto da Francesco; prevale un’ingenuità voluta perché semplice ed essenziale è l’approccio francescano all’esistenza. Ciò non non svilisce l’importanza e la grandezza di quel che stiamo trattando; anzi. Francesco è un autore raffinato e preciso. È riuscito a dare perfetta rispondenza tra forma e stile e significato culturale del testo.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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Il "Cantico delle Creature" è unanimemente riconosciuto come il primo testo poetico della letteratura italiana. San Francesco lo compone negli ultimi anni della sua vita (si pensa intorno al 1224).
Qui se ne dà lettura e se ne propone la parafrasi. -
Qual è la grande importanza letteraria (cioè culturale) di S. Francesco d’Assisi? Francesco si fa deciso promotore dell’idea evangelica di fratellanza umana. L’infima condizione sociale vissuta dal Santo non è subìta, ma è ricercata perché è intesa come una condizione naturale dell’essere umano. Le zavorre dell’economia, del buoncostume, del potere, del guadagno, del comando, ecc sono eliminate; nella povertà l’uomo assapora il vero valore dell’esistenza. E lo fa in un rapporto di armonia con tutto ciò che lo circonda, con il Creato e con il Creatore.
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Biografia di San Francesco d'Assisi, non solo patrono d'Italia, ma anche iniziatore della nostra tradizione letteraria, con il Cantico delle creature. La sua giovinezza è sicuramente dinamica e piena di risorse; piena di esperienze e di viaggi, anche in Francia, forse a seguito del padre; lo si è descritto come un giovane allegro e spensierato con il sogno, comune forse per l’epoca, di diventare un valoroso cavaliere e di prendere in sposa una nobile dama, proprio come vedeva accadere nei romanzi cortesi. A quattordici anni Francesco era già avviato alle attività mercantili di vendita di tessuti e stoffe in tutto il Ducato di Spoleto...
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Il termine lauda deriva da latino laus, cioè lode appunto; lode alla Madonna, a Cristo, ai Santi, ecc… Non è un’invenzione ex novo; la sua origine risale alle litanie, al canto dei salmi biblici e all’innodia in generale. Poi ha trovato terreno fertile nei contesti collettivi di processione popolare, all’interno dell’urbe. Le confraternite e i movimenti penitenziali ne hanno fatto uno strumento eccellente di diffusione del loro messaggio. Si sono sviluppati anche movimenti laici, cosiddetti dei laudensi, ovvero di gruppi organizzati di preghiera per processioni e liturgie penitenziali particolarmente dediti al canto delle laude. [...]
Due brani ulteriori tratti da:
Le origini e il Duecento, Genesi di una nuova letteratura, Vol 1 Storia della letteratura italiana.
L’espressione musicale della devozione popolare contenuto nell’Enciclopedia della Musica edita da Einaudi/Il Sole 24 ore, Milano/Torino 2006. -
In Italia non si sviluppa un contesto culturale unitario sulla falsa riga di quello francese. Nella nostra penisola, come sappiamo, vi era una forte frammentazione politica e culturale. Possiamo parlare più che altro di produzioni regionali [...]
Movimenti pauperistici; lauda e poemetto didascalico. -
La figura del cavaliere è stata un punto di riferimento molto importante, al punto tale che anche l’ideazione delle tecniche narrative è stata condizionata in favore dell’esaltazione dell’eroe protagonista [...]
Infine, come abbiamo già avuto occasione di dire, il cavaliere è un ruolo che non ha tempo. Nei secoli è rimasta una figura essenziale, anche solo nell’immaginazione, come segno di speranza per la nobilitazione dell’uomo, come essere responsabile di sé e del proprio prossimo. -
Georges Duby (1919-1996) è stato uno storico francese, uno dei più grandi medievisti del secolo scorso. Nella lettura di alcuni passi tratti da Terra e nobiltà nel Medioevo (SEI, Torino 1971), Duby parla del pubblico della letteratura cavalleresca. Ricerca storica e ricerca letteraria devono integrarsi a vicenda: capire l'articolazione della società feudale aiuta a delineare il tipo di pubblico destinatario di un determinato genere letterario (in questo caso, il romanzo cortese-cavalleresco).
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Del periodo storico di cui stiamo parlando, cioè dalla ripresa successiva all’anno Mille, fino al XIII secolo compreso, il cavaliere è una figura sociale di grande peso, tanto da essere parte integrante dell’immaginario culturale (artistico, ma soprattutto letterario). [...]
Nonostante il mondo sia cambiato, la figura del cavaliere non ha mai smesso di affascinare. Ha infatti attraversato fieramente ogni periodo storico-culturale, se non sempre come protagonista, comunque come figura speciale di uomo superiore, capace di una forza, soprattutto morale, straordinaria, alla quale guardare come esempio per nobilitare la figura umana.
Per capirne l’immortalità, basta pensare alla saga di Guerre Stellari, in cui, in un’ambientazione potenzialmente lontana anni luce da quella medievale, si ritrovano eroi impareggiabili che sono nati proprio sul modello cavalleresco dei secoli basso-medievali. -
Trama del romanzo Perceval nella prima versione di Chretien de Troyes.
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Lettura tratta da "Il cavaliere della carretta (Lancillotto)" di C. de Troyes e G. de Leigni, P. G. Beltrami (a cura di), Edizioni dell'Orso, Alessandria 2004.
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La materia bretone: Ciclo di Lancillotto, Ciclo di Perceval, Ciclo di Tristano e Isotta, Ciclo di Artù e Ciclo di Merlino.
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Il cavaliere (Lancillotto, Ivano, Perceval) compie un percorso individuale di formazione e di perfezionamento delle virtù cortesi. Non c’è infatti solo un valore militare da far valere e da mettere alla prova, ma anche (e soprattutto) un valore morale nato e nutrito con il sentimento dell’amore.
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Questo è un testo chiave della poesia trobadorica. Qui l’amore è vissuto come frustrazione e perdita di identità. È una dichiarazione di rinuncia all’amore; il poeta ci parla della drammaticità del sentimento amoroso: la sofferenza d’amore conduce alla morte. È dunque più conveniente abbandonare la gioia e l’amore stesso, che vivere di dolori e sofferenze.
Alla fine della puntata si propone un breve ascolto di una ricostruzione musicale della lirica di Bernart de Ventadorn.
Violino: Emmanuel Bonnardot
Flauto: Pierre Hamon
Voce: Raphaël Boulay -
Testo lirico Per la dolcezza della nuova stagione di Guglielmo IX di Acquitania. Il brano è noto anche con il titolo: Con la dolcezza della primavera.
Questo testo è un ottimo esempio che esprime la metafora feudale tanto cara ai trovatori. Il poeta parla del rapporto con l’amata alludendo spesso ad elementi propri del cerimoniale di investitura del vassallo. Vi è inoltre un repertorio di temi e situazioni della poesia trobadorica: la primavera, la lontananza dalla donna, il patto amoroso e le chiacchiere dei maldicenti. -
Secondo Köhler l’amor cortese e la cortesia sono strettamente legati al tema della liberalità e ad una serie di obblighi ideali e sociali imposti dalla classe dei cavalieri a tutta la nobiltà delle corti feudali. L’onore di un uomo e la sua nobiltà risiede nell’animo e l’espressione amorosa ne è la massima ostentazione.
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La lirica dei trovatori è indiscutibilmente un nuovo punto di partenza per la letteratura occidentale; una matrice essenziale che non ha precedenti. Tuttavia è importante pensare alle influenze culturali circostanti che possono aver contribuito ad ispirare questo nuovo genere letterario. Tra le esperienze precedenti e coeve che possono aver affinità, possiamo enumerare alcune opere della tradizione classica (l’Ars amandi di Ovidio ne è un esempio); il culto cristiano, forte e ricco, per la Vergine Maria; alcuni ritmi e forme della liturgia cristiana; strutture cantate della tradizione popolare (come il pianto funebre) ed alcune influenze proprie della poesia araba. Queste sono tutte forme ed espressioni culturali di cui gli autori (intellettuali e nobili) sicuramente potevano aver fatto esperienza. Ricordiamo che l’ambiente in cui si generano queste composizioni è la corte, il luogo per eccellenza nel quale erano riunite le migliori opportunità sociali ed artistiche dell’epoca.
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La lirica provenzale è la prima manifestazione letteraria all’interno della società cortese.
Il tema centrale della lirica provenzale è l’amor cortese; non mancano però riferimenti all’attualità, all’etica e alla morale. I letterati, o poeti di cui stiamo parlando, non erano uomini qualsiasi. Erano generalmente di cultura elevata e ricoprivano posizioni di rilievo all’interno della società.
La poesia provenzale è un tipo di poesia raffinata e ricercata; è un tipo di poesia che ama il gusto elegante della forma e la ricchezza dell’espressione. -
Introduzione alla letteratura cortese; definizione di Amor cortese; Andrea Cappellano: I Comandamenti d'amore.
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