Afleveringen

  • L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    Gabriele Lippolis (Presidente Confindustria Brindisi)

    Host:
    Francesca Pedico, co-CEO & Founder Likeabee Creative Company

  • L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    Amerigo Splendori (Direttore Generale DGST-MIMIT)

    Host:
    Francesca Pedico, co-CEO & Founder Likeabee Creative Company

  • Zijn er afleveringen die ontbreken?

    Klik hier om de feed te vernieuwen.

  • L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    Manlio Guadagnolo, già Commissario Straordinario di Governo per la ZES Interregionale Adriatica

    Host:
    Francesca Pedico, co-CEO & Founder Likeabee Creative Company

  • L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    Beatrice Lucarella a (Coordinatrice Fondazione Marisa Bellissario)

    Host:
    Francesca Pedico, co-CEO & Founder Likeabee Creative Company

  • L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    On. Francesco Ventola (Vice Pres. Comm. Sviluppo Reg. Parlamento Europeo)

    Host:
    Francesca Pedico, co-CEO & Founder Likeabee Creative Company

  • HEY SUD INTER-NAZIONALIZZARE, SFIDA DA CHAMPIONS

    L’export pugliese sta vivendo un momento cruciale: da un lato le imprese regionali dimostrano una crescente capacità di competere sui mercati internazionali, dall’altro il contesto globale è reso incerto da tensioni geopolitiche, nuove barriere commerciali e dazi che complicano l’accesso a mercati chiave.

    Questa nuova puntata di Hey Sud vuole accendere i riflettori sulle eccellenze produttive della Puglia e sulle prospettive di internazionalizzazione delle sue imprese. Nel 2024 le esportazioni dalla Puglia hanno registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente.

    In particolare, nel primo trimestre 2024, si è osservata una riduzione del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la quota pugliese sul totale nazionale che è scesa dall’1,6% all’1,5%. Nei primi tre trimestri del 2024 la variazione cumulata delle esportazioni pugliesi è stata del -0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una quota dell’1,6% sul totale nazionale.

    Nonostante la flessione generale, alcuni comparti hanno mostrato una performance positiva. Il settore agroalimentare ha trainato l’export pugliese nel 2024: l’olio extravergine di oliva ha registrato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, il vino un incremento del 9% e la pasta del 7%.

    In difficoltà alcuni comparti manifatturieri, come mobili e mezzi di trasporto, hanno subito flessioni significative. Durante l’incontro analizzeremo i comparti pugliesi più dinamici e le opportunità ancora da cogliere, l’impatto delle politiche commerciali internazionali, con particolare attenzione ai nuovi dazi, le strategie per diversificare i mercati di sbocco e ridurre la dipendenza da aree a rischio, gli strumenti messi a disposizione da Unione Europea e governo italiano per sostenere l’export del Made in Italy.

    Con l’aiuto di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali, il talk offrirà una panoramica concreta su come affrontare i cambiamenti in atto e trasformare le sfide globali in leve di crescita locale.

    Ospiti:
    On. Francesco Ventola (Vice Pres. Comm. Sviluppo Reg. Parlamento Europeo)
    Amerigo Splendori (Direttore Generale DGST-MIMIT)
    Gabriele Lippolis (Presidente Confindustria Brindisi)
    Manlio Guadagnolo (già Commissario Straordinario di Governo per la ZES Interregionale Adriatica)
    Beatrice Lucarella (Coordinatrice Fondazione Marisa Bellissario)
    Claudio Meucci, EY Consulting Market Leader

    Host:
    Antonio Procacci, Vicedirettore TgNorba

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.
    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni. Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.
    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni. Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.

    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni. Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.

    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni.

    Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.

    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni. Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

  • La transizione ecologica, fondamentale per combattere il cambiamento climatico, punta a trasformare il nostro modello economico in uno più sostenibile, neutrale dal punto di vista climatico e rispettoso dell’ambiente.

    L’Unione Europea è in prima linea in questa sfida, grazie all’European Green Deal, che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.

    La Commissione ENVI, presieduta da Antonio Decaro, ha un ruolo centrale nel definire politiche innovative e nel promuovere strumenti come il pacchetto “Fit for 55”, il fondo sociale per il clima e iniziative per l’economia circolare.

    Tuttavia, la transizione ecologica non si gioca solo a livello europeo: i territori locali sono il cuore di questo cambiamento. Le città, infatti, hanno la possibilità di sperimentare soluzioni concrete, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità urbana.

    Ma il percorso non è privo di ostacoli: costi iniziali elevati, complessità normativa e resistenze sociali possono rallentare i progressi. È qui che entra in gioco la collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e locali, con un obiettivo comune: trasformare le sfide in opportunità.

    La transizione ecologica può infatti creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e garantire un futuro più sicuro per le prossime generazioni. Con il contributo di Antonio Decaro rifletteremo su come possiamo tutti essere protagonisti di questa trasformazione. Perché la transizione ecologica non è solo un obbligo, ma un impegno condiviso per costruire un domani più giusto e sostenibile.

    Ospiti:
    Antonio Decaro, Presidente ENVI UE (Comm. Ambiente, Clima e Sicurezza Alimentare)Antonio Trevisi, Senatore e Energy Manager Università del SalentoAlessandro Delli Noci, Assessore allo Sviluppo Economico Regione PugliaFabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione PNRR MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica)Angelo Di Giovine, Presidente Sez. Energia Ambiente e Utilities Confindustria Bari-BatFrancesco Cupertino, Rettore Politecnico BariClaudio Meucci, EY Consulting Market Leader
    Host:
    Antonio Procacci, Vice Direttore Telenorba

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.

  • L’intelligenza artificiale rappresenta una delle tecnologie più dirompenti del nostro tempo e sta trasformando profondamente il panorama economico e sociale a livello globale. Se questo sarà un bene o un male lo scopriremo solo vivendo, “AI” posteri l’ardua sentenza.

    Al momento, con i dati a nostra disposizione, non possiamo che credere che il mondo può trarre enormi benefici da questa rivoluzione tecnologica. Sud Italia e Puglia non sono escluse da questi benefici e, anzi, potrebbero trarne linfa per colmare il divario che ci trasciniamo da sempre rispetto al nord d’Italia e d’Europa.

    Nel corso di questo appuntamento di Hey Sud abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul tessuto produttivo e sociale della Puglia, esplorando come questa tecnologia possa favorire innovazione, crescita economica e competitività territoriale.

    Abbiamo discusso delle opportunità che l’IA offre per le imprese locali, con incentivi che potrebbero sostenere l’automazione dei processi, la trasformazione digitale e la creazione di nuovi modelli di business data-driven. La Puglia, che già si distingue per la sua capacità di attrarre fondi e investimenti strategici, si prepara a un ulteriore salto di qualità.

    L’introduzione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà alle imprese pugliesi di migliorare la loro efficienza operativa, stimolare la competitività e favorire l’internalizzazione dei loro prodotti e servizi.

    Gli assi strategici del piano regionale per l’AI si concentrano su tre ambiti fondamentali: crescita tecnologica, formazione dei talenti e inclusione. Oltre un miliardo di euro sarà destinato allo sviluppo di progetti legati all’IA, con un focus specifico sulla trasformazione digitale delle PMI, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nelle filiere industriali e la creazione di nuove startup tecnologiche nel settore dell’AI.

    Al centro della nostra discussione, è stato posto anche il tema della formazione dei talenti. La Puglia si impegna a sostenere lo sviluppo di competenze digitali avanzate attraverso investimenti in percorsi di formazione e collaborazioni con università e centri di ricerca, creando così un bacino di professionisti qualificati pronti a guidare la rivoluzione tecnologica. Un altro asse prioritario riguarda l’inclusione sociale e il supporto alle fasce deboli.

    L’intelligenza artificiale può infatti essere utilizzata per migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici, l’efficienza dei sistemi sanitari e delle infrastrutture, con benefici concreti per tutti i cittadini. L’obiettivo auspicato è quello di trasformare la Puglia in un hub per l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica, creando un ecosistema in grado di attrarre investimenti nazionali e internazionali e stimolare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

    Grazie a queste iniziative, la Puglia potrà rafforzare la sua competitività a livello globale e affrontare con decisione le sfide dei prossimi anni, promuovendo un modello di sviluppo che integra tecnologia, talento e coesione sociale.



    Host:
    • Antonio Procacci, Vice Direttore Telenorba

    Ospiti:
    • Gianna Elisa Berlingerio, Direttore Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia
    • Alessandro Delle Donne, Direttore Generale IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” Bari
    • Gaetano Grasso, Responsabile Uff. Monitoraggio Tecnico InnovaPuglia
    • Danilo Caivano, Professore Ordinario Dipartimento Informatica Università degli studi di Bari
    • Mariarita Costanza, CTO e CoFounder Macnil, Vice presidente Confindustria Bari e BAT per Innovazione e Start Up
    • Claudio Meucci, EY Consulting Market Leader

  • Entro ottobre la Puglia firmerà con il Governo l’Accordo per la Coesione che porterà nelle casse della Regione circa 6 miliardi.

    La Puglia ha già un elenco di oltre 450 progetti pronti per essere finanziati. Il piano Fsc della Puglia si basa su tre assi: crescita, talenti e fasce deboli.

    La parte del leone nelle proposte spetta agli incentivi alle imprese che assorbirà 1,5 miliardi di euro per sostenere il tessuto economico, la digitalizzazione, l’internalizzazione, per favorire l’introduzione dell’intelligenza artificiale.

    Lo scenario auspicato è quello di ampliare le aziende e stimolare la competitività. Il secondo settore d’intervento riguarda i trasporti con progetti che spaziano da nuove strade, ferrovie e infrastrutture per la mobilità.

    Un altro miliardo di euro sarà destinato ad acqua, rifiuti, case popolari ed alloggi per studenti. Con questi investimenti la Puglia può migliore ulteriormente le sue performance macroeconomiche.

    Da anni la Regione è sopra la media nazionale per capacità di spesa dei fondi comunitari, con ricadute positive sull’economia: il Pil della Puglia nel quinquennio 2019-2023 registra il tasso di crescita più alto d’Italia in termini reali, pari al +6,1%, con un Mezzogiorno d’Italia che nel complesso registra un dato di crescita cumulata del +3,7%, superiore alla media nazionale (+3,5%).

    Grazie all’efficace utilizzo dei fondi della coesione, la Puglia potrà affrontare con maggiore determinazione le sfide che l’attendo nei prossimi anni, rafforzando la competitività e un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile.

  • Entro ottobre la Puglia firmerà con il Governo l’Accordo per la Coesione che porterà nelle casse della Regione circa 6 miliardi.

    La Puglia ha già un elenco di oltre 450 progetti pronti per essere finanziati. Il piano Fsc della Puglia si basa su tre assi: crescita, talenti e fasce deboli.

    La parte del leone nelle proposte spetta agli incentivi alle imprese che assorbirà 1,5 miliardi di euro per sostenere il tessuto economico, la digitalizzazione, l’internalizzazione, per favorire l’introduzione dell’intelligenza artificiale.

    Lo scenario auspicato è quello di ampliare le aziende e stimolare la competitività. Il secondo settore d’intervento riguarda i trasporti con progetti che spaziano da nuove strade, ferrovie e infrastrutture per la mobilità.

    Un altro miliardo di euro sarà destinato ad acqua, rifiuti, case popolari ed alloggi per studenti. Con questi investimenti la Puglia può migliore ulteriormente le sue performance macroeconomiche.

    Da anni la Regione è sopra la media nazionale per capacità di spesa dei fondi comunitari, con ricadute positive sull’economia: il Pil della Puglia nel quinquennio 2019-2023 registra il tasso di crescita più alto d’Italia in termini reali, pari al +6,1%, con un Mezzogiorno d’Italia che nel complesso registra un dato di crescita cumulata del +3,7%, superiore alla media nazionale (+3,5%).

    Grazie all’efficace utilizzo dei fondi della coesione, la Puglia potrà affrontare con maggiore determinazione le sfide che l’attendo nei prossimi anni, rafforzando la competitività e un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile.