Afleveringen

  • Il 3 luglio 2022 Giovanni Montagnani ed il suo compagno di cordata Lorenzo “Boz” restano coinvolti in un incidenti mentre scalano lo scudo del Mittelruck. Un incidente i cui effetti segneranno per sempre la vita di Giovanni, ma che poteva tramutarsi in una tragedia. La differenza l’ha fatta un friend giallo, posizionato strategicamente poco prima del volo.

    Lorenzo ci racconta in dettaglio le azioni di autosoccorso poste in essere per poter soccorrere, quanto più possibile in sicurezza, il suo sfortunato compagno e sono una dimostrazione di competenza e lucidità, pur in un momento così stressante.

    Dei mesi successivi a quell’incidente e della nuova fase della propria vita Giovanni ha scritto su un libro che può essere acquistato qui (https://monterosaedizioni.it/product/dopo-lincidente-e-se-andasse-tutto-meglio-del-previsto/)

    Account IG di Giovanni: https://www.instagram.com/giovanniludovico.montagnani/

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  • Anche se siamo ormai formalmente in estate, le condizioni in alta quota sono tali che qualcuno di sicuro sta ancora sciando! Usiamo questa “scusa” per un altro episodio ad argomento valanghe. Un incidente finito bene, per fortuna, ma che è servito a Filippo per riflettere sugli errori commessi e, indirettamente, per avere un racconto da condividere con noi.

    Torna l’argomento “in montagna da soli”, che già abbiamo trattato in passato, quindi sapete anche con che toni lo facciamo, se desiderate però aggiungere le vostre impressioni o convinzioni in merito, l’area commenti sui social è aperta: usatela con lo stile che contraddistingue questo podcast.

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  • Zijn er afleveringen die ontbreken?

    Klik hier om de feed te vernieuwen.

  • Per fortuna non sempre serve che qualcuno si faccia male (o peggio) perché un evento negativo indesiderato in montagna possa essere analizzato per trarne degli insegnamenti!

    Questi eventi sono anche chiamati “near miss” (o “quasi-incidenti” per i non amanti della lingua di Albione!), e differiscono dagli incidenti veri e propri nel fatto che sono eventi che non hanno causato delle conseguenze, ma solo per condizioni favorevoli e casuali.E’ quello che è accaduto con il crollo di una famosa cascata di ghiaccio, avvenuto il 1° marzo 2024 nelle poche ore tra una serie di salite e l’altra, quando quindi nessuno era nei suoi paraggi o, peggio, impegnato nella sua scalata. I segnali però c’erano, e con l’aiuto della Guida Alpina Enrico Bonino proviamo appunto ad elencarli, in modo da poter trarre qualche insegnamento anche da questo “near miss”. Con Enrico parleremo anche dell’importanza che ricopre l’esperienza di tipo ambientale, e quindi non solo tecnica, nel ridurre i rischi connessi con questa affascinante pratica alpinistica.

    Alcune informazioni per contattare l’ospite di questo episodio:

    Enrico Bonino Guida Alpina

    Sito web - Instagram - Facebook

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  • Un episodio impegnativo sotto tutti i punti di vista: da registrare, da editare e infine da ascoltare.

    Il racconto di un incidente mortale in valanga, condiviso da Simone con la speranza che gli insegnamenti che se ne possono trarre siano d'aiuto per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro.

    Puoi vedere il profilo Facebook di Simone Foglia cliccando qui, mentre il post integrale è riportato nel sito web del podcast, nella pagina dedicata a questo episodio. Ci troverai anche alcune foto di Ezio, scattate proprio da Simone.

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  • L’incidente di Matteo e Michela ha fatto emergere tre argomenti estremamente importanti che ho pensato di approfondire con l’aiuto di qualcuno che ha fatto del loro studio una professione. Insieme al dott. Chiambretti quindi parleremo dei pericoli dati dalle prime nevicate, della particolari caratteristiche nivologiche che si incontrano all’interno di un canale e degli effetti del cambiamento climatico per quanto concerne la pratica delle varie attività praticabili sulla neve.

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    💡 Nel blog, sul sito, trovi alcuni approfondimenti sugli argomenti tecnici di cui abbiamo parlato in questo episodio, in particolare in merito alle trappole morfologiche.



  • Con questo episodio facciamo un esperimento: racconto dell’incidente e approfondimento con l’esperto pubblicati lo stesso giorno, ma sempre come due episodi differenti.

    L’incidente di Matteo e Michela, per fortuna senza conseguenze, è un ottimo spunto per affrontare tre argomenti, legati alla sicurezza, apparentemente distanti tra loro ma tutti estremamente importanti per chi si avventura su terreno innevato, a piedi o con gli sci.

    Non vi anticipo niente e vi lascio quindi all’intervista, gli approfondimenti li trovate invece nell’episodio bonus.


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  • Quando, la scorsa primavera, ho sentito dell’incidente occorso a Francesco, che conosco da anni come un alpinista attento e meticoloso, oltre che forte, non ho potuto fare a meno di farmi immediatamente la tradizionale domanda: “ma come ca**o ha fatto a fare un errore del genere?”.

    Poi mi sono ricordato del perché siamo tutti qui, io, chi racconta e chi ascolta: cercare di capire proprio quali siano gli errori che hanno portato all’incidente.

    Ne abbiamo parlato assieme e quella che potete ascoltare in questo episodio è l’intervista che ne è venuta fuori. Buon ascolto, e non stoppate alla fine dell’intervista, che poi ci sono delle mie “riflessioni” sulle quali mi aspetto un vostro parere ;)

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  • Ultimamente si sta parlando molto degli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai alpini. L’attenzione è posta principalmente sugli aspetti ambientali, giustamente, ma le estati siccitose degli ultimi anni si ripercuotono anche sull’attività alpinistica. La riduzione delle nevicate e le altre temperature hanno ridotto la superficie dei ghiacciai ad enormi distese di ghiaccio vivo, il cui attraversamento richiede competenza tecnica ed esperienza, per chi vi si avventura nella stagione autunnale.

    L’incidente occorso a Francesco serve a ricordarci tutto questo, e purtroppo non è stato l’unico in questo autunno, con quella dinamica e in quella zona.

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  • Se fossimo due popstar, io e Luca, questo episodio si sarebbe intitolato “Fatti di Montagna feat. La Dinamica”, ma siamo solo due podcaster che condividono la passione per raccontare la montagna, ognuno a modo suo. Quindi questo episodio altro non è che una cross-promotion: Luca è stato così gentile da ospitarmi per un episodio del suo podcast, e quella che ascoltate qui non è altro che la medesima puntata.

    Fatti di Montagna è un progetto curato da Luca Serenthà che va al di là del solo podcast e propone un vero e proprio “manifesto” per tutti coloro che, a vario titolo, frequentano le terre alte.

    E’ stato un piacere scambiare due parole con Luca, per presentare il mio progetto ai suoi ascoltatori, e per una volta tanto potrete sentirmi articolare qualche pensiero più completo rispetto a quanto faccio normalmente durante le interviste 🙂

    Sito web: https://fattidimontagna.it/

    Canale Telegram: https://t.me/fattidimontagna



  • Un incidente, questo sul Rimpfischhorn, che si è concluso senza danni, fortunatamente. La sua analisi però solleva un’interessante discussione sulla bontà delle informazioni che, a volte, si ottengono dai rifugi in quota, quelli dove normalmente fanno base gli alpinisti che poi salgono i 4000. Questo non esula però dal fare il solito sforzo di capire cos’è andato storto anche nei comportamenti dei componenti della cordata, e infatti assieme a Fabrizio e Luca abbiamo individuato, in un paio di trappole euristiche, la causa di quella caduta in crepaccio.

    Nell'introduzione all'intervista ho raccontato anche le mie perplessità in merito all'utilizzo delle trappole euristiche in un ambito non valanghivo, spero che chi ascolta l'episodio poi voglia farmi sapere cosa ne pensa.

    Per tutti gli approfondimenti relativi agli argomenti trattati visitate il sito www.ladinamicapodcast.it o seguite gli account Facebook ed Instagram.

    Trovate alcune immagini relative a questo incidente sulla pagina dedicata del sito.

    Per sapere di più sui protagonisti di questo episodio: Luca [Instagram] Fabrizio [Instagram]

  • GeoResQ è l'app che durante le attività outdoor permette di inviare un allarme direttamente al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, comunicando posizione e percorso. Dal 10 luglio il suo uso è gratuito per tutti, quindi davvero non ci sono più scuse per non installarla sul proprio smartphone. Per capirne a fondo il funzionamento ne parliamo con Alessandro Molinu, vice presidente nazionale vicario del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). Con il suo aiuto daremo una risposta ai molti dubbi ed inesattezze che ancora circondano questa utilissima app che ha già dimostrato più volte, nei suoi 10 anni di funzionamento, di essere un ottimo strumento da usare per quando le cose si fanno difficili.

    L'app è disponibili per sistemi Android e iOS. Per ulteriori informazioni si veda il sito dell'app GeoResQ.

  • Una giornata che doveva essere di ordinario allenamento scialpinistico, nella valle “dietro casa”, si è trasformata in una avventura durata 25 ore, nascosto alla vista dentro una dolina carsica in Alpago.

    La storia di Giorgio De Bona si è risolta fortunatamente per il meglio, e assieme a lui analizziamo cosa poteva essere fatto per ridurre quelle 25 lunghe ore che sono servite per ritrovarlo ed estrarlo dal fondo di quella dolina in cui era caduto. Un racconto incredibile che è anche diventato un libro: “Amore vieni a salvarmi”, edito da Albatros Il Filo.

  • “E’ stata davvero sfiga!”.

    Spesso la tentazione di attribuire un incidente alla sfortuna è davvero forte, e identifichiamo nel destino l’unico responsabile magari per non dover ammettere gli errori compiuti, o forse perché non siamo nemmeno in grado di riconoscerli. Alcune volte però, come nel caso dell’incidente di questo episodio, è davvero difficile individuare dei comportamenti errati a cui attribuire la sua disavventura. Questo deve servire a ricordarci che, in montagna, la sicurezza assoluta è un’utopia e che dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo accettare di essere esposti a dei rischi, quando la frequentiamo.



  • Chiunque abbia arrampicato in Dolomiti ha, nel proprio curriculum, una o più vie aperte da Eugenio Cipriani. Un’attività alpinistica come la sua, più che quarantennale, non poteva essere esente da qualche avvenimento degno di essere raccontato su La Dinamica.
    Ne è venuta fuori un’interessante conversazione sull'importanza di ascoltare anche “la pancia”, oltre che la testa, nella scelta se iniziare o continuare un’attività in montagna, e su una certa visione dell’arrampicata in montagna che forse si sta perdendo.
    Cosa c’entra il titolo dell’episodio in tutto questo? Beh, non vi resta che ascoltarlo!
    NB: nell'episodio ci sono un paio di "parolacce" non censurate, niente di sconvolgente ma siete avvisati! ;)

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  • Questo podcast nasce con l'obiettivo di condividere gli errori che stanno alla base degli gli incidenti in montagna. In questo episodio però, oltre agli errori, parliamo anche delle azioni intraprese dopo l'incidente, e che hanno consentito di evitare che questo si tramutasse in una tragedia.

    L'autosoccorso in valanga è l'unico strumento che abbiamo a disposizione per salvare qualcuno travolto da una valanga, e questo vale ancora di più in zone remote dove non è possibile contare sull'aiuto del soccorso organizzato, come nel caso di questo episodio, avvenuto in Turchia. Allenarsi all'uso del kit di autosoccorso (ARTVA, pala e sonda) deve diventare un'abitudine per tutti coloro che frequentano la montagna invernale, perchè può davvero significare salvare la vita ai propri amici.

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  • Poche discussioni, probabilmente, sono così divisive come quella se sia corretto o meno svolgere un’attività in montagna da soli. Quello che è certo è che richiede, da chi la pratica, un’ulteriore dose di pianificazione ed attenzione. In questo episodio Stefan condivide con noi gli errori che l’hanno portato a trascorrere all’addiaccio una nottata, e sono sicuro che il primo errore della lista vi stupirà per banalità e per importanza.

    Nella seconda parte dell'episodio Stefan ci racconta la sua personale opinione appunto sull'eterno dilemma "In montagna da soli, sì o no?", con alcune interessanti considerazioni sul falso senso di sicurezza che può ingenerarsi nei gruppi.
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  • Negli episodi #2 e #3, precedenti a questo, abbiamo più volte citato le trappole euristiche, attribuendo ad alcune di loro la causa degli incidenti. Diverse ascoltatori hanno espresso l'interesse per approfondire l'argomento, ed ecco quindi il perchè di questo episodio con l'intervista ad Anselmo Cagnati, per 40 anni componente dell'ARPA Veneto ed esperto di nivologia e valanghe. L'articolo ad opera sua e di Chiambretti resta tutt'oggi forse il miglior modo per avvicinarsi in modo chiaro ed esaustivo all'argomento (qui puoi scaricare l'articolo).
    Puoi seguire Anselmo sul suo account Instagram.

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    PS: In questo episodio, solo sull'app di Spotify, è possibile rispondere ad un piccolo sondaggio inerente questo episodio. Perché non vai a vedere?

  • Sono passati 20 anni dal tragico incidente raccontato nell’episodio di oggi, ma quanto accaduto è ovviamente ancora ben impresso nella mente di Giacomo, che lo condivide con noi anche per onorare la memoria dell’amico Andrea.

    Nel corso di questa conversazione Giacomo ripercorre gli eventi che hanno portato a trasformare una splendida giornata sugli sci in una tragedia nella quale un amico ha perso la vita, travolto da una valanga staccatasi dentro un canalino. Individuare gli errori diventa ancora più fondamentale, in questi casi, ed è quello che cerchiamo di fare in questa puntata del podcast.

    Sebbene gli studi sulle trappole euristiche come causa degli incidenti da valanga non fossero ancora stati formalizzati, nel 2000, alla fine di questo racconto sarà impossibile non osservare come, ancora una volta, proprio alcune di queste trappole euristiche sono alla base degli errori che poi hanno portato al peggiore degli esiti.

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  • Il racconto al centro di questo episodio del podcast potrebbe essere definito un quasi-incidente, visto che fortunatamente nessuno dei coinvolti nell’evento ha subito delle conseguenze. Anche dai quasi-incidenti è però doveroso trarre degli insegnamenti, per evitare che in futuro si tramutino in veri e propri incidenti con danni.
    Con il protagonista dell’evento, Benedetto, abbiamo convenuto che gli errori alla base di quanto avvenuto ricadono in quelle che vengono definite come trappole euristiche e ne abbiamo individuate e descritte brevemente tre.
    Le trappole euristiche sono purtroppo alla base di molti incidenti in valanga, anche e soprattutto quando questi coinvolgono scialpinisti esperti che quindi difficilmente non sono stati in grado di identificare il pericolo, prima e durante lo svolgimento dell'attività che è poi terminata in maniera infausta. Come è possibile che, davanti ad evidenti segnali di pericolo che avrebbero dovuto suggerir loro una prudente ritirata, abbiano proseguito? Quali meccanismi mentali ci sono alla base di queste scelte?

    Quello dei fattori umani e delle trappole euristiche è un argomento complesso e molto vasto, che supera la capacità di un singolo episodio di un podcast come questo. Sul sito www.ladinamicapodcast.it potrai trovare alcuni spunti (siti, articoli, libri) per approfondire l'argomento.

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  • "Audentis resonant per me loca muta triumpho / A trionfo di chi osa, luoghi silenziosi per merito mio risuonano."
    Queste le parole incise sulla campana posta sulla vetta del Campanile di Val Montanaia. La tradizione vuole che le cordate che raggiungono la cima, prima di calarsi di nuovo alla base del campanile, la suonino per celebrare l'impresa.
    Una tradizione che Pierluigi Montello ha onorato più volte prima della salita del 6 luglio 2019, interrotta poco prima della vetta da un incidente causato, in prima analisi, da un errore tanto banale quanto inaspettato, da parte di un alpinista esperto come lui.
    In questo episodio Pierluigi ripercorre tutte le fasi della salita, individuando tutte le cause che l'hanno portato a commettere quell'ultimo, decisivo errore.

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