Afleveringen
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“La mascolinità tossica opprime tutti perché riguarda ogni relazione umana: è un problema sociale e, in quanto tale, deve essere affrontato collettivamente. Noi vogliamo fare questo, creando uno spazio, un luogo in cui le persone possano esprimersi, condividere esperienze, impegnarsi in discussioni ed esplorare collettivamente prospettive alternative che vadano oltre il loro genere, per ripensare insieme la mascolinità”. Queste parole sono tratte dal manifesto di “Mica Macho”, un collettivo e una community social nata per mettere in discussione i pregiudizi e gli stereotipi legati alla maschilità.
Nella quinta puntata di Mai dire Maschi parliamo con Andrea Pracucci di “Mica Macho” di esperienze di autocoscienza tra maschi, di mansplaining e vulnerabilità, di come ci si accorge di essere maschilisti, di consenso e di liberazione sessuale per gli uomini.
Mai dire maschi è un podcast condotto da Federica Merenda e realizzato nell’ambito di ENGINE, un progetto che utilizza le tecnologie digitali per contrastare la violenza e la discriminazione di genere, coordinato da Anna Loretoni e co-finanziato dall’Unione Europea tramite la call CERV-2021-DAPHNE. -
“Un compito cruciale del femminismo, insomma, è quello di amare i maschi, e di amarli per quello che sono, non per quello che fanno. Che bello sarebbe se più spesso trovassimo creativi e ingegnosi i bambini quando illustrano con precisione ciò che provano invece che quando sezionano le suppellettili o risolvono un rompicapo. E se ci complimentassimo coi ragazzi quando chiedono aiuto per una ferita di psiche che non si vede neanche in un disegno anatomico esploso di Leonardo. Ci servirebbe di meno il “bonus psicologo” che invece per ora è davvero urgente”.
Questo brano è tratto da “Cose da maschi”, di Alessandro Giammei.
Nella quarta puntata di Mai dire Maschi dialoghiamo con Alessandro Giammei su cosa vuol dire doversi affermare come giovane maschio in una società patriarcale, sugli strumenti utili ad una decostruzione di un modello stereotipato di maschile, sul rapporto degli uomini con la salute mentale, sugli studi di genere ed il ruolo della prospettiva queer.
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“Ammettere di avere un problema in quanto genere permetterebbe agli uomini di abbattere tutte le convenzioni sociali e le gerarchie che li separano e li mettono in competizione, per scoprire che insieme possono davvero cambiare la loro identità, i loro comportamenti e le loro relazioni, i linguaggi e i modi in cui vedono il mondo rimanendo uomini”. (Lorenzo Gasparrini)
Perché il femminismo serve anche agli uomini? Che cosa vuol dire essere un uomo femminista? C’è un prezzo da pagare? Come utilizzare i saperi e le pratiche sviluppate dal pensiero delle donne e dai movimenti femministi per liberare anche l’altra metà del mondo?
Nella terza puntata di Mai dire Maschi affrontiamo queste e altre domande con Lorenzo Gasparrini, filosofo e autore di libri su questi temi per adulti e per ragazzi.
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“Non si è colpevoli degli atti compiuti dagli altri, ma si è responsabili del proprio impegno di sensibilizzazione. Perché riconoscere e risolvere i problemi del sistema di potere che si abita è un dovere civile, che cresce in proporzione ai propri privilegi” (Tlon).
Nella seconda puntata di Mai dire Maschi parliamo con Andrea Colamedici di Tlon di responsabilità del cambiamento, del privilegio di non accorgersi dei propri privilegi, della necessità e del potere liberatorio di un ripensamento radicale del sé e di un percorso di autocoscienza tra maschi.
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“Contro gli stupri serve educare i maschi a non stuprare. Educare al consenso, a uscire dalla performatività, a disertare il patriarcato. Ne va delle vite di tutti noi”.
Questa è una frase di Camilo Villagran, attivista nel campo dell’educazione sessuale e della medicina transfemminista per l’associazione "Chi si cura di te". Nella prima puntata parliamo di decostruzione del maschile, educazione sessuale e educazione al piacere con Camilo, che è anche studente di medicina.
Mai dire maschi è condotto da Federica Merenda e realizzato nell’ambito di ENGINE, un progetto che utilizza le tecnologie digitali per contrastare la violenza e la discriminazione di genere, coordinato da Anna Loretoni e co-finanziato dall’Unione Europea tramite la call CERV-2021-DAPHNE.