Afleveringen

  • Episodio completo con Nicolò Caraffa, Osteopata
    Ecco i punti chiave dell'intervista

    siamo partiti parlando di come è avvenuta la scelta di Nicolò di intraprendere un percorso formativo nel campo dell’osteopatia

    abbiamo poi parlato di come si diventa osteopati in Italia e quali sono le scuole migliori dove studiare la materia

    questo, se siete interessati, il link https://aiso-associazionescuoleosteopatia.it/gli-associati/

    avete sentito la scelta di Nicolò di rispondere ad una richiesta di aiuto fatta da un ragazzo che non sapeva dove studiare una volta finite le scuole superiori e di come Nicolò, entrando in empatia con la sua situazione, lo abbia aiutato

    avete sentito poi la definizione di osteopatia e di come e nata

    Avete sentito poi come si fa un’anamnesi su un paziente per capire se l’osteopatia può aiutare lo specifico caso.

    abbiamo parlato dell'importanza di fare network nel campo medico per creare delle connessioni che possano aiutare il paziente in modo più completo.

    Un altro argomento discusso riguarda il cambiamento dell’approccio della medicina da un modello bio-medico a un modello bio-psico-sociale.

    Abbiamo poi parlato di prevenzione e gestione analizzando un mio allenamento.

    e molto altro!
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    Intervista a Davide Trabucchi e Xhulian Papa, rispettivamente CEO e Head of Data di Dalfilo
    Con loro tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti da una riflessione: per fare l’imprenditore non serve necessariamente l’idea originale, ma a volte si può anche fare una cosa vecchia come il mondo ma in modo diverso e innovativo

    abbiamo poi condiviso una piccola lezione di marketing: attenzione quando hai tante SKU a scaffale perché rischi di avere sprechi, invenduto e costi di procurement elevati e non ottimizzati

    abbiamo parlato dell’importanza delle esperienze all’estero (e di imparare l’inglese), di come farle, di cosa ti danno e di cosa puoi fare poi quando decidi di tornare

    avete poi sentito l’importanza di guardare i dati di un business per capire cosa genera valore, come e da dove arrivano i clienti, quanto costano, quanto stanno, dove cliccano.

    interessante anche come Julian si sia trovato a fare un lavoro che non sapeva fare e come, con umiltà, si sia messo a studiare le cose che non sapeva. ho anche condiviso qualche consiglio pratico che spero vi sia utile e vi aiuti a osare un po’ in qualche candidatura che farete!

    avete sentito un approccio “rustico” e “artigianale”, ma comunque molto efficace, per capire se il mercato della biancheria della casa fosse attrattivo e attivo e quindi se ci fosse una domanda latente che loro avrebbero potuto soddisfare

    interessantissimo l’approccio di Davide nel creare un’azienda che fosse internazionale fin dal giorno 1, strategia che ha disegnato per massimizzare le chance di trovare il miglior talento per ciascun ruolo. e abbiamo anche discusso di come questo approccio potrà avere valore anche in termini di employee retention e engagement

    e avete sentito che grande vantaggio competitivo abbia dalfilo nell’automatizzare gli investimenti di marketing in funzione della domanda, ma anche delle giacenze di magazzino, della marginalità unitaria… rispetto a chi non lo fa questi sono superpoteri!

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    Seconda parte dell'intervista a Michele Rimpici!
    Con Michele tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti dal potere del network che porta Michele in Trentino a fare il commerciale per CAVIT. Qui è molto interessante come Michele aggiunga un ulteriore tassello nella creazione di una competenza completa nel mondo del vino: prima vigna, poi servizio in bar, poi servizio in ristorante di altissimo livello e ora vendita all’ingrosso. Questa completezza di profilo sarà poi un asset che Michele saprà valorizzare in modo unico e spero che vi portiate a casa questa lezione: fare 15 anni la stessa cosa nella stessa azienda a fare lo stesso lavoro è rischioso, molto meglio se vedi sempre più pezzi della stessa picture in modo da avere molta più consapevolezza di tutte le dinamiche di un mercato o un settore.

    Avete poi sentito come di nuovo il network lo porti ad incontrare Sandro Veronesi e come, da questa chiacchierata, sia nato Signorvino. è stato davvero un privilegio sentire i restroscena della nascita di un’idea imprenditoriale, sopratutto quando è un brand noto, diffuso, riconoscibile. spesso guardiamo i negozi e non ci chiediamo da dove vengono… li diamo quasi per scontati. E invece qui abbiamo le mail, le proposte, la scelta del mood, il concept, il prodotto, il pilota… davvero incredibile sentire questi aneddoti!

    Abbiamo poi parlato dell’angolo business di dettagli che noi viviamo da clienti: il prezzo, la scelta delle etichette, il menu, il personale, i processi di servizio al cliente. Di nuovo, spesso le diamo per scontate ma capite quanto sia interessante sentire di come queste cose siano state costruite pezzo dopo pezzo

    E siamo arrivati al tarlo finale di Michele: dopo anni a vendere i vini degli altri, arrivare a vendere il SUO vino, creando Cantina Urbana ovvero l’unico produttore di vino nel comune di Milano

    Molto interessante l’approccio metodico con cui Michele ha costruito vini per i palati di oggi, vini che partono dalle esigenze dei clienti e cercano di dare alle persone un prodotto che piace, sia come sapori che come caratteristiche organolettiche.

    E avete sentito anche l’attenzione che Michele dà anche all’aspetto sociale della sua impresa: rivalutare uno spazio storico e renderlo punto di aggregazione sociale, non solo un produttore di vino.

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    Prima parte dell'intervista a Michele Rimpici!
    Con Michele tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti dalla FAME, dal punto di Michele che ci ha fatto sull’importanza di avere un’infanzia in cui non hai tutto e sviluppi quindi un desiderio di trovare il modo di avere di più

    l’importanza di muoversi, di espandere il portafoglio di modelli a cui ci esponiamo per aumentare le probabilità di trovare la nostra vocazione e sviluppare anche una versatilità di approcci che ci rende funzionali in molte situazioni diverse

    avete sentito come fare ad aumentare le probabilità che le opportunità arrivino nella nostra direzione: lavorare duro e far vedere che siamo affidabili, mantenendo disciplina ed etica inattaccabili

    avete sentito quanto utile sia esporci a tante situazioni diverse per avvicinarci alla meta anche quando non sappiamo quale sia la meta… anzi, nel caso di Michele sono state le esperienze che ha fatto in modo quasi casuale ad aiutarlo a trovare quella che sarebbe poi diventata una sua grande passione e il suo lavoro!

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    Prima parte dell'intervista a Enrico Zanieri!
    Con Enrico tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    l’importanza della scrittura come strumento per chiarirci le idee quando siamo impantanati

    avete sentito l’approccio sistemico di Enrico nel pensare al posizionamento di Nenet come soluzione ad un problema di manager, di aziende e di giovani… e di come lui abbia creato una serie di “pezzi” che vanno a incastrarsi perfettamente con il sistema in cui si vuole inserire. La lezione qui è questa: le idee possono essere buone o meno buone, ma diventano aziende (e aziende di successo) quando vengono create attorno a problemi REALI.

    abbiamo poi parlato di come fare a capire cosa ci piace veramente, descrivendo strumenti pratici che sono utili anche solo per aver conferma che quello che stiamo facendo sia la cosa giusta per noi in questo momento della nostra vita!

    abbiamo poi parlato di cosa fare per posizionarci per ottenere promozioni, aumenti, o altre cose che per noi sono importanti in azienda. non avete idea di quante volte mi sia capitato di vedere persone che non fanno gli step che abbiamo discusso in questo episodio e vivono poi con grande frustrazione il fatto di essere stati bypassati

    abbiamo parlato di bias, di feedback, di ascoltare gli altri… tutti strumenti per avere relazioni efficaci e gratificanti

    e poi ho chiesto a Enrico quali sono i problemi principali che vivono i manager oggi, il che ci ha permesso di approfondire il tema equilibrio vita-lavoro e la gestione di risorse che lavorano da remoto

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    Prima parte dell'intervista a Enrico Zanieri!
    Con Enrico tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti parlando di una frase in cui Enrico sintetizza umiltà e curiosità: non parlo mai di cose che non conosco e convivo con la certezza di non sapere tutto, che non è solo accettare, ma viverci proprio bene!

    avete sentito la scelta di Enrico, all’inizio del suo percorso, di voler cercare un’azienda nella quale imparare il mestiere di ingegnere. Il punto importante qui è stata la lucidità di Enrico nel capire che GE, per quanto bella e blasonata, non gli avrebbe dato quello che cercava e invece lo avrebbe trovato una piccola realtà locale, e pure lontana da casa, e quindi ha lasciato ed è andato.

    avete poi sentito di come, nella realtà piccola, gli sia stato più facile fare un percorso di crescita velocemente, tagliando angoli e cogliendo opportunità che gli si presentavano. Interessante la riflessione che io ed Enrico condividiamo sul fatto che questo sia molto più possibile in aziende piccole che grandi

    avete anche sentito il consiglio che enrico ha dato su come fare a chiedere carta bianca sul progetto. Interessante il fatto che lui lo chiedeva per il bene del progetto e dell’azienda ma abbia evidenziato il fatto che, se non l’avesse fatto nel modo giusto, non sarebbe riuscito a portarsi a casa quel tipo di libertà. Ricordate: non basta avere ragione o avere intenzioni buone, dobbiamo sempre posizionarle nel modo corretto!

    avete anche poi sentito l’importanza del RISPETTO che Enrico sottolinea sia alla base del suo successo nella gestione di risorse più competenti e anziane di lui. Il rispetto è alla base di tutte le relazioni, a lavoro e a casa!

    interessante anche la riflessione che facciamo con Enrico sull’importanza di essere esposti a manager con stili diversi per poter imparare diverse tecniche per la gestione delle persone che torneranno poi utili più avanti nella nostra carriera quando cresceremo

    e chiudiamo con l’arco di Enrico da maker a manager e poi di nuovo maker

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    Prima parte dell'intervista a Francesco Pezcoller!
    Con Francesco tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti parlando del ruolo dell’avvocato come problem solver e, sopratutto, della trasversalità delle skills che un avvocato sviluppa che possono trovare applicazione in una miriade di ambiti, professionali e non.

    avete sentito che valore enorme abbia avuto l’esperienza di Francesco in Canada a 15 anni e di come l’esposizione alla diversità gli abbia aperto la mente. Lo diciamo spesso nel podcast: cercate di esporvi a situazioni diverse da quelle che vivete “normalmente” e ne uscirete più ricchi e con una maggiore consapevolezza di voi stessi, chi siete e cose volete

    Avete poi sentito come Francesco abbia ingegnerizzato le sue finanze per crearsi lo spazio, di tempo ed economico, per fare i viaggi che ha fatto. Spesso sento gente che dice “eh ma io i soldi non li ho”… e poi sento Francesco che da STUDENTE ha viaggiato in Bolivia, Asia, Argentina. Allora penso che forse il problema non è che i soldi non ci sono, ma che non siamo in grado di gestire al meglio le nostre finanze e le nostre priorità

    Interessante la riflessione di Francesco sul luogo in cui vivere, sull’equilibrio che uno può raggiungere potendo scegliere di stare nel luogo migliore per il tipo di stimolo che cerca in quel particolare momento

    L’importanza dei “mentor”, di trovare persone che sono qualche anno avanti a noi nel percorso di crescita personale e professionale. Pensare di avere tutto quello che ci serve per prendere una decisione di grande impatto senza chiedere aiuto all’esterno è davvero scriteriato al giorno d’oggi, dobbiamo raccogliere il maggior numero di informazioni possibili per poter minimizzare il rischio di avere punti ciechi o cadere vittime dei nostri bias

    Abbiamo sentito l’importanza di lasciarci bene con un’azienda e un capo in modo da avere un network che, col passare del tempo, diventa un asset a cui attingere per far crescere il numero di opportunità in inbound che abbiamo.

    L’importanza di crearci dei “momenti”, degli spazi in cui possiamo apprezzare il motivo per cui facciamo uno stile di vita che spesso non è ottimale ma è un sacrificio che facciamo per cose che sono davvero al centro della nostra vita (e, proprio perché sono al centro, spesso non le vediamo).

    e molto altro!
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    Seconda parte dell'intervista a Emanuele Miliani, professore e... molto altro!
    Con Emanuele tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    avete sentito di come Emanuele abbia avuto un approccio molto deliberato per capire “cosa ci voleva per vincere” nella competizione per l’innovazione e di come, in modo metodico, abbia scomposto i criteri per vincere, e questo approccio lo abbia portato poi a creare un team che è andato a prendersi il premio.

    tante volte quando non vinciamo tendiamo o ad arrenderci oppure a dare colpe ad altri… invece Emanuele ha detto “fammi vedere cos’hanno fatto di meglio quelli che hanno vinto” e, su quello, ha cambiato approccio al suo coaching, con i risultati che avete sentito.

    abbiamo parlato di problem-solution fit e product-market fit, due fasi fondamentali della vita delle startup che Emanuele ha saputo replicare nell’ambito didattico della sua scuola… e avete sentito la magia che è riuscito a creare in questi ragazzi, e che risultati!

    avete anche sentito il passaggio da insegnante a coach… così importante e così simile a quello che accade in azienda quando un manager non riesce a fare quello scatto e finisce con lo schiacciare le persone che ha sotto. A volte in modo conscio, a volte invece senza nemmeno accorgersene! State attenti e puntate sempre a essere coach, abilitatori, facilitatori… che non vuol dire delegare tutto, ma amplificare il valore del talento che avete a disposizione!

    abbiamo poi sentito l’importanza di fare domande per far leva sulla motivazione intrinseca delle persone come strumento di leadership… altro che dirgli cosa fare e come farlo, ma semplicemente spiegando il perché e lasciando poi che cosa e come se le trovino le persone!

    e infine abbiamo poi parlato di linguaggio del corpo e di come il modo in cui ci poniamo ci permette di passare messaggi in modo chiaro e impattante, facendo leva sulla motivazione intrinseca delle persone e non sull’autorità. e questo vale sia in ufficio che a casa

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    Prima parte dell'intervista a Emanuele Miliani, professore e... molto altro!
    Con Emanuele tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti parlando dell’importanza di intercettare i trend quando sono all’inizio e di come, se prendiamo i treni giusti, ci possiamo trovare in posizioni di grande potere negoziale quando andiamo a cercare lavoro. interessante la storia di Emanuele sull’underground e sui luoghi di aggregazione virtuale e reale.

    una delle cose che mi è piaciuta di più è come Emanuele fosse “spettatore” di questo mondo, perché ne apprezzava l’apertura, l’energia, la voglia di condividere… e questo dovrebbe farci riflettere. quando oggi diciamo “l’AI non fa per me” o “io non sono programmatore” come scuse per non fare le cose che non capiamo ci stiamo perdendo opportunità incredibili. dobbiamo invece essere curiosi ed esporci ai trend interessanti, anche senza capire tutte le virgole di quello che viene detto, perché potrebbero aprirsi porte che nemmeno sappiamo esitano.

    abbiamo sentito Emanuele descrivere una tecnica base: non dar da mangiare al troll e, invece che bloccare un contatto “ostile”, la cosa migliore è ignorare l’input e non dare risposte.

    se ci pensate è vero anche nelle relazioni fisiche: più rispondete a uno che vi insulta e più gli animi si scaldano e poi uno perde la maniglia e succedono cose che poi rimpiangiamo. se invece imparate a schivare, l’altro poi si stanca e avete evitato litigate e cose che poi diventano difficili da riparare

    avete poi sentito come la voglia di Emanuele di esporsi a situazioni sempre nuove e sempre diverse lo abbia portato a decidere di chiudere il suo studio e buttarsi anima e corpo nell’insegnamento, che però lui vede in modo molto moderno, come coach e come abilitatore, non come podio da cui impartire il sommo sapere sugli studenti

    e chiudo con uno spot sui Lessini… se potete ragazzi, andate a farci un giro :)

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    Prima parte dell'intervista a Francesco Ferri - Ceo di Gellify
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    abbiamo parlato di PMI e della necessità, da parte dei fondatori delle piccole e medie imprese italiane, di interpretare l’innovazione e il cambiamento per poter non solo sopravvivere, ma continuare a crescere e prosperare

    abbiamo parlato dell’importanza delle soft skills, che Francesco va a studiare in modo deliberato e specifico con un corso fatto alla Dale Carnegie school… lo stesso a cui Warren Buffett attribuisce a gran parte del suo successo

    e avete sentito come Francesco abbia fatto la sintesi di quello che aveva studiato e della conoscenza del mercato che aveva maturato nella sua esperienza in P&G. Quante volte la gente mi dice “ah se solo avessi l’idea fare l’imprenditore”… ma io dico: guardati intorno! il mondo è pieno di problemi, scegline uno che pensi di saper risolvere bene e impara quel che serve per risolverlo bene!

    abbiamo sentito l’importanza di “cercare problemi” che possiamo risolvere come via per creare aziende, prodotti e soluzioni che possono diventare una side o anche una main gig!

    e abbiamo sentito anche di come questa sperimentazione continua sia anche un modo per scoprire noi stessi e trovare la strada che veramente ci piace. e anche, come dice Jeff Bezos, minimizzare il numero di rimpianti che avremo quando siamo vecchi

    abbiamo anche parlato della sindrome del palio di siena e di come spesso, in Italia, ci sia un campanilismo estremo che porta gli imprenditori a rimanere “piccoli”… mentre quando si fa sistema riusciamo a costruire una torta più grande da cui tutti possiamo mangiare di più!

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    Intervista a Simona Sinesi, founder di Never Give Up
    Con Simona tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    abbiamo iniziato parlando di marketing, perché ha senso farlo e, per sommi capi, come si fa

    l’importanza di ascoltare i clienti (Addirittura di osservarli come dice Simona) e capire le loro esigenze

    e la presentazione dei nostri prodotti come soluzione dei problemi dei nostri clienti

    E lo stesso discorso si applica alle relazioni! Sembrano cose semplici… e lo sono, ma nell’impeto e la frenesia delle giornate che viviamo a volte perdiamo di vista questa linea guida e finiamo col fare cose di cui poi ci pentiamo. Dobbiamo stare attenti!

    abbiamo parlato di quanto utile sia, per la nostra crescita, esporci a culture diverse dalla nostra per imparare a vedere il mondo con occhi diversi e avere quindi un toolkit più sviluppato e ricco per gestire le situazioni che la vita ci pone davanti

    avete sentito come Simona abbia iniziato a fare Never Give Up anche grazie al fatto che aveva un lavoro “principale” che le prendeva orari anomali. Pensate a tutti quei lavori che impongono turni… quante opportunità si possono creare per lanciare una attività parallela!!

    abbiamo poi parlato del tema centrale di questo episodio: i disturbi alimentari, l’impatto che hanno nella nostra società e i numeri pazzeschi che hanno sui nostri giovani. Come ho detto prima lo ripeto adesso: se pensate di avere questo tipo di problema o se conoscete qualcuno che potrebbe essere impattato… non abbiate paura di chiedere aiuto e mettetevi in contatto con Simona e con Never Give Up

    avete sentito come Simona abbia fatto leva sul suo network e sia stata incredibilmente tenace nel mettere insieme tutti i pezzi che hanno reso possibile il primo spot, e video long form, che ha dato visibilità al loro lavoro e quindi ha permesso di sensibilizzare le persone sul tema dei disturbi alimentari

    interessantissimo poi il passaggio in cui Simona dettaglia le side gigs che ha lanciato dopo essere passata full time in Never Give Up… l’ha fatto in modo deliberato, creando opportunità di divulgazione di quello che stava facendo, di fatto creando side gigs che alimentavano la sua main gig! anche questo è un approccio davvero interessante: la side non deve essere necessariamente slegata dalla main, ma può aiutarci a performare meglio nella main (io stesso beneficio molto di quello che imparo in questo podcast nel mio day job in grandi aziende!)

    abbiamo anche intercettato gli effetti a cascata che un disturbo alimentare può avere sull’umore, sulle performance, sulla longevità, sul benessere, sulle relazioni… su tutto!!

    abbiamo anche sentito i consigli di Simona per chi vuole fare startup a impatto sociale (e, aggiungo io, non solo quelle)

    pensa a chi potrebbe essere il tuo alleato

    pensa a chi potrebbe avere problemi se tu hai successo

    mappa bene tutti gli stakeholders coinvolti e impattati in quello che ti sei prefissato di fare

    e molto altro!
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    Seconda parte dell'intervista a Santina Giannone, founder di Reputation Lab
    Con Santina tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    il costo opportunità dell’apprendimento che incrementa col passare del tempo e l’importanza di scegliere cosa fare e, sopratutto, cosa non fare. Santina ha un approccio davvero sistematico nello scegliere su cosa formarsi da cui possiamo imparare tutti

    abbiamo parlato dell’importanza della scelta del partner… a tal proposito vi consiglio di ascoltare gli episodi con Luca Naj-Oleari e quello con Laura Albini che hanno usato un ottimo approccio per evitare questo primo errore di Santina.

    abbiamo poi sentito il problema della delega, sopratutto quando riguarda aspetti chiave come la parte finanziaria e fiscale e le deleghi senza avere le minime basi per poter dialogare e fare challenge alla persona alla quale deleghi. abbiamo discusso di come queste basi siano fondamentali per poter anche far capire all’altro che siamo sul pezzo e aumentare la probabilità che eventuali inesattezze le scopra questa persona da sola perché si prepara all’incontro con noi

    Santina ha poi condiviso come l’avere competenze di base su temi diversi abbia aumentato di molto da disposizione di altre persone a darle una mano. Se tu fai il primo passo per capire un problema, gli altri avranno molta più voglia di darti una mano.

    l’importanza di visualizzare gli obiettivi che abbiamo con il maggior grado di dettaglio possibile… che nel caso di Santina ha significato una profonda riflessione sulla scelta del nome dell’azienda che voleva creare

    e poi Santina ha condiviso il terzo errore: la gestione dell’implicito, o del non-detto. Se capita, come abbiamo discusso nel podcast, va gestito… ma il vero segreto nella gestione di questo tipo di problemi è evitarli proprio! Il suggerimento che do sempre ai manager è quello di creare un ambiente in cui sia ok condividere i problemi di qualsiasi natura, senza paura del giudizio o di altre conseguenze negative per il solo fatto di aver espresso un’opinione, un dubbio o un punto di vista!

    l’ultimo stimolo che ci ha dato Santina è l’importanza di spendere tempo ed energia per fare il closing di un progetto, momento spesso sottovalutato e gestito in modo superficiale. Qui invece Sentina ci dice di stare attenti e gestire bene anche la fine delle cose: di un progetto, di un rapporto, di una riunione… non lasciamo quella parte al caso in modo che sia chiaro a tutti come ci stiamo lasciando e, ovviamente, cerchiamo sempre di esplicitare i problemi in modo da lasciarci nel modo migliore possibile!

    abbiamo chiuso con alcune dritte su come migliorare la gestione dei nostri profili linkedin

    sii autentico

    leggi prima di scrivere (essere interessati per essere interessanti)

    connetti ciò di cui parli con l’attualità

    collega la tua storia, con la storia della tua comunità e con la storia di tutti e hai la ricetta del post perfetto

    usare la piattaforma anche per fare domande, non solo affermazioni

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    Prima parte dell'intervista a Santina Giannone, founder di Reputation Lab
    Con Santina tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    partiamo parlando delle sue passioni, e di come ne sia diventata consapevole fin da giovanissima. questo è un aspetto fondamentale e spesso sottovalutato… prima capiamo cosa ci piace e prima possiamo cominciare a muoverci nella direzione giusta! La lettura è la cosa che piaceva a Santina, ma tramite la lettura avete sentito come altri ospiti (il più recente Gian Luca Comandini ma solo l’ultimo di N) hanno trovato la loro strada o comunque stimoli per trovare poi la via che li ha portati dove sono.

    attraverso la lettura possiamo vivere molte più vite della nostra e quindi renderci capaci di affrontare molte più situazioni rispetto a chi non lo fa. la prima parte di questo podcast è davvero un’ode ai benefici della lettura… spero davvero che, se non siete una persona che legge, questa mezz’ora vi abbia convinto che è una cosa che assolutamente dovete fare!

    avete sentito anche l’approccio indiretto del padre di Santina per darle lo stimolo a completare i suoi studi… io lo dico sempre ai manager che il modo migliore per far fare alle persone quello che vogliamo non è dire loro cosa fare facendo leva sulla nostra seniority, o peggio anche il ricatto. No, il modo migliore è toccare le corde che fanno nascere nella persona la voglia intrinseca di fare quella data cosa, di trovare per sé stessa il senso di fare quella data cosa… e vedrete che non solo la farà, ma la farà al 150%, proprio come Santina!

    avete sentito come, mettendosi a disposizione di piccole realtà della sua terra, Santina scopre un’altra sua grande passione: le scienze cognitive. Non sto a dirvi quanti ospiti di questo podcast hanno investito su sé stessi in modo analogo a quello che ha fatto Santina: lavoro gratis per te e se funziona mi paghi. Quando una cosa vi piace, e ci credete, questo approccio può portarvi in posti che nemmeno immaginate!

    interessante la riflessione che abbiamo fatto sul potere delle storie e del dialogo per influenzare e convincere le persone. ne abbiamo parlato nel contesto della comunicazione e, pragmaticamente, anche per ottenere promozioni a lavoro!

    abbiamo anche parlato del potere che deriva dal dare l’etichetta alle nostre sensazioni e ai nostri stati d’animo. non è facile, e un buon modo per avere il distacco e la lucidità per poterci osservare è la meditazione, io consiglio la app walking up di sam harris, che vi linko nelle notes, ma anche oak (che è gratis) è un ottimo modo per iniziare.

    Santina ci ha poi fatto una mini-lezione ad alto livello di scienze cognitive. mi è piaciuta perché da un lato ci dà strumenti che possiamo usare nelle nostre relazioni, dall’altro ci rende consapevoli di quello che gli altri fanno su di noi.

    “se hai qualcosa che non va dentro di te, la tua comunicazione ne risente”… bellissima la riflessione di Santina sul risolvere i conflitti interiori che abbiamo per avere motivazioni chiare e logiche a supporto delle decisioni che prendiamo e di come comunichiamo

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  • Seconda parte dell'intervista a Paolo Castelletti, founder di Kaaja e Blue of a Kind!
    Con Paolo tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    avete sentito l’importanza di lasciarsi bene quando decidiamo di cogliere opportunità professionali al di fuori del contesto aziendale in cui ci troviamo. questo non solo per evitare di farci nemici, ma perché andarsene sbattendo la porta non serve a nulla! e, nel caso di Paolo, avete sentito come il fatto di essersi lasciato bene gli abbia permesso di essere poi richiamato dai suoi ex capi per altre opportunità professionali

    abbiamo anche parlato dell’importanza di avere delle metaskill che si possano applicare a industry molto diverse per aumentare le chances di trovare opportunità se dovessimo averne bisogno.

    interessante la riflessione sull’importanza di partecipare attivamente alle discussioni, alle riunioni, e alle lezioni alle quali partecipiamo… sia per essere sicuri di aver capito, sia per far capire che stiamo ascoltando, sia per arrivare alla conclusione migliore possibile che includa gli inputs di tutti

    abbiamo poi parlato ancora una volta di side gigs, nel caso di Paolo l’unione di una cosa che sa fare e una cosa nella quale crede ciecamente. abbiamo parlato del valore del network per partire, del derisking factor che avere una side gig ha nel caso le cose andassero male con la main, del valore di posizionamento che questa esperienza può avere quando andiamo a fare un colloquio… insomma: nessun downside e tutto upside!

    abbiamo parlato dell’importanza di non accontentarci, di avere sempre un piano B, di non sederci su quello che abbiamo e cercare sempre modi per aggiungere (e quindi portare a casa) più valore

    e abbiamo chiuso toccando nuovamente il tema centrale di questo episodio: quanto spesso ci focalizziamo sul fare cose che generano opinioni positive degli altri su di noi? Quanto spesso costruiamo e alimentiamo comportamenti, TUTTI I GIORNI, che faranno sì che altre persone ci apprezzino, abbiamo piacere a stare con noi, ci ritengano indispensabili? Temo poco, ma spero che dopo questo episodio tutti voi possiate sviluppare una nuova consapevolezza su voi stessi e su come gli altri vi percepiscono e lavorare per crearvi una reputazione EPICA.

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  • Prima parte dell'intervista a Paolo Castelletti, founder di Kaaja e Blue of a Kind!
    Con Paolo tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    siamo partiti parlando dell’umiltà che spesso gli ospiti di questo podcast hanno, attribuendo alla fortuna i loro successi. Ma in realtà spesso dietro questa fortuna ci sono disciplina, posizionamento, un approccio strategico, il network… insomma, non è fortuna, ma un approccio che tutti voi che ascoltate potete replicare!

    abbiamo poi parlato dell’importanza di condividere le nostre passioni e vedere se troviamo interlocutori che le condividono… quando va bene possono nascere amicizie, opportunità di lavoro per noi o altri, relazioni, e chissà che altro! Non capita sempre, ma quando capita è magico e per farlo capitare dobbiamo metterci in gioco, come Paolo ha fatto a quel fatidico matrimonio!

    abbiamo parlato anche dei processi di acquisizione, di come viverli senza stress e di come possano rappresentare delle enormi opportunità se siamo posizionati in modo ideale per coglierle. Paolo ha condiviso parecchi dietro le quinte per poter decifrare le comunicazioni che le aziende tendono a fare in questi casi, spero vi siano utili!

    abbiamo parlato dell’autoconsapevolezza su chi siamo e cosa l’inerzia ci porta a fare e come fare ad evitare di cadere vittima dei nostri impulsi e del nostro istinto. Questo ragazzi è davvero un superpotere che tutti possiamo (e dovremmo) coltivare per avere successo, sia a lavoro che nelle relazioni!

    abbiamo anche discusso dell’importanza di provare a costi bassi… ma non solo: dobbiamo anche definire, a monte, quali sono i KPI che definiranno il successo del vostro esperimento.

    abbiamo parlato anche dei diversi ruoli che prodotto, IT e marketing hanno nella creazione e gestione di un asset digitale

    abbiamo parlato di un concetto base del marketing, purtroppo oggi spesso sottovalutato da molte aziende (e dalle persone quando provano a “vendere” sé stesse): il posizionamento di ciò che stiamo vendendo come soluzione al problema di chi ci ascolta, non come “prodotto figo” in quanto tale.

    abbiamo anche parlato dell’importanza di saper ascoltare, di saper stare zitti, di dare spazio agli altri per esprimersi per essere autorevoli, influenti, carismatici… e avere impatto sulle persone con le quali interagiamo

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  • Seconda parte dell'intervista a Gian Luca Comandini, autore, imprenditore, esperto di crypto... e molto altro!
    Con Gian Luca tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    avete sentito come Gian Luca sia stato estremamente strategico nell’analizzare quali fossero i gap di mercato nella digitalizzazione del marketing e abbia scelto di andare in una grande azienda a imparare le skills che gli mancavano. Molto strategica questa scelta perché così il suo profilo era completo e poteva spendersi sul mercato con una credibilità molto maggiore

    avete poi sentito come la lettura abbia aiutato Gian Luca ad emergere anche come personaggio pubblico, a sostenere conversazioni anche al di fuori dei suoi ambiti di esperienza, ad essere rispettato da persone molto più vecchie di lui

    abbiamo parlato di come la lettura dei libri possa insegnarci ad essere pazienti, skill fondamentale da coltivare, sopratutto nei giorni nostri!

    avete poi sentito un’altra grande scommessa di Gian Luca: digitalizzare lo sport del calcio per renderlo moderno e al passo coi tempi. E lo fa mettendoci la faccia: comprando una squadra di calcio e immettendo tutto quello che le serie maggiori, per ora, si sono rifiutate di adottare. L’approccio di metterci la faccia, di dire “ok, WATCH ME” di fronte ad un rifiuto per far vedere che funziona invece che scoraggiarsi.

    incredibile poi la storia di Inzuppo, nata come progetto apparentemente divertente e senza direzione… ma se avete ascoltato bene avete sentito i “soliti” ingredienti del successo

    networking

    studio del mercato e di modelli di business simili

    analisi delle esigenze dei clienti e delle loro esigenze

    creazione e pianificazione di un MVP in un mercato ideale per fare il test

    supporto alla crescita con un piano marketing e un modello che facilitasse la condivisione organica dell’esperienza (leggi: marketing gratis)

    e abbiamo chiuso con il libro di Gian Luca… davvero ben scritto e che vi consiglio di leggere.

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  • Prima parte dell'intervista a Gian Luca Comandini, autore, imprenditore, esperto di crypto... e molto altro!
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    il grandissimo vantaggio di sviluppare competenze cross-industry e di saper capire come quello che sappiamo fare può essere applicato ad una marea di ambiti diversi tra loro

    il grande valore della lettura per stimolarci a vedere mondi diversi dal nostro, vivere vite diverse e, perché no, ambire a prendere spunti che possiamo poi cercare di integrare nelle nostre vite.

    l’importanza di studiare la storia, le biografie, le vite degli altri per arricchire il nostro sistema operativo di strumenti per operare al meglio

    abbiamo capito che quasi tutte le nostre paure sono cose DI CUI IMPARIAMO ad avere paura, non sono paure innate. E, se ce ne rendiamo conto, possiamo quindi avere controllo su queste paure e, conseguentemente, non subirne le conseguenze

    gli high performers si concentrano su come vogliono che la persona si senta dopo che ha hanno interagito con loro

    molti guardano gli alberi, ma i vincenti guardano la foresta e la big picture

    “non avere vizi minori” è stato uno dei segreti di Gian Luca che lo hanno spinto a reinvestire tutti i suoi primi guadagni per la creazione del passo successivo della sua crescita professionale, per sviluppare nuove idee, per creare nuovi business.

    abbiamo parlato della “prigione dorata” nella quale molti si trovano perché aumentano le loro entrate in maniera graduale, e con esse le uscite, e poi fanno una grande fatica a ridurre le uscite o, peggio ancora, non hanno consapevolezza di quali costi sono tagliabili in modo rapido e cosa invece non possono tagliare se non compromettendo di molto il loro attuale stile di vita

    avete anche sentito come Gian Luca abbia investito su sé stesso e abbia investito per avere un endorsement di grande valore che gli ha aperto poi altre mille porte. La cosa che va sottolineata qui era l’approccio strategico: lui i soldi li aveva quindi quelli non aveva senso cercarli… ma gli serviva un brand, una validazione esterna da spendere per cambiare completamente il livello a cui operava. E così ha deciso di lavorare gratis proprio per avere quello sponsor che, parole di Gian Luca, non gli permettevano di andare da 10 a 11, ma di aggiungere uno 0 alla fine

    avete sentito di come la curiosità di Gian Luca, la voglia di confrontarsi con persone diverse, di ricevere stimoli da altri, lo abbia portato ad essere esposto al mondo delle criptovalute prima che diventassero un trend noto a tutti

    abbiamo anche fatto una riflessione sul valore del denaro, che tutti diamo per scontato perché non lo mettiamo mai in discussione, ma che in realtà è una semplice convenzione che tutti abbiamo deciso di sottoscrivere e che le criptovalute sono riuscite a mettere in discussione

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  • Seconda parte dell'intervista ad Alex Fusaro, professore, cantante e compositore
    Con Alex tocchiamo tantissimi temi davvero interessanti:

    abbiamo sentito di come la musica deve essere allineata al nostro stato d’animo, altrimenti stride e abbiamo una crisi di rigetto. Ho condiviso, su questo tema, la tecnica dell’active deescalation per entrare in sintonia con la persona che vogliamo calmare e poi la portiamo per mano verso uno stato di maggior calma e autocontrollo.

    interessante anche l’associazione pavloviana tra musica e stato di flow: prima facciamo conditioning tra lo stato di flow e la musica e come poi l’ascolto di quella data melodia ci possa portare nello stato di flow. è uno strumento davvero potente e dovremmo utilizzarlo per triggerare gli stati produttivi che vogliamo per essere sempre al top.

    abbiamo poi discusso nel dettaglio come alcuni tecnicismi della composizione musicale possono essere usati per creare sensazioni diverse in chi le ascolta

    e abbiamo chiuso parlando di musica explicit e del male che può fare un ascolto ossessivo di certi stili musicali e certi testi. mi raccomando: se avete figli state attenti a cosa ascoltano!

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