Afleveringen
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Recommon va in #Spagna, per esplorare un nuovo Hub del gas verso l’Italia, attraverso i racconti e i pareri di attivisti ed esperti. Il piano di sicurezza energetica italiano, costruito in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, passa da Barcellona con una capacità di rigassificazione di 17 miliardi di metri cubi di gas.
La proprietà dell’impianto è di #Enagas, la società di trasporto del gas spagnola e tra le più grandi a livello europeo, nonché business partner della nostra #Snam.
🔥 Per liberarsi dalla dipendenza da #Mosca, i governi hanno abbracciato la "soluzione" offerta dalle corporation fossili, quella del gas naturale liquefatto (GNL). La Spagna ha ridefinito il proprio ruolo nella mappa energetica europea.
Notizie, denuncia, inchiesta in #Omissis, il podcast di Recommon -
🎧 Nella nuova puntata di #Omissis, Luca Manes intervista @stef.liberti , scrittore e giornalista appena tornato dal #Mozambico, il suo reportage è sull'ultima copertina di @internazionale .
🇲🇿 Mozambique LNG e Coral South FLNG sono due progetti rispettivamente di Total ed #ENI Mozambico.
Il cane a sei zampe vorrebbe aggiungere al suo pacchetto di infrastrutture anche il preziosissimo Rovuma LNG: valore stimato 30 miliardi di dollari. Ma proprio nella regione interessata dall'attività di Eni e Total, è in corso un’insurrezione armata che dal 2017 ha causato oltre 4mila vittime e circa 1 milione di sfollati.
⁉️ Il governo di Maputo ha davvero interesse a tutelare la sicurezza dei suoi cittadini, o pensa soprattutto alle multinazionali estrattive? -
Zijn er afleveringen die ontbreken?
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🇮🇱 Lo chiamano il gasdotto della pace fra #Israele e #'Egitto, ma è dannoso per l'ambiente e rafforza il regime di #apartheid contro i #palestinesi.
🔴 Israele vende il #gas, ma va a #carbone. #SNAM si è tuffata strategicamente in questo nuovo business del gas fossile nell’Est mediterraneo, nodale per le mire di Benjamin Netanyahu come per quelle del Generale al-Sisi, su cui pendono ombre pericolose. -
🇩🇪 Gigantesche centrali e miniere a cielo aperto tra le più grandi d'Europa.
🏭 Benvenuti nel Nord Reno-Vestfalia, il cuore dello sfruttamento del carbone della Germania, dove la potente multi-utility energetica RWE detta legge, influenzando pesantemente le agende politiche di tutti i partiti.
🔥💰La vicenda del villaggio di Lützerath ha fatto scoprire all'opinione pubblica internazionale quanto è ancora sfruttato il carbone in uno dei paesi che dovrebbero guidare la transizione energetica. Non mancano le responsabilità italiane, segnatamente delle due banche di sistema Intesa Sanpaolo e UniCredit, che finanziano RWE con centinaia di milioni d'euro. -
Lo scorso luglio abbiamo tenuto la seconda edizione della nostra scuola estiva, “Sentieri in transizione”. Insieme a noi di ReCommon quaranta ragazze e ragazzi si sono dati appuntamento a Bauladu. Tutti giovani, a volte molto giovani, che hanno in comune l’interesse e l’agire collettivo per la transizione ecologica. Una transizione giusta. Una transizione che ha bisogno di muovere sempre nuovi attivisti, fare opinione, conquistare i cuori, oltre che le menti, contrapponendosi alle ricette di chi punta a finte rivoluzioni, ancorate sempre al mondo dell’estrattivismo. E di farlo assieme, collettivamente.
Oggi vi raccontiamo diverse esperienze e diversi punti di vista, che sono stati al centro di un lavoro dinamico di una quarantina di partecipanti che hanno animato quattro giorni di scuola.
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La puntata di Omissis ci parla di gas e equilibri geopolitici molto precari nell’Est del Mediterraneo, nello specifico a Cipro, Paese diviso e segnato da decenni di conflitto latente tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota. In questo contesto si va innestare un progetto, il gasdotto Eastmed, che può ulteriormente sparigliare le carte e creare tensioni.
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La nostra Daniela Finamore e Paul Schreiber ci spiegano perché la prossima crisi finanziaria potrebbe essere provocata dalla “passione” sconfinata delle banche per i combustibili fossili.
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La licenza OPL 245 riguarda è il più grande blocco petrolifero della Nigeria, situato nel Golfo di Guinea, con riserve stimate e mai provate fino a oltre 560 milioni di barili di greggio. La licenza OPL 245 è scaduta ed Eni e Shell, che la detenevano, non la potranno sfruttare. La saga OPL 245 non è ancora finita, in attesa dell’esito dei vari procedimenti giudiziari.
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Si scrive capacity payment, si legge sussidi per continuare a investire in centrali a gas. Uno strumento che piace tante all’Enel, mentre i sostenitori di una vera transizione energetica lo rigettano in toto.
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Snam è tutto fuorché l’azienda illuminata capace di salvarci della crisi ambientale che ci vorrebbe far credere. Punta forte sul gas e su altre fonti energetiche che poco hanno a che fare con la tanto agognata transizione energetica. Una narrazione tossica che smontiamo nella nuova puntata di Omissis.
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Dalle centrali a carbone in Bosnia, all’estrazione del gas nell’Artico russo. Altro che banca sostenibile e che aiuta i territori! Intesa Sanpaolo, il più grande istituto di credito italiano, è nemica del clima, come dimostra il sostegno a progetti così controversi.
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La più importante compagnia di assicurazioni italiana non riesce proprio a tagliare il suo malsano legame con il più inquinante dei combustibili fossili, il carbone. Nonostante dei passi nella giusta direzione per la tutela del clima fatti nel 2018, Generali mantiene in essere contratti milionari con società polacche e ceche che vanno ancora a tutto carbone.
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Il mondo della finanza foraggia il settore dei combustibili fossili con centinaia di miliardi di euro. Ma grazie alle campagne di pressione qualcosa sta cambiando. Grandi banche e compagnie di assicurazioni stanno iniziando a “mollare il colpo”, ovvero a disinvestire e a smettere di erogare prestiti sporchi. Ma la strada da fare è ancora tanta.
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La SACE è un'agenzia statale che maneggia decine di miliardi di euro, ma di cui si parla pochissimo. Eppure si dovrebbe, dal momento che finanzia alcuni dei progetti fossili più inquinanti al mondo.
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Che cosa abbiamo imparato dall'affaire OPL245? La vicenda che vede coinvolte Eni e Shell non è solo un caso di corruzione internazionale, ma ci offre uno spaccato inquietante sull'operato delle multinazionali petroliferi in contesti complessi come la Nigeria.
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Il rapporto realizzato da Source International e da Re:Common sulla qualità dell'aria della Val d'Agri, a ridosso dell'impianto dell'Eni. Ma anche l'attualità, con la sentenza di condanna all'Eni e ai suoi manager per smaltimento illecito di rifiuti. Benvenuti in Basilicata, la regione italiana più ricca di petrolio, dove però troppo spesso l'oro nero diventa una vera e propria maledizione.
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Un protocollo del 2008, finora tenuto segreto, tra l'Eni e il ministero degli Affari Esteri permette alla multinazionale petrolifera italiana di stanziare i propri uomini presso la Farnesina per un periodo illimitato di tempo. Una mossa studiata ad arte per creare un “raccordo” tra l’azione diplomatica italiana e gli interessi dell’azienda che dimostra l'intreccio ormai sempre più indissolubile tra lo Stato e il cane a sei zampe.
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La centrale a carbone di Punta Catalina è una cicatrice inferta al paradiso caraibico della Repubblica Dominicana e il simbolo di un sistema corrotto fino al midollo. Non mancano gli interessi italiani e un'inchiesta ancora in corso da parte della nostra magistratura. Ma soprattutto un'intera comunità che scende in piazza per protestare contro un'opera inutile, dannosa e “sporca”.
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Le compagnie estrattive ce la descrivono come la panacea di tutti i mali, ma l'idrogeno per ora non ha praticamente nulla di pulito, serve solo a dare nuova linfa a una vecchia conoscenza fossile, il gas. In Europa proprio la lobby del gas, con l'italiana Snam in prima fila, è quella più attiva a promuovere l'idrogeno. Chissà perché.
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Chi esce vincitore dalla Pandemia? Di sicuro il comparto dello shipping, in particolare il trasporto via mare, dove spicca l'italo-svizzera MSC. Una potenza mondiale, che in un sistema di oligopolio di fatto nel 2020 ha incrementato in maniera molto sensibile il suo fatturato.
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