Afleveringen
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Con la crisi dell’energia del 2022, anno in cui la Russia ha attaccato l’Ucraina, ci siamo accorti di quanto fragili siamo su questo fronte. Quello dell’energia è un tema centrale, che ha a che fare con l’autonomia di un paese, con la sua economia e con la sua sicurezza nazionale. Ecco, tutto questo noi abbiamo cominciato a metabolizzarlo nel 2022, l’anno in cui ci siamo accorti che sì, le bollette italiane sono tra le più care d’Europa. Ma perché? Ne parlo con Davide Tabarelli.
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Ormai lo sapete, Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, e in corsa per le elezioni presidenziali di novembre contro il democratico Joe Biden, alla fine è stato condannato. Ora, questi fatti dovrebbero indebolire qualunque persona al mondo, dovrebbero renderla meno credibile, o comunque non abbastanza da guidare un paese. Per Trump, però, non è così. Anzi, l’ex presidente degli Stati Uniti sembra aver ripreso slancio. Ma perché? Ne parlo con Davide Piacenza.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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La legge n.189 del 2002, chiamata comunemente Bossi – Fini, è forse una delle più contestate di sempre dalla sinistra italiana. Il suo scopo era ed è governare il fenomeno migratorio. Oggi a voler modificare questa legge non è l’ultimo comunista rimasto sulla terra o un no global nostalgico, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma perché? Ne parlo con Francesco Crippa.
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La Commissione europea, nel marzo di quest’anno, ha avviato una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto dei limiti imposti in tema di inquinamento atmosferico. Vuol dire che l’Italia rischia di dover pagare – ed è molto probabile che ciò accada - una multa per non aver tenuto l’aria delle città e di alcune aree extraurbane sufficientemente pulita. In ballo c’è la vita delle persone. L’inquinamento atmosferico, infatti, continua ad essere una delle principali cause ambientali di morte prematura nel nostro continente. È evidente che la soluzione non è dietro l’angolo ed è improbabile che il nostro paese riesca nel breve medio termine ad abbattere i livelli di inquinamento. E sul lungo termine invece? Anche tra gli ambientalisti l'energia nucleare comincia ad essere vista come una possibile soluzione. Ma perché? Ne parlo con Nicolas Lozito.
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La scorsa settimana eravamo qui a parlare dei negoziati tra Israele e Hamas fermi al palo. Ma si sa, le cose cambiano in fretta. Quello che sembra impensabile prima, diventa plausibile poco dopo. Questa volta a metterci la faccia è il presidente degli Stati Uniti. È Biden, infatti, che venerdì scorso ha chiesto esplicitamente a Israele di accettare il nuovo accordo, in un discorso tenuto dalla Casa Bianca dai toni inediti, che potremmo riassumere se non come un ordine nei confronti di Netanyahu, come un invito da accogliere a tutti i costi. Biden sente salire la pressione elettorale. Le elezioni, infatti, sono sempre più vicine e sa bene che intestarsi la risoluzione del conflitto lo aiuterebbe a crescere nei sondaggi. Ma questa potrebbe essere anche una soluzione per Hamas, ormai ridotto all’osso inquanto a uomini e armi. È ovvio che da questo accordo non ne escono tutti quanti vincenti, entrambe le parti sono costrette ad accettare un compromesso, ma è così che funziona. Un compromesso però che forse, finalmente, Israele e Hamas sono disposti a raggiungere. Ma perché? Greta Cristini.
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La giustizia è da sempre un pallino per la destra italiana. Non c’è stato un governo di centro destra nel nostro paese che non abbia proposto una riforma della giustizia. Se ricordate mettere mano ai codici, alle procedure, e alla distribuzione di ruoli e poteri era un grande cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. Oggi con il dovuto distacco, lontani dalle emozioni di quel tempo, sappiamo che l’ex premier ha sempre voluto riformare la giustizia anche per interessi personali. Però, nonostante Berlusconi e suoi governi non ci siano più, la destra continua a proporre cambi e modifiche al sistema giudiziario. Una su tutte è al centro di ogni riforma che si rispetti. E quindi? Ci risiamo, il governo Meloni è tornato a parlare di separazione delle carriere. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Buffoni.
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In una vita lunga 80 anni, 26 li passiamo a dormire. Il sonno, e anzi, il sonno di qualità è essenziale al nostro organismo: di mezzo ci sono funzioni cognitive e non solo. Su Der Spiegel è comparso un articolo, pubblicato in Italia da Internazionale, che racconta, tra le altre cose, cosa si rischia a dormire poco e male. Cita, ad esempio, uno studio del 2023 dell’American college of cardiology che ha dimostrato che chi soffre di disturbi del sonno incorre in un rischio maggiore del 69% di avere complicazioni cardiologiche. Ecco, le persone a cui viene diagnosticato un vero e proprio disturbo del sonno sono sempre di più. Una condizione che ormai riguarda soprattutto le società occidentali. Ma perché? Ne parlo con Ilaria Albano.
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In Europa, a qualche giorno dalle elezioni, si continua a parlare, tra le altre cose, di Ucraina. La recente visita di stato del presidente francese Macron in Germania è servita proprio a ricompattare le due potenze attorno al conflitto in corso. In passato, infatti, il cancelliere tedesco si era dimostrato distante da alcune posizioni tenute dal suo collega francese, in particolare rispetto alla possibilità di permettere all’Ucraina di attaccare il territorio russo con le armi donate dall’occidente. Ecco, questo limite, i due, hanno deciso di superarlo. Certo, ci sono dei paletti: Kiev potrà colpire soltanto i siti da cui partono gli attacchi verso il territorio ucraino. Con questa scelta l’Europa, però, ha dimostrato di potere tenere una posizione autonoma rispetto al conflitto in corso. Ecco, ma il conflitto a che punto è? L’Ucraina è in forte difficoltà, c’è chi sostiene che il fronte possa crollare da un momento all’altro. La Russia, infatti, continua a spingere e lo fa soprattutto nell’area di Kharkiv. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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In questi giorni una notizia partita da Roma ha fatto il giro del mondo. Mi riferisco a Papa Francesco e a ciò che avrebbe detto, secondo Dagospia, il 20 maggio, nell’incontro a porte con i vescovi italiani arrivati a Roma per l’assemblea generale. Si parlava di un tema molto serio: ammettere, o meno, nei seminari dei candidati omosessuali. Al riguardo Papa Francesco avrebbe risposto di no. Ma perché? Ne parlo con Marco Grieco.
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La visita di stato non è un semplice incontro tra uomini di potere. È la massima espressione delle relazioni amichevoli bilaterali. E avviene quando un capo di stato di un determinato paese invita un altro capo di stato a fare visita. Ecco, questo per dire che, ad esempio, quando Gorgia Meloni va in Germania a incontrare Olaf Scholz non è in visita di stato, anche perché il premier e il capo dello Stato rappresentano due figure molto differenti. Ecco, dividere il senso di questo tipo di incontri ci aiuta a capire meglio il senso della puntata di oggi. Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, è andato in visita di stato in Germania, un fatto che non accadeva da 24 anni. Una visita, dunque, tutt’altro che scontata. Ma perché? Ne parlo con Chiara Piotto.
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Irlanda, Norvegia e Spagna riconosceranno la Palestina. Una decisione che ha fatto infuriare Israele, il quale infatti ha subito richiamato gli ambasciatori dei relativi paesi per consultazioni, alla luce della decisione di annunciare il "riconoscimento di uno Stato palestinese". Nel frattempo però è accaduta un’altra cosa: Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto un mandato di arresto per Benjamin Netanyahu, per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, per il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, per il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e per il capo delle brigate al Qassam, Mohammed Deif. Un fatto, questo, dalla portata enorme, che acuisce le distanze tra il mondo occidentale e Israele. Il conflitto intanto va avanti e i negoziati, nonostante gli incontri di oggi, fanno fatica a ripartire. Ma perché? Ne parlo con Luciana Coluccello.
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Quella dei tassisti è una delle categorie più criticate in Italia. I motivi ruotano essenzialmente intorno ad un unico tema: il numero insufficiente di licenze che possano far fronte alla domanda in aumento. Secondo Il Sole 24 ORE a Milano le licenze sono circa 4.900, proprio come nel 2006. I residenti in città, però, dal 2006 a oggi sono circa 100mila in più. Ma oltre a questo c’è anche altro. A non convincere i cittadini sono gli incassi dichiarati. I tassisti, secondo i dati che loro stessi hanno trasmesso, tra il 2017 e il 2019, guadagnano in media 1.250 euro mensili lordi. Una cifra poco credibile. Ma perché? Ne parlo con Robero Red Sox
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In questi giorni il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha pubblicato sul suo profilo Instagram diversi post che hanno alimentano un dibattito nel nostro paese. Nulla di eclatante per carità: la tv, per esempio, ha quasi del tutto ignorato quei contenuti, ma diversi utenti e alcuni giornalisti si sono accorti invece della grande rilevanza di questi post. Per ora vi basti sapere che lo slogan della campagna di Salvini è “meno Europa, più Italia”. Il che fa sorridere dato che siamo chiamati a votare proprio per il rinnovo del Parlamento europeo. Ma non è tanto questo il punto, piuttosto sono le immagini che il ministro ha utilizzato per i suoi post. Immagini che non hanno alcun senso. Ma perché? Ne parlo con Francesco Crippa.
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A quanto ammonta l'evasione fiscale in Italia? Se consideriamo quella che l’ISTAT chiama economia non osservata, ovvero quell’economia composta da attività produttive che, per motivi diversi, sfuggono all’osservazione diretta del fisco e che comprende l’economia sommersa e illegale, la cifra raggiunge i 192 miliardi. Questi sono i dati ISTAT riferiti al 2021 che includono quindi non solo l’evasione fiscale, ma anche le attività illegali come gli affitti e il lavoro in nero. Insomma, c'è tanto lavoro da fare e ogni tanto qualcuno ci prova anche. Lo scorso 7 maggio, per esempio, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, aveva firmato un decreto ministeriale per introdurre il cosiddetto "redditometro". Apriti cielo. Il governo ha subito fatto marcia indietro. Ma perché? Ne parlo con Giulia Cimpanelli.
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Ebrahim Raisi, ottavo presidente della Repubblica Islamica dell’Iran è morto in un incidente in elicottero il 19 maggio. Ad annunciarlo è stata la televisione di Stato. Una notizia che, come potrete immaginare, ha fatto il giro del mondo. Il presidente era di ritorno dall’inaugurazione di una diga a Khoda Afarin nella regione dell’Azerbaigian Orientale. Un uomo che non è mai stato un vero carismatico, ma che ha saputo scalare le gerarchie di una delle teocrazie più importanti del mondo. Vicino da sempre ad Ali Khamenei, la seconda Guida Suprema dell’Iran e di cui, secondo molto analisti, avrebbe un giorno potuto prendere il posto. Ecco, la sua morte potrebbe, forse, rimescolare le carte in Iran. Ma perché?
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Negli scorsi giorni alcuni giornali locali del nord est sono tornati a parlare di Unabomber. Ma chi era Unabomber? La persona o il gruppo di persone che dal ‘94 al ‘96 e dal 2000 al 2006 ha scatenato il panico tra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, con una serie di attentati dinamitardi. Tubi bomba, ma anche ordigni camuffati all’interno di oggetti comuni. L’identità di Unabomber rimane ancora un mistero ed è questo il motivo per cui nel 2022 io, Ettore Mengozzi e Francesco Bozzi, abbiamo deciso di raccontare questa storia all’interno di un podcast dal titolo Fantasma - Il caso Unabomber. Abbiamo però provato nel ripercorrere gli eventi a fare un passo in avanti chiedendo assieme a Greta Momesso e Francesca Girardi - vittime del bombarolo - la riapertura delle indagini. Il procuratore capo di Trieste ci ha dato ascolto e le indagini sono ripartite. Ma torniamo agli articoli di questi giorni: si parla di importanti novità. Dunque, non è esattamente di novità che si può parlare, ma forse è vero che siamo di fronte ad una possibile svolta. Ma perché? Ne parlo con Antonio Bacci.
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Il rapporto annuale dell’Istat pubblicato la settimana scorsa ha certificato che sì, i lavoratori italiani si sono impoveriti. Gli stipendi nel nostro paese sono cresciuti molto meno di quelli del resto d'Europa. La situazione macroeconomia ha avuto un impatto molto forte non c’è dubbio, ma è pur vero che nel nostro paese di soldi non si parla molto. Insomma il nostro è anche un fatto culturale. Un esempio su tutti? Non riusciamo a chiedere l’aumento dello stipendio al lavoro. Ma perché? Ne parlo con Azzurra Rinaldi.
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“Le tasse sono una cosa bellissima” . Questa frase fu pronunciata dall’ex Ministro dell’economia Padoa-Schioppa nel 2007, governo Prodi II. Come potrete immaginare quelle parole crearono una grande polemica, nonché un assist a favore del centro destra allora all'opposizione. Eppure Padoa- Schioppa con quella frase, forse, intendeva dire altro. E cioè che le tasse ci permettono di partecipare, come cittadini, alla crescita di un paese e ai servizi che questo può offrire. Quindi potremmo metterla così: le tasse sono una cosa bellissima se spese nel modo giusto. Però, quando parliamo di tasse, non ci rendiamo conto che ne esistono di nascoste: spese che pensiamo di non sostenere, ma che in realtà sosteniamo eccome. Una su tutte? L’inflazione. Ecco l’inflazione, è bene saperlo, ci sta impoverendo. Ma perché? Ne parlo con Raffaele Ricciardi.
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L'alleanza tra Xi Jinping e Putin non è ideologica. I due sono alleati non perché condividano un modello di sviluppo simile o un’alleanza militare paragonabile a quella tra i paesi membri della Nato. Xi e Putin stanno insieme perché hanno un obiettivo in comune: indebolire l’occidente. La Cina sa perfettamente che la guerra in Ucraina non è la sua guerra, anzi Xi lo ha proprio detto un anno fa a Macron “questa non è la mia guerra” e di fatti non partecipa, per il momento, direttamente al conflitto. È cambiato qualcosa nell’ultimo anno? È giusto chiederselo, partendo da un fatto importante. Vladimir Putin è tornate a Pechino per incontrare il suo amico Xi Jinping. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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In nord Italia continua ad esserci mal tempo. La pioggia, come sappiamo, viene misurata in mm attraverso i pluviometri. Dei recipienti che misurano l’accumulo dell’acqua in altezza. Ad ogni mm corrisponde 1 litro d’acqua per metro quadro. Ecco, ve lo dico che interpretare al meglio le parole di Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Protezione Civile del Comune di Milano, il quale ha detto "La nostra città il 15 maggio ha vissuto una giornata molto difficile: 120-130 mm localizzati di pioggia, in un solo giorno, non era mai capitato negli ultimi 170 anni, e il record era 98 accaduto nel 1990. Bisogna precisare che il problema non riguarda soltanto Milano, ma tutto quanto il nord Italia, dove da diverse settimane piove quasi incessantemente. Ma perché? Ne parlo con Antonello Pasini.
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