Afleveringen
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Giorgia Mascia scrittrice di poesie si racconta nella sua semplicità per far emergere emozioni sparse e sentimenti sempre diversi.
Giorgia Mascia autrice di un libro che si intitola "Tanto Per Fare Non Sa Da Fare" si racconta agli ascoltatori di unica radio. Una donna piena e viva che regala con le sue parole momenti di riflessione e grande osservazione.
Il libro è un insieme di momenti, di scorci, di sogni, e di vicoli di vita , dove Giorgia invita i suoi lettori ad essere presenti dentro Sé stessi, per tirare fuori dal proprio sentire e dal proprio cuore ogni battito di curiosità.
Pensieri sparsi sulla strada della vitaQuanti pensieri si possono spargere sulla strada della vita? sicuramente per Giorgia si, in modi tutti diversi. Come un grande arcobaleno si ergono colori stagliati sulla tela delle emozioni che si lasciano fluire da una tavolozza di colori,
I colori per Giorgia sono qualcosa di unico, e lei stessa durante l'intervista conferma che ama le sfumature della vita stessa. I colori rappresentano l'unicità dell'esistenza, e nel contempo la diversità che non è mai un errore ma semplicemente un quid in più che permette di rendere ogni persona unica e speciale.
Con i piedi per terra e la testa nel sognoEssere radicati e centrati nella vita, restituisce al cuore l'attenzione dovuta; permette di attraversare il mondo con più devozione ai particolari e all'osservazione, spesso concreta e più pratica. Più entriamo nel concetto emotivo, e più si sale verso luoghi ancora reconditi all'aspetto razionale, pellegrinando verso altre realtà oniriche, e quindi prettamente del sogno.
Oggi sognare può fare tanta paura, come il sentire la reale emozione che sprigiona, come una scintilla, il valore stesso di quello che è tutto il senso dell'esistenza. Guardarsi dentro è un viaggio profondo, fatto di simbolismo, interpretazione e definizioni; definire non significa contornarsi e crearsi un confine di identità o etichetta, bensì rivela un aspetto più autentico del termine: quello di darsi un significato ogni volta, in ogni tappa che si persegue, in ogni situazione, in ogni nostro modo di rapportarci dentro e fuori.
Noi non siamo solo una cosa, siamo tante realtà, un ordine di idee, emozioni , e sogni che come una manciata di petali possiamo spargere lungo le strade da percorrere.
Tutti i dettagli dell'intervista su Unica radio.it
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Gigi Sanna racconta un percorso tra tradizione, collaborazioni prestigiose e nuove produzioni per celebrare l'identità dell'isola
Gigi Sanna parla oggi ai nostri microfoni degli Istentales, formazione musicale nata a Nuoro nel 1995, rappresentano una delle realtà più significative nel panorama musicale sardo. Il nome del gruppo deriva da una stella della costellazione di Orione, utilizzata anticamente da pastori e contadini come punto di riferimento. Fin dagli esordi, la band si distingue per il suo stile etno-pop agropastorale, che fonde sonorità moderne con la tradizione locale, raccontando storie profonde legate alla cultura dell'isola. Brani come "Amsicora" e "Deo no isco" diventano emblematici, consolidando la loro presenza sia a livello regionale che nazionale. Nel corso degli anni, gli Istentales pubblicano numerosi album, tra cui "Animu" e "Dae sa die...a sa notte", testimoniando una continua evoluzione artistica. La formazione attuale vede Gigi Sanna alla voce e chitarra, Sandro Canova al basso, Luciano Pigliari alle tastiere e Luca Floris alla batteria.
Collaborazioni con artisti di fama nazionaleLa musica degli Istentales attira l'attenzione di importanti nomi del panorama musicale italiano. Collaborazioni con artisti del calibro di Pierangelo Bertoli, Roberto Vecchioni, Tullio De Piscopo, Eugenio Finardi, Dolcenera, Nomadi, Modena City Ramblers e Elio e le Storie Tese arricchiscono il loro repertorio, dando vita a produzioni discografiche di rilievo. Una delle collaborazioni più significative è quella con Elio e i Tenores di Neoneli nel brano "O Sardigna", un inno dedicato alla Sardegna che celebra l'identità e la cultura dell'isola. Inoltre, l'amicizia con Cristiano De André porta alla creazione di nuovi brani e a esibizioni congiunte, consolidando un'alleanza musicale tra anime sarde e rock.
Celebrazione del trentennale e nuove produzioniAvvicinandosi al traguardo dei trent'anni di carriera, gli Istentales celebrano la loro storia con l'album "Zente Nostra". Questo lavoro raccoglie tredici tracce che ritraggono personaggi e figure emblematiche raccontate dalla band nel corso dei decenni, da Amsicora a Juan Peron, passando per la Brigata Sassari e s'acabadora. Come sottolinea Gigi Sanna, "Non è un disco di inediti ma un disco di editi rimodulati". Parallelamente, la band continua a produrre nuovi brani, come "Zustissia Mala – Libertà Negata", dedicato alla vicenda di Beniamino Zuncheddu, pastore ingiustamente incarcerato per oltre trentatré anni. Questo pezzo rappresenta un grido di dolore e indignazione per l'ingiustizia subita, evidenziando l'impegno sociale che da sempre caratterizza la musica degli Istentales.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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L'arte come strumento di inclusione sociale e benessere: il progetto di Bogamarì APS
La salute non coincide solo con l'assenza di malattia, ma si intreccia con il benessere fisico, emotivo e sociale. Ne sono convinte Danila Pittau e Pabla Enriquez, rispettivamente presidente e segretaria dell'associazione Bogamarì APS, che da anni promuove progetti artistici con un forte impatto sociale.
"L'associazione nasce nel ricordo di un amico scomparso, un artista che ci ha lasciato in eredità la sua creatività e la sua passione per l'arte. Per non disperdere questo patrimonio, abbiamo deciso di metterlo al servizio di chi ha bisogno" raccontano Pittau ed Enriquez. L'arte diventa così un veicolo per esprimere emozioni e favorire l'inclusione, con iniziative che spaziano dalla pittura alla musica, fino alla danza e alla teatroterapia.
Creare opportunità per le persone con disabilità attraverso l'arteUno degli obiettivi principali di Bogamarì APS è favorire l'integrazione delle persone con disabilità, offrendo loro occasioni di espressione creativa e crescita personale. "Ogni individuo ha il diritto di trovare un canale attraverso cui comunicare, e spesso l'arte è una lingua universale che supera le barriere" sottolineano le fondatrici.
Nel corso degli anni, l'associazione ha organizzato laboratori artistici in collaborazione con enti e scuole, proponendo percorsi formativi in cui la creatività diventa un'opportunità di sviluppo. Pittura, scultura, fotografia e teatro sono solo alcune delle discipline utilizzate per stimolare la libera espressione e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte.
L'importanza della formazione e della crescita personaleOltre a promuovere attività artistiche, Bogamarì APS investe nella formazione, consapevole che per offrire un supporto efficace siano necessarie competenze specifiche. "Abbiamo intrapreso percorsi formativi per svolgere al meglio il nostro compito e garantire il massimo beneficio alle persone che seguiamo" spiegano Pittau ed Enriquez.
Questa attenzione alla professionalizzazione ha permesso all'associazione di strutturare i suoi interventi in modo sempre più efficace, consolidando collaborazioni con professionisti del settore e creando una rete di sostegno per chi si trova in situazioni di difficoltà.
Guardare al futuro con nuovi progetti di inclusioneL'attività di Bogamarì APS non si ferma e guarda al futuro con l'obiettivo di ampliare la portata dei suoi progetti. Tra le prossime iniziative, sono previsti nuovi laboratori dedicati a giovani e adulti con disabilità, oltre a eventi aperti alla comunità per sensibilizzare sull'importanza dell'inclusione sociale attraverso l'arte.
"Abbiamo tante idee in cantiere e continueremo a lavorare per creare spazi di espressione e crescita per tutti. Il nostro sogno è che l'arte possa diventare un ponte tra le persone, capace di abbattere ogni tipo di barriera" concludono Pittau ed Enriquez.
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Un cammino nel tempo un intreccio di linee di luce e amore di una professionista che unisce storia arte e tradizioni
Chiara, una splendida ragazza, un'artista e professionista della cultura e tradizione dell'henné; una pianta, che diventa un inchiostro del tutto vegetale, utilizzata per ricreare delle immagini, dei disegni, delle linee intrisi di luce, con dei significati spesso importanti, ma che delle volte hanno solo lo scopo di essere del tutto decorative.
Nasce come arte appunto decorativa e raffigurativa, negli uomini ma anche nelle donne, coinvolgendo paesi asiatici, indiani, senza dimenticare tutta la zona mediorientale, espandendosi ovviamente anche nella grande coppa del Mediterraneo.
Un metodo che racchiude in sé diversi saperi e tradizioniL'henné permette di accedere non solo a dei concetti puramente estetici, ma anche a tecniche fluide di meditazione consapevole di azione e ricezione, tra l'artista dell'henna e la ricevente o ricevente. L'aspetto spirituale, quindi, abbraccia una bellezza che richiama la tessitura e la cucitura metaforica sulle mani, braccia, avambracci e diverse parti del corpo.
L'artista trasmette concentrazione a chi si sottopone a questa antica tecnica, che con cura, passione, e gentilezza innata, ricama, tesse, cuce, e modella, rifiniture rigogliose come fiori, linee, mandala, e diversi simboli sacri.
Connubio tra arte e sensiUn connubio di fascino unita al respiro sacro della terra e del cielo. Chiara è una ragazza che a cuor leggero racconta una grande esperienza, partendo dal principio, facendoci assaporare i dettagli all'interno di un viaggio mistico.
Ci permette di esplorare la sua esperienza in India, ancora l'interesse immenso a questa grande tradizione e cultura, senza tralasciare il significato sacro del suo nome d'arte: Roshni Henna.
Prima di essere un lavoro, Chiara ci trasmette come esso è innanzitutto una grande passione e missione, miscelati in una triade creativa. Tutti i dettagli descritti da Chiara, e di questa incredibile body art dai connotati mistici, li potete trovare ed ascoltare nella fantastica intervista rilasciata pe Unicaradio.it
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Nella terza puntata del podcast andremo a presentare il comune di Torpè nel contesto del Parco di Tepilora
Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.
L'importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017, quando l'UNESCO ha designato quest'area. Insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada, Montalbo e Monte Acuto l'unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 21 presenti in Italia.
Torpè situata nella costa nord-orientale della Sardegna si presenta come un centro popoloso e agricolo tradizionale della Baronia.
Torpè, incastonato tra il Monte Nurres e il lago Macheronis, offre uno scenario naturale mozzafiato. Il borgo, con le sue antiche case in pietra e fango, custodisce un ricco patrimonio storico, testimoniato dal nuraghe San Pietro e dalle domus de janas. La pineta de Sa Dea e l'oasi di Usinavà sono oasi di pace dove ammirare la fauna selvatica e rilassarsi.
Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora
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La passione per la radio al servizio della comunità: il lavoro dei volontari ERAC. L’associazione ERAC, con i suoi volontari, è essenziale per la gestione delle emergenze in Sardegna, grazie alla radio come strumento di coordinamento per la protezione civile.
La passione per la radio non è solo un hobby, ma una vera e propria missione per i volontari dell'Emergenza Radioamatori Associati Cagliari (ERAC). In Sardegna, un’isola caratterizzata da una geografia complessa e diverse criticità naturali, il supporto di questi appassionati è fondamentale per la sicurezza e il benessere della comunità. La loro esperienza, unita alla competenza, è un punto di riferimento per la gestione delle emergenze e per il coordinamento delle attività di Protezione Civile.
In questa puntata, incontriamo Salvatore Pittalis e Stefano Lande, due dei principali volontari dell'associazione, che spiegano come la radio diventi un mezzo indispensabile per affrontare situazioni di rischio come il rischio idrogeologico, gli incendi o le operazioni di ricerca dispersi. Come raccontano Pittalis e Lande, "la Sardegna presenta varie criticità che richiedono una risposta immediata e ben organizzata. Noi, in collaborazione con la Regione, gestiamo la rete radio che supporta queste attività, consentendo una comunicazione fluida tra le diverse unità di intervento".
Le attività portate avantiIl lavoro di ERAC non si limita solo a gestire le emergenze. La passione per la radio e l'amore per il mezzo spingono i membri dell'associazione a partecipare a gare e contest di radioamatori, attività che non solo potenziano le loro competenze, ma rafforzano anche la comunità. Studiare e sperimentare con la radio è un’occasione di crescita collettiva e di divertimento per i membri dell'associazione, che si ritrovano a coltivare il loro interesse per la radio in un ambiente che promuove la condivisione e il supporto reciproco.
La radio diventa quindi un alleato potente per chi opera sul territorio, consentendo di mantenere una comunicazione continua e sicura, soprattutto nelle emergenze. Il lavoro dei radioamatori di ERAC permette di migliorare l’efficacia delle operazioni, potenziando la capacità di intervento di chi lavora ogni giorno per proteggere e supportare la comunità. L’esperienza di Salvatore Pittalis e Stefano Lande è la testimonianza di quanto sia importante la passione, l’impegno e la preparazione per fare la differenza nei momenti critici.
In conclusione, la radio non è solo una passione per i membri di ERAC, ma un vero e proprio strumento di supporto per il territorio e la comunità, unendo competenza e passione in un binomio vincente al servizio del bene comune.
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Nella seconda puntata del podcast andremo a presentare il comune di Lodè nel contesto del Parco di Tepilora
Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.
L'importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017. Quando l'UNESCO ha designato quest'area, insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada e Montalbo l'unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 17 presenti in Italia.
Situata in una valle immersa nel verde della macchia mediterranea, Lodè ha rivestito un ruolo di importanza strategica nella Barbagia meridionale fin dal medioevo.
Lodè: un gioiello incastonato tra le montagneNascosto tra le montagne del Montalbo, Lodè è un borgo millenario che conserva intatto il fascino del passato. Circondato da un paesaggio incontaminato, il paese offre un viaggio nel tempo tra rovine nuragiche, domus de janas e antichi mestieri. Le strade acciottolate del centro storico, con le loro case in pietra e fango, raccontano storie di una comunità forte e accogliente. Lodè è un luogo dove la natura incontaminata e la cultura millenaria si fondono in un'esperienza unica. Si distende ai piedi del monte Calvario, circondato dalla catena del Monte Albo e dai rilievi granitici dei paesi vicini. Lodè è un centro montano dell’alta Baronia di mille e 700 abitanti, che fa parte dei borghi autentici d’Italia, il cui territorio è reso fertile da sorgenti e riu Mannu che forma la cascata di sos Golleos.
Dicitura da inserire:
Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora
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Settimana contro le discriminazioni: la lotta alla discriminazione razziale in Europa e nel mondo
La Settimana contro le discriminazioni è un'occasione fondamentale per riflettere sul lungo cammino della società verso l'uguaglianza e la lotta contro il razzismo. La discriminazione razziale, che da secoli affligge il mondo intero, continua a rappresentare una delle problematiche più urgenti in molti paesi, inclusi quelli europei. In questo contesto, l'Europa ha fatto significativi passi avanti, ma molto resta ancora da fare per garantire una vera inclusività e parità di diritti a tutte le persone, indipendentemente dalla loro etnia, razza o origine.
Le origini del razzismo e la sua evoluzioneIl razzismo è una forma di pregiudizio che affonda le radici in concetti errati di superiorità e inferiorità tra gruppi umani basati sulla razza o sull'etnia. Storicamente, il razzismo si è manifestato in molteplici forme, dall'apartheid sudafricano alle discriminazioni razziali durante il periodo della colonizzazione, fino alle attuali problematiche legate ai flussi migratori e all'integrazione delle minoranze. Nonostante i progressi, molti paesi, in particolare quelli europei, si trovano ancora a dover affrontare comportamenti e atteggiamenti discriminatori che danneggiano il tessuto sociale.
Le politiche dell'Unione Europea contro la discriminazioneL'Unione Europea ha adottato politiche precise per combattere la discriminazione razziale e promuovere una società inclusiva. L'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea stabilisce che "è vietata qualsiasi forma di discriminazione, in particolare basata sul sesso, razza, colore della pelle, origine etnica o sociale". Questo articolo è il fondamento giuridico che supporta la legislazione europea contro la discriminazione e promuove la parità di trattamento in tutti i settori della vita pubblica, tra cui l'occupazione, l'istruzione e l'accesso ai servizi.
Le iniziative contro la discriminazione razziale in Sardegna e in EuropaIn Sardegna, ad esempio, attraverso lo sportello Europe Direct, sono promosse iniziative che sensibilizzano la cittadinanza riguardo i diritti fondamentali e le opportunità offerte dall'Unione Europea. Un progetto particolarmente rilevante è il Corpo Europeo di Solidarietà, che offre opportunità di volontariato in tutta Europa, promuovendo l'inclusività e l'uguaglianza. Partecipando a progetti di volontariato, i giovani possono contribuire direttamente a combattere il razzismo e promuovere la solidarietà tra le diverse culture.
Anche in altre parti d'Europa, numerosi progetti mirano a favorire la comprensione interculturale e la cooperazione tra paesi di diversa provenienza, come il programma Erasmus+, che consente agli studenti di vivere esperienze educative e formative in paesi stranieri, arricchendo la loro visione del mondo e favorendo l'integrazione.
L'importanza dell'educazione e della consapevolezzaNonostante l'esistenza di leggi e programmi, è evidente che la discriminazione razziale persiste a livello sociale, e molto lavoro deve essere fatto per cambiare le mentalità. L'educazione, la sensibilizzazione e il dialogo tra le diverse culture sono strumenti fondamentali per abbattere le barriere che alimentano il razzismo. In questo senso, le giornate contro il razzismo e le settimane tematiche sono essenziali per far riflettere la popolazione sull'importanza di una convivenza pacifica e inclusiva.
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La voce di Edith Bruck, sopravvissuta all'Olocausto, segna la riflessione della settimana contro le discriminazioni, portando un messaggio di accoglienza e di speranza per il futuro.
La Settimana contro la discriminazione indetta dalle Nazioni Unite è un'opportunità importante per riflettere su temi delicati, come il razzismo, la discriminazione e l'intolleranza. Nell'ambito di questa settimana, il podcast realizzato dall'Istituto Tecnico Primo Levi di Quarto Sant'Elena ha dato voce a una delle figure più rappresentative della lotta contro l'odio e la discriminazione: Edith Bruck, una donna che ha vissuto in prima persona l'orrore dell'Olocausto e che oggi, attraverso la sua arte e la sua testimonianza, porta un messaggio di speranza e di accoglienza.
Edith Bruck è una scrittrice e poetessa ungherese che, da bambina, ha vissuto le atrocità dei campi di concentramento nazisti, un'esperienza che l'ha segnata profondamente e che ha trasformato il suo modo di vedere il mondo. Nel corso dell'intervista, Edith ha raccontato i momenti più terribili della sua vita, come quando venne deportata nel campo di Auschwitz e in altri campi di concentramento. Le sue parole non sono solo un racconto del dolore, ma anche un monito sulla necessità di mantenere viva la memoria storica.
La scrittura è stata per Edith Bruck una vera e propria salvezza. Come ha spiegato durante l'intervista, "la scrittura mi ha salvato", un atto che le ha permesso di liberarsi dal veleno emotivo accumulato durante gli anni di sofferenza. La scrittura non solo come terapia, ma come un potente strumento di resilienza. La sua vita è la testimonianza che, nonostante le esperienze più difficili, l'arte e la cultura possono aiutare a guarire le ferite dell'anima e a lottare contro l'odio.
Il rapporto con l'ItaliaUn altro aspetto fondamentale del suo racconto riguarda il suo rapporto con l’Italia, un paese che l'ha accolta con il calore umano, nonostante la barriera linguistica. Edith ha raccontato di come, nel suo arrivo in Italia, la sensazione di accoglienza fosse tangibile attraverso i sorrisi della gente. Un'ospitalità che l'ha fatta sentire "a casa", un messaggio importante soprattutto oggi, quando troppe persone, soprattutto migranti e rifugiati, sono ancora vittime di intolleranza e discriminazione.
Durante l'intervista, Edith ha risposto anche alla "domanda oscura", quella legata alla sua esperienza nei campi di concentramento. Con grande difficoltà, ha descritto la sofferenza indicibile di quei giorni, dicendo che non esistono parole sufficienti per raccontare il dolore e l'umiliazione vissuti. La sua testimonianza si fa, quindi, strumento di memoria collettiva, per ricordare le atrocità del passato e impedire che si ripetano in futuro. "Non si può raccontare, quella sofferenza è assolutamente indicibile", ha dichiarato, un monito per le generazioni future.
Il racconto di speranzaTuttavia, il racconto di Edith non è solo un richiamo al dolore, ma anche un richiamo alla speranza. La sua vita, che ha attraversato il dolore e l'orrore, oggi è un esempio di forza, di speranza e di umanità. Le sue parole sono un invito a non dimenticare mai le sofferenze passate, ma anche a costruire un futuro di pace e di accoglienza, dove le differenze non siano motivo di divisione ma di arricchimento reciproco.
La settimana contro la discriminazione, e le testimonianze di persone come Edith Bruck, sono fondamentali per sensibilizzare le nuove generazioni a combattere ogni forma di discriminazione. La sua storia di vita, unita alla sua capacità di trasformare il dolore in arte e di promuovere un messaggio di pace e solidarietà, ci insegna che solo attraverso la memoria storica e il rispetto delle differenze possiamo costruire una società più giusta e inclusiva.
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La costruzione dell'indipendenza per le persone con disabilità cognitive è un percorso lungo e complesso, ma con impegno, sacrificio e il giusto supporto, è possibile raggiungere l'autonomia. Scopri l'importante lavoro svolto da L'Isola di Nuoro nell'accompagnare i ragazzi verso una vita indipendente e inclusiva.
L’indipendenza è una meta che ogni individuo ambisce a raggiungere, ma per alcuni il cammino può sembrare più difficile. Per molti, l’autonomia è un traguardo che appare quasi naturale, frutto di un percorso che si sviluppa giorno dopo giorno. Tuttavia, per alcune persone, in particolare per chi ha disabilità cognitive come la sindrome di Down, l’indipendenza rappresenta una sfida complessa. Nonostante ciò, è fondamentale ricordare che questo traguardo è possibile per tutti, con il giusto supporto e impegno.
Il lavoro quotidiano, il sacrificio e il supporto reciproco sono gli ingredienti necessari per costruire un percorso verso l’autonomia. Ecco perché iniziative come quelle promosse da L'Isola di Nuoro sono fondamentali. Questa associazione, attiva dal 2017, accoglie ragazzi e ragazze con disabilità cognitive, aiutandoli a sviluppare l'autonomia e le competenze necessarie per affrontare la vita in modo indipendente.
Marika Scalas, coordinatrice, e Tanina Farris, vicepresidente, spiegano che l’obiettivo del centro è «lavorare ogni giorno sull’autonomia e il potenziamento cognitivo», attraverso progetti che spaziano da attività quotidiane a percorsi formativi mirati. Il centro si pone come un supporto fondamentale per le persone con disabilità, per aiutarle a sviluppare le capacità necessarie per vivere una vita autonoma e integrarsi nel mondo del lavoro.
Inclusione lavorativaIl concetto di inclusione lavorativa è uno dei temi centrali in questo percorso. La società sta evolvendo verso una maggiore attenzione verso l'inclusione, ma spesso, il passaggio dalla scuola al lavoro risulta difficile per chi ha disabilità cognitive. Lavorare sull’indipendenza significa anche dare la possibilità di imparare un mestiere, di inserirsi in contesti professionali e di diventare protagonisti della propria vita. In questo senso, il lavoro de L'Isola di Nuoro rappresenta un'importante risposta alla grande sfida sociale che riguarda il dopo di noi, il futuro delle persone con disabilità quando i familiari non ci saranno più.
L'associazione si inserisce in un contesto più ampio, quello delle politiche di inclusione sociale e lavorativa, e si impegna quotidianamente per garantire ai ragazzi la possibilità di vivere in modo indipendente. L'inclusione non è solo un concetto sociale, ma una realtà che può essere costruita passo dopo passo, con impegno e dedizione.
L'indipendenzaPer tutte le persone, e in particolare per quelle con disabilità cognitive, il percorso verso l'indipendenza è un cammino di crescita che richiede tempo, risorse e soprattutto il sostegno di chi crede in questo progetto. È una strada che, con il giusto aiuto, porta a una vita piena di possibilità e soddisfazioni.
L'indipendenza è una conquista che si costruisce giorno dopo giorno. Per chi ha disabilità cognitive, questo percorso può sembrare arduo, ma grazie a realtà come L'Isola di Nuoro, è possibile vedere un futuro in cui l’autonomia non è più un sogno, ma una realtà concreta, alla portata di tutti.
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Il rapper Manuel Kresy si racconta ai nostri microfoni: dalle prime registrazioni a Rapper Sfigato e Casteddu by Night
Manuel Kresy, originario di Quartu Sant'Elena, emerge nella scena rap sarda nella seconda metà degli anni 2000. Inizia con registrazioni amatoriali, affinando il suo stile e partecipando ai contest di freestyle, dove dimostra le sue abilità liriche. La scena rap locale gli offre l'opportunità di distinguersi grazie alla sua autenticità e alla sua voglia di raccontare la realtà senza filtri. Il suo stile anticonformista gli permette di farsi strada e di espandere il suo pubblico, attratto dalla spontaneità ed immediatezza dei suoi pezzi.
"Rapper Sfigato" e "The Voice of Sardinia"Nel 2014, Manuel pubblica "Rapper Sfigato", un brano autoironico che lo definisce come outsider della scena. Il video, volutamente amatoriale, diventa un piccolo cult nella scena underground, grazie al suo approccio autentico e fuori dagli schemi. Il pezzo rappresenta una critica sottile al mondo del rap, enfatizzando con sarcasmo le difficoltà di chi sceglie di restare indipendente. Dopo questa esperienza, continua il suo percorso musicale, sperimentando nuove sonorità e affinando la sua scrittura.
Nel 2017, partecipa a "The Voice of Sardinia", esperienza che gli consente di esibirsi sul palco e di confrontarsi con altri talenti dell'isola. Qui affina la sua presenza scenica e tecnica di respiro ed acquisisce maggiore sicurezza nelle esibizioni dal vivo, un aspetto che si rivelerà fondamentale nella sua crescita artistica. Grazie a questa esperienza, il suo stile si evolve ulteriormente, preparandolo per nuove sfide.
Il trasferimento a Bologna e l'incontro con InokiDopo "The Voice of Sardinia", Manuel decide di lasciare la Sardegna per trasferirsi a Bologna, città con una forte tradizione musicale e una scena rap vivace. Qui trascorre quattro anni immerso in un ambiente creativo e stimolante, entrando in contatto con artisti locali e affinando la sua tecnica. Bologna rappresenta per lui una palestra artistica che gli permette di ampliare le sue influenze musicali e sviluppare un approccio più maturo alla scrittura e alla produzione musicale. Questa fase si rivela determinante per la sua evoluzione, dandogli l'opportunità di crescere artisticamente.
Uno dei momenti più significativi della sua carriera arriva quando, tornato in Sardegna, si esibisce a Quartucciu al fianco di Inoki, uno dei nomi più influenti del rap italiano. Durante l'evento, improvvisa un freestyle su "Bolo By Night", dando poi vita, più avanti, alla versione in chiave cagliaritana "Casteddu By Night", che celebra la sua identità sarda. Questo episodio segna un'importante conferma del suo talento e della sua capacità di adattarsi e reinterpretare le sonorità urbane con un tocco personale. Il video dell'esibizione ottiene ottimi riscontri sui suoi canali ufficiali.
Il remix di "Killshot" e il futuro artisticoManuel si distingue anche nel remix di "Killshot" di Eminem, dimostrando versatilità e capacità di reinterpretare brani internazionali con un tocco personale. Attualmente, lavora su un nuovo singolo di prossima uscita, che ancora non ha un titolo. I fan possono seguirlo sul suo canale YouTube e sul suo account Instagram per scoprire le sue prossime mosse.
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Il Mondo che Vogliamo: il Coordinamento Care e la tutela dei minori in affido e adozione
Nella nuova puntata de Il Mondo che Vogliamo, abbiamo dato voce ad Anna Guerrieri, presidente del Coordinamento Care. Questa rete di secondo livello raccoglie associazioni che lavorano per il benessere di bambini e ragazzi in situazioni di fragilità, in affido o in adozione.
Uno dei temi centrali affrontati riguarda le discriminazioni che questi minori possono subire. Il Coordinamento Care lavora per abbattere gli stereotipi, promuovendo una comunicazione consapevole nei media e nella società. L'obiettivo è garantire che ogni bambino, indipendentemente dalla sua storia, possa crescere in un ambiente inclusivo e privo di pregiudizi.
Il calo delle adozioni e il ruolo del volontariatoNegli ultimi anni, l'Italia ha registrato un calo significativo delle adozioni. Le cause sono molteplici: l’allungamento dei tempi burocratici, la complessità delle procedure e i requisiti sempre più stringenti per le famiglie adottive. Questa tendenza ha sollevato interrogativi sul futuro dei minori in attesa di una famiglia.
Un altro aspetto fondamentale della discussione è il ruolo del volontariato nel terzo settore. Le associazioni che operano in questo ambito forniscono supporto alle famiglie affidatarie e adottive, offrendo formazione, consulenza e assistenza continua. Il loro impegno è essenziale per garantire ai minori un percorso di crescita sereno e sicuro.
Un progetto per la lotta alle discriminazioniIl Mondo che Vogliamo è un’iniziativa promossa da ForumSad ETS, in collaborazione con ARCE – Alleanza Reti per le Comunità Educanti e con il supporto di RadUni – Associazione delle Radio Universitarie Italiane. Il progetto rientra nelle attività finanziate dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito della XXI Settimana di azione contro il razzismo, che si svolgerà dal 17 al 23 marzo 2025.
Attraverso questa iniziativa, si vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle discriminazioni, dando voce a esperti e protagonisti del settore.
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35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità: Questa è la storia di chi ha perso tutto e ha trovato la forza di ricominciare. Di chi ha attraversato confini, lasciando il proprio passato per costruire un nuovo futuro.
In questo episodio di 35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell'umanità, ascolterete le parole di Giorgio Zucca, un adottivo cileno presidente dell'associazione Chilenos de Sardigna, nata nel 2016 con l'obiettivo di permettere agli adottivi cileni di riscoprire le proprie origini, la cultura e il cibo cileno, dato che molti non erano mai tornati in Cile. Grazie a questa iniziativa, l'associazione ha stabilito contatti con l'ambasciata cilena e ha vinto più volte bandi per progetti culturali. Sentirete anche la storia di Rossella, nata in Cile e adottata in Sardegna all'età di due mesi. Crescendo a Sassari senza particolari difficoltà, ha vissuto il dolore della perdita della madre adottiva a 12 anni. Da adulta, ha sentito il bisogno di conoscere le sue origini e, con l'aiuto di amici e della televisione nazionale cilena, è riuscita a ritrovare la madre biologica e ad incontrarla tramite un programma televisivo
35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità. Un progetto del Centro Antirazzista e sui Rapporti Italia/Sudafrica Benny Nato ODV con il supporto di RadUni- Associazione delle Radio Universitarie Italiane. Finanziato dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XXI Settimana di azione contro il razzismo 17-23 marzo 2025
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Il mondo che vogliamo: Storie di solidarietà e speranza per chi ricomincia da zero.
Nella puntata di il mondo che vogliamo- storie di solidarietà avete ascoltato le parole della presidente del Coordinamento Genitori Democratici (CGD), Angela Nava Mambretti che si dedica al sostegno dei genitori e alla promozione dei diritti dei bambini, diffondendo valori di inclusione e supportando altri genitori. Avete ascoltato anche le parole di Laura coordinatrice delle attività educative del CG Napoli, offre supporto nello studio e laboratori per minori dai 6 ai 18 anni.
La storia di SamuelUn esempio significativo di come il CG Napoli faccia la differenza è la storia di Samuel. Cresciuto in un contesto complesso, Samuel ha affrontato numerose difficoltà durante la sua infanzia. Tuttavia, grazie al supporto del CG Napoli, ha avuto la possibilità di superare questi ostacoli. Grazie all'accompagnamento nello studio e alla motivazione ricevuta nei laboratori, Samuel ha conseguito ottimi risultati scolastici. Oggi, è uno studente di medicina, un percorso che sembrava impossibile solo pochi anni fa. La sua storia è un simbolo di speranza, dimostrando che con il giusto sostegno, anche le situazioni più difficili possono essere superate.
Il mondo che vogliamo è un progetto di ForumSad ETS in collaborazione con ARCE- Alleanza Reti per le Comunità Educanti e con il supporto di RadUni- Associazione delle Radio Universitarie Italiane. Il progetto ha ricevuto un finanziamento nazionale pubblico dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XXI Settimana di azione contro il razzismo 17-23 marzo 2025.
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Nella prima puntata del podcast andremo a presentare il comune di Bitti nel contesto del Parco di Tepilora
Il Parco Naturale Regionale di Tepilora è una splendida area protetta nella Regione Autonoma della Sardegna, istituita nel 2014 e si estende su una superficie di circa 8.000 ettari, caratterizzata da un elevato valore naturalistico. Il parco interessa principalmente i comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e comprende varie aree di grande rilevanza ecologica e paesaggistica.
L’importanza del Parco Naturale Regionale di Tepilora è stata ulteriormente riconosciuta il 14 giugno 2017, quando l’UNESCO ha designato quest’area. Insieme ai territori di altri 13 comuni delle regioni di Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, come Riserva della Biosfera. Questo prestigioso riconoscimento ha reso la Riserva di Biosfera MaB UNESCO di Tepilora, Rio Posada, Montalbo e Monte Acuto l’unica riserva di Biosfera in Sardegna e una delle 21 presenti in Italia.
Situata in una valle immersa nel verde della macchia mediterranea, Bitti ha rivestito un ruolo di importanza strategica nella zona fin dalla preistoria.
Nel suo territorio si trova il sito archeologico di Romanzesu, uno dei più importanti complessi abitativi e cultuali della Sardegna nuragica. Ospita, inoltre, due musei di particolare interesse: il Museo della Civiltà Contadina e Pastorale, dedicato agli strumenti da lavoro e alla quotidianità della vita bittese, e il Museo Multimediale del Canto a Tenore, che raccoglie le esibizioni dei più noti complessi vocali sardi.
L'incantevole oasi di Littos ospita una grande varietà di flora e fauna selvatica. I suggestivi sentieri dei carbonai nell'area rimboschita di Crastazza offrono facili percorsi per escursioni. Le spettacolari cascate di S’Illiorai e di Sas Iapias si inseriscono in un contesto naturale ineguagliabile.
Evento realizzato con il contributo del Parco naturale regionale di Tepilora
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35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità: Questa è la storia di chi ha perso tutto e ha trovato la forza di ricominciare. Di chi ha attraversato confini, lasciando il proprio passato per costruire un nuovo futuro.
In questa puntata di 35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità, ascoltiamo le voci di chi ha trovato in Italia una nuova casa e un'opportunità di crescita. Felix Adendedjan , dottore ingegnere nutrizionista originario del Benin, narra il suo arrivo in Italia in seguito all'interesse suscitato dalla sua tesi, culminato nella fondazione in Sardegna dell'associazione GNO'NU , dedita alla cooperazione con il suo paese d'origine e diverse università italiane.
Sentirete poi la storia di Cynthia, dalla Nigeria, che racconta la sua esperienza di vita in Sardegna, dove è giunta alla fine degli anni '90 in cerca di realizzazione personale e per sostenere la sua famiglia . Cynthia sottolinea di non aver percepito il razzismo nella sua esperienza sarda, interpretando la discriminazione come una forma di ignoranza derivante dalla mancata conoscenza reciproca. L'intervento di Cintia sottolinea l'importanza dell'integrazione e della comprensione reciproca per superare le discriminazioni
La storia di Cintia, è un esempio di come persone immigrate abbiano trovato in Italia un rifugio, un lavoro e nuove opportunità, costruendo una nuova vita con determinazione
35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità. Un progetto del Centro Antirazzista e sui Rapporti Italia/Sudafrica Benny Nato ODV, finanziato dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XXI Settimana di azione contro il razzismo dal 17 al 23 marzo 2025
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L'attore Giorgio Colangeli racconta la sua carriera, il valore dell'educazione e il futuro del cinema
Giorgio Colangeli si distingue per la sua versatilità e la profondità dei suoi ruoli. In questa intervista per Unica Radio, l'attore ha condiviso il suo percorso artistico, le sue riflessioni sul cinema, la televisione e i temi sociali che lo appassionano.
Colangeli ha affrontato il tema dei diritti delle donne, sottolineando quanto sia essenziale l'educazione per superare discriminazioni e stereotipi. Secondo lui, il cambiamento deve partire dalle scuole, dai bambini e dalle famiglie per costruire una società più equa. “È necessario un lavoro a lungo termine che richiede pazienza, tolleranza e un approccio inclusivo per chi fatica a comprendere il problema”, ha dichiarato.
L'attore ha poi parlato del razzismo e della discriminazione, spiegando che, pur vivendo in una società sempre più multiculturale, non siamo ancora pronti ad accettare pienamente la diversità. “Mangiare in un ristorante etnico è facile, ma convivere con chi ha tradizioni diverse è un'altra sfida”, ha detto.
Cinema, fiction e la rivoluzione del piccolo schermoColangeli ha raccontato il suo rapporto con la fiction, un genere che inizialmente aveva sottovalutato, ma che con il tempo ha imparato ad apprezzare. Esperienze come Braccialetti Rossi gli hanno fatto comprendere l'importanza delle serie TV nel creare un legame con il pubblico. “Oggi la qualità delle serie è cresciuta enormemente e non si può più ignorarle”, ha affermato.
Riguardo alla sua carriera, l'attore ha ricordato L'aria salata, film che gli ha dato visibilità e riconoscimenti, tra cui il David di Donatello. “È stato un punto di svolta che mi ha permesso di accedere al grande pubblico e di ricevere ruoli sempre più significativi”, ha spiegato.
Il futuro del cinema tra serie e lungometraggiParlando del futuro del cinema, Colangeli ha espresso preoccupazione per il predominio delle serie TV. “Il rischio è che il cinema perda la sua essenza, trasformandosi in un racconto diluito senza una vera conclusione”, ha detto, sottolineando l'importanza di mantenere l'equilibrio narrativo nei film.
Infine, ha parlato della sua laurea in fisica, spiegando come la scienza gli abbia insegnato il valore del dubbio e della razionalità. Se non fosse diventato attore, probabilmente avrebbe scelto di insegnare, consapevole delle sfide che questo ruolo comporta.
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35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità: Questa è la storia di chi ha perso tutto e ha trovato la forza di ricominciare. Di chi ha attraversato confini, lasciando il proprio passato per costruire un nuovo futuro.
In questa puntata di 35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità Avete sentito le parole di Alessandro Piazzi, presidente nazionale di FederTrek, un’associazione che promuove l’escursionismo e la tutela dell’ambiente, sottolinea come il semplice gesto del camminare possa abbattere le barriere e favorire la comprensione reciproca . FederkTrek, attraverso le sue numerose associazioni, organizza attività che dimostrano come la condivisione del cammino possa unire le persone al di là delle loro differenze.
Federk facilita la partecipazione di persone con disabilità, incoraggiando la socialità e dimostrando che i limiti possono essere superati. Il podcast include anche brevi menzioni di iniziative promosse dal Forum SAD e Arce contro la discriminazione razziale e a favore dell'integrazione dei migranti, sottolineando l'importanza dell'accoglienza e della solidarietà.
Il mondo che vogliamo è un progetto di ForumSad ETS in collaborazione con ARCE- Alleanza Reti per le Comunità Educanti e con il supporto di RadUni- Associazione delle Radio Universitarie Italiane. Il progetto ha ricevuto un finanziamento nazionale pubblico dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XXI Settimana di azione contro il razzismo 17-23 marzo 2025
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35° della liberazione di Nelson Mandela. 35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità: Questa è la storia di chi ha perso tutto e ha trovato la forza di ricominciare. Di chi ha attraversato confini, lasciando il proprio passato per costruire un nuovo futuro.
In questa puntata di 35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità, avete ascoltato la storia di Felix Adandedjan, presidente dell’associazione GNO’NU, che ci parlerà della sua storia e dello scopo della sua associazione. Sentirete Game, arrivato in Sardegna nel 2016 col sogno di diventare calciatore, ora lavora come mediatore presso in un centro di accoglienza per minori.
Le interviste esplorano le loro esperienze, le sfide incontrate, come la barriera linguistica e il mancato riconoscimento delle qualifiche professionali, e sottolineano il ruolo cruciale della solidarietà e dell'accoglienza nel loro percorso di integrazione. Entrambi condividono le loro motivazioni migratorie e le loro riflessioni sul concetto di discriminazione, evidenziando come la conoscenza reciproca possa superare i pregiudizi.
35° della liberazione di Nelson Mandela. Una vittoria dell’umanità. Un progetto del Centro Antirazzista e sui Rapporti Italia/Sudafrica Benny Nato ODV, con il supporto di RadUni- Associazione delle Radio Universitarie Italiane.
Finanziato dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nell’ambito delle attività della XXI Settimana di azione contro il razzismo dal 17 al 23 marzo 2025
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Nell’intervista a Unica Radio, l’attrice Sara Ciocca ci racconta il suo approccio alla recitazione, alla gestione della vita tra scuola e arte, e come l’energia positiva diventi il motore della sua carriera.
Giovane attrice che sta conquistando il pubblico con la sua energia e talento: conosciamo oggi Sara Ciocca. Ci ha raccontato della sua preparazione per il personaggio in Il ragazzo dai pantaloni rosa, delle sue passioni artistiche e dei suoi consigli per affrontare le difficoltà della vita. Sara ha parlato del suo ruolo in Il ragazzo dai pantaloni rosa, un personaggio che rappresenta per Andrea una luce nell'oscurità. Sara ha spiegato come la sua interpretazione porti un messaggio di amicizia, di contrasto tra le difficoltà che Andrea affronta e la speranza che il suo personaggio incarna. La chiave del suo approccio, ha sottolineato, è l'energia positiva. Un’energia che deve essere calibrata per entrare nel giusto equilibrio, essenziale in ogni performance. “L’energia è la chiave per un’interpretazione credibile, bisogna saperla dosare e utilizzare nel modo giusto.”
La gestione della vita tra scuola, recitazione e arteNell'intervista l'interprete condivide come riesca a gestire la sua vita frenetica tra scuola, recitazione, musica e danza. La giovane attrice ha sottolineato che sta vivendo un processo di sperimentazione, cercando di acquisire il massimo possibile da ogni esperienza. La danza è stata la sua prima passione, seguita dalla musica, dal canto e dalla scrittura. “L’arte, in tutte le sue forme, è ciò che mi serve per essere un'attrice migliore”, ha affermato con entusiasmo. Ogni disciplina contribuisce a costruire la sua capacità espressiva, arricchendo la sua recitazione.
La crescita personale attraverso i personaggiL'attrice ha rivelato che non esiste un personaggio che consideri superiore agli altri. Ogni ruolo che ha interpretato ha contribuito a farla crescere, portando con sé lezioni che si riflettono nei ruoli successivi. Il segreto sta nel continuo miglioramento, nell'affrontare ogni sfida con una mentalità critica e positiva. L'attrice ci ha spiegato che la critica deve essere costruttiva, una filosofia che adotta anche nel suo percorso professionale.
Consigli per se stessa e per le giovani attriciQuando le abbiamo chiesto un consiglio per la sua versione più giovane, Sara ha risposto con una determinazione che trasmette forza: “Continua a sognare, continua a studiare, a leggere. È fondamentale alimentare la propria mente e cuore.” La sua esperienza è la prova che il successo si costruisce con passione, studio e un’immensa voglia di crescere.
Riflessioni sulla disabilità e sull'inclusività nei mediaInfine, abbiamo parlato della rappresentazione della disabilità in televisione e cinema. Sara ha espresso un parere positivo sul cambiamento in corso. “Le cose stanno migliorando”, ha detto, riferendosi a personaggi come quello di Bianca, una ragaz
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