Afleveringen
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C’è un grande via vai in questi giorni alla corte di Donald Trump. Dopo Emmanuel Macron, ieri vi si è recato Keir Starmer e oggi pomeriggio sarà il turno di Volodymyr Zelensky. I temi di discussione: la pace in Ucraina, le spese militari e i rapporti commerciali. Ne parliamo con Eleonora Tafuro di Ispi e con Giorgia Scaturro, giornalista e producer, nostra collaboratrice a Londra.
In un messaggio inviato dal carcere in cui si trova, su un'isola al largo di Istanbul, ha chiesto al gruppo di deporre le armi e sciogliersi. Così Abdullah Öcalan chiede la dismissione del partito curdo PKK, avviando un processo di distensione storico. Ne parliamo con Valentina Rita Scott, professoressa alla European Law and Governance School, autrice di “La Turchia di Erdogan” (Il Mulino).
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Contrarietà o entusiasmo. Sicuramente, stupore. Da quando si è insediato alla Casa Bianca, Donald Trump ci ha abituato a frasi spiazzanti, a parole che disorientano. Ma quante di queste dichiarazioni sono o possono diventare realtà? Ne parliamo con Dino Amenduni, esperto di comunicazione politica, socio di Proforma, e con Elisabetta Vezzosi, professoressa di Storia degli Stati Uniti d’America all’Università di Trieste.
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Zijn er afleveringen die ontbreken?
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Alla fine si farà. Un accordo economico tra Kiev e Washington sull'utilizzo delle terre rare ucraine è stato stilato e sarà firmato a breve. Ma a quanto ammontano le terre rare presenti nel sottosuolo ucraino? E cosa prevede esattamente l'accordo? Ne parliamo con Mario Del Pero, docente di Storia internazionale a Sciences Po, Pier Paolo Raimondi, ricercatore nel programma “Energia, clima e risorse” dello IAI, e con Giuliano Noci, professore di Ingegneria Economico-Gestionale al Politecnico di Milano e prorettore del Polo territoriale cinese dell'Ateneo milanese.
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L’incontro tra Donald Trump ed Emmanuel Macron segna un solco sempre più profondo tra l'Europa e gli Stati Uniti. Tra una stretta di mano e qualche frecciatina sugli aiuti "in soldi veri" che - precisa il presidente Macron - l'Europa ha fornito all'Ucraina, il presidente Trump trova anche l'occasione per elogiare Giorgia Meloni, "donna meravigliosa e leader di un Paese molto importante". Nel frattempo, l'Europa tenta di riorganizzarsi davanti al cambio di direzione degli Stati Uniti rispetto all'Ucraina e monta la discussione intorno all'utilizzo dei fondi russi congelati. Ne parliamo con Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna, Paolo Palchetti, professore di Diritto internazionale alla Sorbonne di Parigi, e con Alessandro Marrone, responsabile del Programma “Difesa, sicurezza e spazio” dello IAI.
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Il leader della Cdu Friedrich Merz è il cancelliere designato dopo il successo alle urne. In campagna elettorale ha promesso una stretta sull’immigrazione, il rilancio economico e il recupero dell'autorevolezza di Berlino in Europa. Ne parliamo con Sergio Nava, inviato di Radio24 a Berlino, e con Beda Romano, corrispondente de Il Sole 24Ore a Bruxelles.
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Le elezioni tedesche di domenica possono condizionare il destino dell'intera Europa e potranno configurare un assetto inedito per il cuore del continente, con un partito di estrema destra (Alternative für Deutschland) come seconda forza politica a livello federale. Ne parliamo con Antonio Villafranca, vice presidente per la Ricerca dell'ISPI, Daniel Mosseri, nostro collaboratore a Berlino, Eric Engelhardt, capo dei Giovani di Afd in Turingia, Roberta Schmid, analista, Managing Editor di NewsGuard, e con Judith Wiebke, portavoce di PRO ASYL, organizzazione che si occupa di tutela dei richiedenti asilo in Germania.
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Un dittatore non eletto. Un comico mediocre. L'unica cosa che sapeva fare bene era muovere Biden come una marionetta. Con queste parole il presidente americano Donald Trump ha apostrofato il presidente Volodymyr Zelensky, dopo aver detto anche che la guerra è stata cominciata dall'Ucraina. Siamo davanti a un cambio di marcia importante nella politica estera americana? Ne parliamo con Giovanni Borgognone, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino, e con Marc Lazar, storico e sociologo della politica, titolare della cattedra Bnl Bnp Paribas all'Università Luiss Guido Carli.
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Riad o Ankara? Europa sì o Europa no? Mentre a Parigi anche oggi si discute su come far valere gli interessi dell'Europa e di tutta la Nato ai tavoli per la pace in Ucraina, il presidente Zelensky, preoccupato per l'esclusione dal primo incontro a Riad, cerca la sponda del presidente Erdogan che si dice pronto, visti i trascorsi di successo, ad accogliere i prossimi negoziati e ad occuparsi della regolamentazione dei traffici navali commerciali nel Mar Nero. Ne parliamo con Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi, il colonnello Orio Giorgio Stirpe, ufficiale in riserva dell’Esercito Italiano specializzato in intelligence operativa, e con Riccardo Alcaro, coordinatore delle ricerche e responsabile del programma "Attori globali" dell'Istituto Affari Internazionali.
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Si è concluso l'incontro diplomatico che a Riad ha visto riuniti, per la prima volta dopo tre anni, i rappresentanti di Russia e Stati Uniti. "Un traguardo, quello dell'apertura dei negoziati sulla guerra in Ucraina, che solo il presidente Trump è riuscito a raggiungere", ha sottolineato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha anche aggiunto che i negoziati coinvolgeranno l'Ucraina e i partner europei. Ne parliamo con Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna, e con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore esperta di Russia.
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Mentre Stati Uniti e Russia si preparano per il vertice di Riad, il presidente Macron organizza un summit a Parigi per discutere di difesa e sicurezza europee. Un incontro preparato alla svelta per trovare una risposta all’esclusione dell’Europa dalle decisioni sull’Ucraina. Ne parliamo con Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi, Antonino Occhiuto, analista del Gulf State Analytics, e con Ivanna Klympush-Tsintsadze, parlamentare ucraina, presidente della Commissione parlamentare per l'integrazione dell'Ucraina nell'Ue.
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"La minaccia per l'Europa non proviene dalla Russia o dalla Cina ma dal suo interno". Con queste parole il vice presidente JD Vance parla, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, della perdita dei valori democratici europei, quelli che il vecchio Continente ha da sempre condiviso con gli Stati Uniti. Anche alla Conferenza sulla Sicurezza, quindi, si conferma la percezione trasmessa dalle mosse politiche statunitensi nei giorni scorsi: l'Europa perde la sua posizione di partner privilegiato degli Stati Uniti e la distanza tra le due potenze occidentali è sempre più marcata. Ne parliamo con Riccardo Sessa, presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale, già ambasciatore d’Italia a Belgrado, Teheran, Pechino e alla Nato.
Intanto, in Repubblica Democrratica del Congo, le forze ribelli dell'M23 continuano ad avanzare fino a bloccare l'aeroporto che serve Bukavo. Ne parliamo con Marco Doneda, vice capo missione di Medici Senza Frontiere a Goma.
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La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, nel corso della quale i due si sarebbero detti d'accordo a predisporre un accordo di pace per la guerra in Ucraina, rischia di aprire uno scenario che vedrebbe l'Unione europea e la stessa Ucraina ai margini della trattativa. Ne parliamo con Antonella Scott de Il Sole 24Ore, Mario Del Pero, docente di Storia internazionale a Sciences Po, e con Antonio Villafranca, Vice Presidente per la Ricerca dell'ISPI.
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Mentre la tregua in Medio Oriente vacilla, sul fronte ucraino la situazione potrebbe arrivare ad una distensione, anche per via delle terre rare che il presidente Zelensky pare sia disposto a cedere agli Stati Uniti. Sarà così? Ne parliamo con Davide Maria De Luca, collabora con il Domani e il Post, e con Alberto Prina Cerai, ricercatore dell'Osservatorio di Geoeconomia dell'Ispi.
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La tregua in Medio Oriente potrebbe essere a rischio: Hamas ha infatti annunciato che non rilascerà più ostaggi fino a quando Israele non tornerà a rispettare gli accordi. Secondo Hamas, Israele avrebbe violato l'intesa impedendo agli aiuti di entrare nella Striscia e ai palestinesi di tornare verso nord. Ne parliamo con Francesco Petronella di Ispi, Giorgio Cafiero, analista e fondatore del Gulf State Analytics, professore della Georgetown University, Kobi Michael del Misgav Institute for National Security and Zionist Strategy e con Haggai Matar, direttore esecutivo di +972.
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Una Striscia di Gaza che sarà acquistata dagli Stati Uniti, dove i palestinesi "non vorranno tornare a vivere" e un accordo per la pace in Ucraina che resta vago, nel quale potrebbe rientrare lo sfruttamento delle terre rare del sottosuolo ucraino. Ad oggi i piani di Trump per la fine dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina sembrano nebulosi e per i più poco realizzabili. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore esperta di Russia, Beda Romano, corrispondente per il Sole 24Ore a Bruxelles, e con Alessia Melcangi, docente di Storia contemporanea del Nord Africa e del Medio Oriente all’Università La Sapienza di Roma.
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Domenica prossima l’America si ferma. In un Paese complesso, politicamente polarizzato, dove poche settimane fa devastanti roghi hanno deturpato la fisionomia di una delle città più importanti, Los Angeles, la giornata del Superbowl rappresenta una pausa per tutti. O forse no. Perché per la prima volta quest'anno il presidente, Donald Trump, sarà presente all'evento sportivo. Di questo e della valenza politica dei grandi eventi sportivi parliamo con Dario Ricci, giornalista di Radio24, e con Valentina Clemente, giornalista di Sky Tg24. Insieme hanno realizzato il podcast “Tutti gli sport del Presidente - Quando la Casa Bianca fa touchdown”.
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I miliziani del gruppo ribelle M23 hanno iniziato una nuova offensiva militare nella Repubblica Democratica del Congo, due giorni dopo aver dichiarato una tregua per scopi umanitari. Della crisi in Repubblica Democratica del Congo parliamo con il colonnello Willy Ngoma, portavoce di M23, e con Patrick Syaluha, giornalista congolese, corrispondente di B-One Tv a Goma.
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Una ricostruzione a tutto tondo che riqualifichi la zona facendola diventare addirittura un'attrazione turistica, possibilmente senza i palestinesi: è la proposta sul futuro di Gaza che Donald Trump ha presentato in conferenza stampa insieme al suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu. Ma è fattibile un piano del genere? E, nel caso in cui venga concretizzato, quale impatto potrebbe avere sulle relazioni con i Paesi arabi? Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento, Mario Del Pero, docente a Sciences Po, Gabriella Colarusso, inviata di Repubblica a Gaza, Brian Katulis del Middle East Institute, e con Michael Milshtein, responsabile del Centro per gli studi palestinesi del Dayan Center dell'Università di Tel Aviv.
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In Congo, il gruppo M23 dichiara la tregua e dice di non avere intenzione di conquistare Bukavu. Tutto dipenderà dall'incontro tra i presidenti Tshisekedi e Kagame previsto per sabato. Ne parliamo con Patrick Syaluha, corrispondente a Goma per la rete congolese B-one Tv.
Nel frattempo, il presidente Trump è alle prese con altri due conflitti. Quello israelo-palestinese, per cui il presidente incontrerà Benjamin Netanyahu oggi, e quello tra Russia e Ucraina, di cui discuterà con l'omonimo russo a data da destinarsi. Ne parliamo con Michael Milshstein, responsabile del Centro per gli studi palestinesi del Dayan Center dell'Università di Tel Aviv, e con Antonella Scott, firma del Sole 24Ore, esperta di Russia.
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Mentre Donald Trump annuncia nuovi dazi a Messico, Canada e Cina, l'Europa si riunisce per discutere di Difesa e autonomia strategica. Ma proprio la politica economica di Trump rischia di avere un grande impatto sulle decisioni europee: meglio insistere sull'autonomia e il disegno di un'Europa completamente indipendente dal punto di vista della Difesa o aumentare le importazioni di armi dagli Stati Uniti per riequilibrare quella bilancia commerciale additata da Trump? Ne parliamo con Arturo Varvelli, direttore della sede romana dello European Council on Foreign Relations, e con Alessandro Marrone, responsabile del Programma “Difesa, sicurezza e spazio” dello IAI.
L'inviato speciale per l'Ucraina Keith Kellog ha dichiarato che, se nei prossimi mesi si dovesse arrivare a una tregua, gli ucraini dovranno andare alle urne e scegliere chi negozierà la pace con Mosca. Se ciò dovesse accadere, chi sarà la nuova guida del Paese? Con Gigi Donelli, giornalista di Radio24 appena tornato da Kiev, gettiamo uno sguardo all'Ucraina del futuro.
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